UCI, il direttore medico Xavier Bigard sui chetoni: “Difficile vietarli, nessuna prova scientifica che migliorino le prestazioni. Perché li usano? Mistero, forse è effeto placebo”

All’UCI sembrano convinti che i chetoni non migliorino le prestazioni. Lo scorso settembre, la massima istituzione del ciclismo aveva annunciato di aver avviato un’indagine sull’effetto dei chetoni, sconsigliandone l’uso, ma sembra difficile che questi possano entrare a far parte della lista delle sostanze proibite. Ne ha parlato in un’intervista con L’Equipe il direttore medico dell’UCI Xavier Bigard, che ha spiegato che al momento non ci sono prove scientifiche che i chetoni migliorino le prestazioni. Nonostante anche le preoccupazioni di alcuni corridori come Guillaume Martin e Thibaut Pinot, dunque, è probabile che chi vorrà, potrà continuare a utilizzarli.

Ad oggi, non abbiamo nessuna prova scientifica che i chetoni migliorino le prestazioni – ha dichiarato Bigard – Sono stati pubblicati cinque studi e vari articoli. Il primo, pubblicato nel 2016, è stato mal interpretato. Si parlava di un miglioramento del 15%, ma quello era in una condizione di sovrallenamento, che non corrisponde affatto alla realtà delle gare e nemmeno a quella degli allenamenti. Nessuno dei quattro studi successivi ha confermato questi risultati. Anzi, i ricercatori dell’Università di Lovanio che avevano condotto lo studio nel 2016, ne hanno pubblicato un altro nel 2020 che dimostra che non ci sono miglioramenti in condizioni normali. Un altro studio ha addirittura mostrato dei peggioramenti in determinate condizioni”

Secondo Bigard, comunque potrebbero esserci degli effetti collaterali, che però non sono abbastanza per inserirli nella lista dei prodotti proibiti, per la quale c’è bisogno di almeno due dei seguenti tre criteri: 1) potenziale per migliorare le prestazioni sportive 2) rischioso per la salute 3) viola lo spirito dello sport: “Il pericolo di effetti collaterali  è limitato, ma esiste. E visto che c’è pericolo di effetti collaterali e non migliorano le performance, non vedo perché dovremmo consigliarne l’uso. Per questo abbiamo fatto uscire il comunicato”.

L’indagine comunque è ancora in corso, ma allo stato attuale delle cose Bigard ritiene complicato si possa arrivare a un divieto: “Sinceramente, allo stato attuale delle cose, sembra molto difficile. […] Abbiamo ogni ragione di credere che i chetoni non migliorino le performance, ma ci sono due o tre punti che stiamo prendendo in considerazione: ad esempio il dosaggio, la quantità e l’assunzione reiterata, oltre che i tipi di chetoni. Forse c’è una categoria che non è stata studiata abbastanza e che stiamo guardando. Perché i team ne fanno uso se non migliorano le prestazioni? Mistero. Dovremmo chiederci se non si tratti di un effetto placebo”.

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