Giro di Polonia 2020, Alessandro De Marchi chiede a UCI e CPA “tolleranza zero” e “azioni concrete”

Alessandro De Marchi invita UCI e CPA a riflettere. Dopo la maxi-caduta di ieri nel finale della frazione inaugurale del Giro di Polonia, che ha costretto Fabio Jakobsen al ricovero in ospedale in gravi condizioni, corridori e addetti ai lavori si sono interrogati sul tema della sicurezza (a onor del vero De Marchi, ma non solo, porta avanti questa battaglia ormai da tempo immemore). Il friulano della CCC tramite Twitter si è rivolto all’UCI, chiedendo tolleranza zero e maggiore attenzione alle misure di sicurezza, e al CPA, il sindacato dei corridori guidato da Gianni Bugno, chiedendo azioni concrete e, se necessario, di andare contro il sistema.

Siamo tutti coinvolti – è l’incipit del suo tweet – Credo che situazioni come quella di ieri in Polonia ci costringano a riflettere sul modo in cui ci fanno svolgere il nostro lavoro: noi corridori dobbiamo ricordarci che le corse non sono duelli alla morte. L’UCI, invece, dovrebbe riflettere sulle condizioni di gara, non siamo più negli anni ’80 dove bastavano dei materassi, oggi le velocità sono assurde e c’è bisogno di un evoluzione nelle misure di sicurezza e anche nel modo in cui alcune azioni vengono giudicate: abbiamo bisogno della tolleranza zero. Ultimo, ma non ultimo, il nostro CPA: voi dovete cominciare a intraprendere azioni concrete per proteggerci su tutti i fronti, forse con delle decisioni difficili ma va fatto, contro tutti quelli coinvolti, contro l’intero sistema se necessario. Siamo tutti coinvolti”.

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