Giro delle Fiandre 2018, Gilbert: “Siamo su una striscia positiva, continuiamo così. Corriamo per vincere”

Philippe Gilbert intenzionato a ripetersi al Giro delle Fiandre 2018. Campione in carica, l’ex iridato lo scorso anno ha coronato un sogno che gli ha aperto nuovi orizzonti a 34 anni, lanciandolo verso l’ambiziosa conquista di tutte e cinque le Classiche Monumento. Se lo scorso anno era arrivato al pavé come outsider, stupendo un po’ tutti per aver ritrovato velocemente le sensazioni giuste, quest’anno è arrivato come uno dei favoriti e, pur senza aver vinto, è riuscito a confermarsi con ottime prestazioni, specialmente in protezione dei suoi compagni. Anche grazie a lui, la Quick-Step Floors si presenta dunque domenica 1 aprile come la squadra da battere.

Di numeri uno ne hai avuti molto nella tua carriera, ma questo probabilmente è un po’ speciale.
Il dorsale non mi interessa molto, è qualcosa che non vediamo. È un segno di riconscenza esterno, ma per il corridore non cambia molto. Anche se chiaramente significa che hai vinto l’anno prima, quindi sarà speciale.

Il cambio di percorso lo scorso anno ha cambiato la corsa, anche grazie al tuo attacco. Pensi possa ripetersi qualcosa di simile, o la tua esperienza dell’anno passato potrebbe in realtà creare più controllo?
Non conosco lo scenario in anticipo, cerchero di adattarmi alla situazione di corsa. Questo ci permetterà di vincere.

La vostra si è dimostrata la squadra più forte sinora…
Abbiamo visto che la nostra squadra è dove deve essere, non è una sorpresa. Stiamo bene insieme e lo abbiamo dimostrato più volte. Siamo su una buona striscia positiva, dobbiamo continuare così.

Quest’anno sarà la prima volta senza Boonen e Cancellara, sarà forse una corsa più aperta, cosa cambia?
Non ci sono più neanche Tafi e Bettini. Sono cicli, ci sono sempre grandi corridori e il livello è alto. Bisogna considerare poi anche i giovani che arrivano, sarà comunque una corsa molto pericolosa.

La corsa può dunque essere più complicata, con più sorprese, visto che diventa anche più difficile capire su chi fare la corsa?
Sicuramente. Ma io non sono un corridore che attende gli altri, non ho mai corso così e a 35 anni non comincerò di certo. Ci sono alcuni che corrono invece così, anche se perdono spesso. Comunque, non è il mio modo di fare.

La vostra squadra fa paura agli altri.
Siamo una squadra forte su ogni percorso, corriamo uniti e stiamo bene insieme. Siamo qui per dare il massimo, cercando sempre di vincere. Chiaramente possiamo fare un po’ paura, perché vedere che si sono sempre dei QuickStep davanti può essere scoraggiante a un certo punto, ma non dobbiamo neanche montarci la testa. Siamo consapevoli che è uno sport molto difficile e che bisogna sempre battersi duramente per restare davanti.

Far parte di una squadra così, significa a volte essere costretti a restare dietro, che sensazione si prova nel proteggere un compagno davanti, che magari si invola verso la vittoria?
Quando si ha la fortuna di concludere in due, con il sogno di poter essere tre, sul podio sono momenti rari in una carriera. Ovviamente, quando si arriva secondi si pensa sempre che si sarebbe potuti essere davanti, ma sappiamo anche che le cose girano. Lo scorso anno ho potuto approfittare della squadra, mi hanno aiutato tantissimo, mentre quest’anno è andata un po’ diversamente, ma fa parte del gioco di squadra.

Riguardo la tua forma come ti senti? Qualche giorno fa dicevi di non stare bene come lo scorso anno…
Vedremo domenica nel finale. Possiamo dire tante cose prima, ma alla fine non cambia e non serve a niente. So di aver fatto il massimo, di avere una grande squadra e che domenica corriamo per vincere.

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