Pagelle Giro dei Paesi Baschi 2024: l’UAE domina nel festival delle cadute che mette ko i big – I giovani si confermano protagonisti
Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 10: Conquista il primo successo davvero importante della sua giovane carriera sparando tutte le sue cartucce nell’ultima tappa, quella decisiva, dopo una gran lavoro corale da parte dei suoi compagni di squadra, e questo nonostante una caduta nella seconda tappa che gli lascia qualche acciacco. Conferma ancora una volta tutto il suo talento e che ci sarà da fare spesso i conti con lui in futuro nelle gare a tappe.
Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 9: Non parte benissimo, ma cresce con il passare dei giorni e si va a prendere una bella vittoria nell’ultima tappa, unico a riuscire a seguire l’attacco dell’amico-rivale Ayuso. Il successo gli consente anche di salire sul secondo gradino del podio alle spalle del connazionale, in assoluto il suo miglior risultato in questo inizio di stagione.
Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), 8,5: Diventato leader della generale dopo la caduta dei big nella quarta tappa, il danese fa quello che può per difendere il primato, supportato bene dai compagni di squadra (in particolare Tao Geoghegan Hart, 6), ma nell’ultima tappa è preso nella morsa degli UAE e alla fine è costretto a cedere, salendo comunque sul podio finale e confermandosi corridore sempre più regolare e di livello.
Isaac Del Toro (UAE Team Emirates): 8,5: Il talentuoso neopro’ messicano continua a stupire, ma ormai non è neppure più una sorpresa visto che è dal Tour Down Under di gennaio che sfodera ottime prestazioni. Spesso protagonista agli sprint intermedi, dove lotta per gli abbuoni, il 20enne prova in diverse occasioni ad attaccare nei finali di tappa, pur non trovando mai il momento giusto.
Marc Soler (UAE Team Emirates), 8: Anche lui, come il compagno di squadra Del Toro, ci prova in un paio di occasioni, ma è prezioso soprattutto nell’ultima tappa, quando il suo attacco costringe i Lidl-Trek a spendersi e fa poi da punto di riferimento per Ayuso. Nonostante la fatica, riesce anche a chiudere terzo di giornata e quarto nella generale.
Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 8: Fondamentale, come gli altri compagni di squadra, nel successo di Ayuso, anche lui riesce a cogliere la top-10 finale con il quinto posto.
Pello Bilbao (Bahrain Victorious), 7,5: Pur senza grossi risultati, alla fine porta a casa il sesto posto finale, confermandosi tra i corridori più regolari del gruppo.
Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels): 7,5: Dopo il decimo posto alla Tirreno-Adriatico, un altro piazzamento di prestigio per il 22enne transalpino, che conferma la sua attitudine per le brevi gare a tappe e di proseguire nella sua crescita, cosa che nel prossimo futuro potrebbe portarlo a lottare per grandi traguardi.
Ion Izagirre (Cofidis), 7,5: Anche se si vede molto poco, grazie alla sua regolarità ed esperienza si conferma per la settima edizione consecutiva nella top-10 di quella che per lui è la corsa di casa e uno degli appuntamenti più importanti della sua stagione.
Alex Baudin (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7,5: Un po’ la sorpresa della top-10 finale di questo Giro dei Paesi Baschi, anche se in questo inizio di stagione aveva già ottenuto qualche buon piazzamento, dimostrando così di aver fatto qualche passo in avanti rispetto al 2023.
Romain Gregoire (Groupama-FDJ), 7: Tra i giovani più interessanti del gruppo, il classe 2003 conferma il suo talento vincendo la quinta tappa allo sprint su una trentina di corridori e sembra a quel punto in grado di poter lottare anche per qualcosa di più importante. Nella dura frazione finale invece crolla, confermando, come alla Tirreno, di pagare ancora un po’ le giornate altimetricamente più impegnative.
Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), 7: Sulla sua vittoria nella quarta tappa pesa ovviamente la neutralizzazione decisa dagli organizzatori dopo la maxi caduta, che ha consentito solo a lui e agli altri cinque fuggitivi di giornata di giocarsi il successo. Lotta anche per la classifica scalatori, ma nell’ultima tappa non riesce a entrare nell’azione giusta ed è costretto a cedere la maglia a Kuss.
Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), 7: Il bel successo in volata nella terza tappa lo rilancia dopo un 2023 nel quale si era visto molto poco. Anche il belga è tra coloro che finiscono a terra nella quarta tappa e alla fine è costretto al ritiro prima del via dell’ultima frazione.
Paul Lapeira (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7: Si conferma in ottima forma e, dopo i due successi ottenuti sulle strade di casa in due gare minori, coglie la prima vittoria di peso imponendosi nella seconda tappa al termine di uno sprint, dopo essere stato ben pilotato dal compagno di squadra Bruno Armirail.
Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), 6,5: Il risultato dell’ultima tappa lo fa finire fuori dalla top-10, ma non rovina quanto di buono fatto vedere nelle giornate precedenti, dove sfiora anche una vittoria. Chissà che questa corsa non ci abbia finalmente restituito un corridore che in passato ha fatto vedere belle cose e che nelle ultime due stagioni ha dovuto fare i conti con tanti problemi fisici.
Alex Aranburu (Movistar), 6: Tre top-10 di giornata, il 15° posto finale e la classifica a punti sono sicuramente buoni risultati e gli garantiscono la sufficienza, ma pesa il fatto di non essere riuscito a cogliere una vittoria considerando il suo spunto veloce e come si sono concluse buona parte delle tappe. In particolare, nella terza sbaglia i tempi e deve subire la rimonta di Hermans.
Samuele Battistella (Astana Qazaqstan), 6: Un podio e una top-10 di tappa confermano il buon momento che sta vivendo l’ex iridato U23, che poi è costretto al ritiro nell’ultima tappa perché non al meglio.
Sepp Kuss (Visma | Lease a Bike), 6: La fuga nell’ultima giornata, che gli consente anche di andare a conquistare le classifica degli scalatori, salva la sua corsa e rende un po’ meno amaro il bilancio della sua squadra. In ogni caso, come al Catalunya, ha faticato, dimostrando di essere lontano dalla sua miglior versione.
Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), 5,5: Per il britannico vale quasi lo stesso discorso fatto per Aranburu: per le sue caratteristiche, le tappe dove provare a lottare per un successo non mancavano, ma, pur con un paio di piazzamenti, non riesce mai a essere in lotta per una vittoria. Sotto il profilo dei risultati, comunque, fa un passo in avanti rispetto a un Catalunya deludente.
Jai Hindley (Bora-hansgrohe), 5,5: Anche se non si presentava al via come capitano, ci si aspettava probabilmente qualcosa di meglio del 12° posto finale dopo l’ottima Tirreno, soprattutto dopo il ritiro di Roglic.
Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep), sv: Già nella prima frazione aveva assaggiato l’asfalto, concludendo comunque al quarto posto la cronometro e dimostrandosi poi piuttosto combattivo nelle giornate successive, dove aveva recuperato terreno su Roglic grazie agli abbuoni ai traguardi volanti. Cade poi nella quarta tappa assieme agli altri big ed è costretto al ritiro e a rinunciare alle classiche delle Ardenne.
David Gaudu (Groupama-FDJ), sv: Nuovo ritiro per il corridore transalpino, che non aveva portato a termine neppure la Parigi-Nizza. La sua stagione non è sicuramente iniziata nel migliore dei modi.
Mikel Landa (Soudal-QuickStep), sv: Venuto qui per fare da spalla a Evenepoel, lo scalatore basco si ritrova leader dopo il ritiro del belga con l’obiettivo di provare a ripetere quanto di buono fatto al Catalunya, ma il giorno dopo finisce ko anche lui.
Primoz Roglic (Bora-hansgrohe), sv: La vittoria nella crono inaugurale nonostante un errore di percorso sembrava promettere bene dopo una Parigi-Nizza non esaltante, ma due cadute di fila nella terza e quarta tappa lo mettono fuori gioco, anche se fortunatamente senza fratture.
Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), sv: Tra le vittime illustri della maxi caduta della quarta tappa, il danese era stato autore di una buona prova contro il tempo e aveva poi corso quasi sempre coperto, facendosi vedere solamente in occasione di uno sprint intermedio nella terza frazione, dove era riuscito a guadagnare 1″ di abbuono. Dalle dichiarazioni pre-gara, probabilmente avrebbe atteso fino all’ultimo giorno per provare un qualche attacco, ma a questo punto non lo sapremo mai.
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