UAE Emirates XRG, il padre di Isaac del Toro: “In molti non sanno che ha avuto dei tumori e osteoporosi per tanti anni”

Dopo un Giro d’Italia da assoluto protagonista, Isaac del Toro è ufficialmente diventato la nuova stella del ciclismo internazionale. Le tre settimane della Corsa Rosa hanno infatti conoscere a tutti il 21enne di Ensenada, corridore già in grado di vincere corse di livello WorldTour come il Tour Down Under ma che fino ad un mese fa non era ancora entrato nel radar di tutti gli appassionati. A raccontare un po’ della carriera del giovane messicano è il padre Josè che, in un’intervista rilasciata negli scorsi giorni alla giornalista Katy Lopez, ha raccontato un lato meno conosciuto della storia del figlio, caratterizzato da tante difficoltà che la famiglia ha dovuto affrontare per garantirgli un futuro di successo nel mondo del ciclismo.

Le persone non sanno che Isaac ha avuto l’osteoporosi per tanti anni, che ha avuto dei tumori, che ha avuto un buco nella mascella. – esordisce Del Toro senior – E tutto questo perché si è impegnato tantissimo. Ha utilizzato medicinali, integratori, tutte cose che sono estremamente costose, perché il corpo di un atleta non può nutrirsi solo a fagioli, ha bisogno di tantissimi soldi per le analisi, le cure, gli studi da effettuare”. Nel corso della sua ancora breve carriera, inoltre, Del Toro ha già dovuto affrontare infortuni decisamente seri, come la frattura del femore rimediata nell’estate del 2022.

Il padre del corridore messicano ha poi voluto approfittare dell’intervista per criticare aspramente la Commissione Nazionale per la Cultura del Fisico e dello Sport (CONADE) messicana, ed in particolare il Direttore Rommel Pacheco, colpevole secondo José del Toro di essersi preso meriti riguardo ai successi di Isaac quando invece il corridore e la sua famiglia non hanno mai ricevuto nessun tipo di supporto dall’organizzazione: “Parlano sempre di numeri impressionanti, di milioni e milioni, ma io non conosco un singolo corridore che venga finanziato dalla CONADE. Io ho faticato tantissimo con mio figlio ma non ho mai ricevuto nessun tipo di aiuto“.

L’esplosione di Del Toro è coincisa con il suo arrivo in Europa e con l’approdo al AR Monex Pro Cycling Team, squadra finanziata da investitori messicani ma con sede a San Marino: “Il fatto che fossimo con la Monex non ha significato che avessimo tutto. Non è che mi dessero tutto loro. Sono grato alla Monex per quello che hanno fatto e per il loro aiuto, ma non è stato tutto merito loro”. L’autocelebrazione della CONADE messicana, che si è assunta i meriti del successo di Del Toro, non è andata giù al padre, che non nasconde la sua rabbia: “Io so di non essere nessuno e che non riuscirò mai a far cambiare nulla, ma leggendo le parole di Pacheco mi sono sentito molto frustrato. Mi sono tornati alla mente brutti ricordi, e il mio dolore deriva anche dal pensiero di molti dei compagni di squadra di Isaac che non sono più in questo mondo perché è quasi impossibile continuare. Il Messico è l’unico paese che vende la licenza UCI ogni anno, mentre negli altri paesi la licenza è perpetua, ecco perché l’UCI non sa nulla dei corridori messicani”.

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