Team INEOS, Richard Carapaz si muove per il suo paese: “Proverò a dare una mano a chi ha perso il lavoro a causa del Coronavirus”

L’Ecuador è uno degli stati maggiormente colpiti dalla pandemia di Covid-19 nel Sudamerica. I dati aggiornati a martedì 7 aprile parlano di 3995 contagiati complessivi e 220 decessi. Numeri ridotti in valore assoluto, ma importanti per un paese con 16 milioni di abitanti. In particolare, nei giorni scorsi avevano fatto il giro del mondo delle fotografie di corpi accatastati in strada. In Ecuador è nato il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia disputato, Richard Carapaz, che nel periodo invernale ha lasciato la Movistar per passare al Team INEOS.  Carapaz in queste settimane scandite dall’emergenza sanitaria è proprio nel suo paese.

“Mi spezza il cuore vedere quello che sta succedendo qui e in tutto il mondo – le parole di Carapaz in un’intervista alla Gazzetta dello Sport – Tutti hanno visto quelle immagini terribili, mi hanno fatto molto male. L’area più colpita in Ecuador è quella di Guayaquil, vicino alla costa sull’Oceano Pacifico. È a circa 700 chilometri da dove mi trovo io, ma è una città fondamentale per l’economia. Non eravamo pronti per affrontare quello che poi è avvenuto, ma non penso che qualche stato al mondo lo fosse”.

Il “detentore” della Maglia Rosa finora ha messo il dorsale sulla schiena solo in un’occasione, a febbraio, quando ha affrontato il Tour Colombia. Per lui un risultato complessivo non di primo piano nella classifica generale, ma tre piazzamenti fra i primi 10 nei traguardi di giornata. La sua stagione avrebbe dovuto subire una netta accelerata, dal punto di vista degli impegni e della forma, in vista del Giro d’Italia 2020, cui avrebbe partecipato da capitano del Team INEOS. Lo stesso ecuadoriano aveva anche sottolineato come gli sarebbe piaciuto andare anche al Tour de France 2020: in tal caso, sarebbe venuta fuori una formazione con 4 stelle del calibro, visto che Carapaz si troverebbe accanto Chris Froome, Geraint Thomas e Egan Bernal.

Carapaz parla anche del Carchi, la zona che gli ha dato i natali: “Ci sono molti meno casi. La mia famiglia vive vicino a me e stiamo tutti bene. Sto pensando di dare una mano per fornire aiuti alimentari alle persone che sono rimaste senza lavoro. Può essere una piccola cosa, ma di grande aiuto”.  La situazione sportiva del detentore della Maglia Rosa? “Fino al 18 marzo sono uscito in bicicletta, poi basta. E queste disposizioni dovrebbero essere prorogate per un altro mese. Ora cerco di allenarmi con i rulli ed esercizi di potenziamento e stabilità e di non perdere del tutto la forma. Ma non è semplice, perché non ci sono prospettive concrete di ripresa. Ma sicuramente questa non è la cosa più importante al momento, perché bisogna pensare alla salute delle persone”.

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