Caso Froome, ASO vorrebbe provare ad impedire la partecipazione al Tour

Si fanno sempre più insistenti le indiscrezioni per cui ASO vorrebbe impedire a Chris Froome di prendere il via del Tour de France 2018. Ve ne avevamo già parlato ormai due mesi fa (trovate qui in calce l’articolo originale), ma da qualche giorno ovviamente se ne parla con sempre più insistenza visto il successo del Keniano Bianco al Giro d’Italia, le numerose polemiche che si fanno sempre più numerose, con anche Bernard Hinault a fare la voce grossa. La Gazzetta dello Sport in edicola rilancia dunque questa possibilità, spiegando come gli organizzatori della Grande Boucle vogliano provare quantomeno a mostrare il proprio dissenso riguardo una vicenda che ormai da mesi tiene banco e che non sembra certo destinata a concludersi presto.

Il Tour sembra orientato a fare di tutto per escluderlo facendo leva su un articolo del proprio regolamento secondo il quale si possono respingere corridori o squadre che mettano a rischio l’immagine e la reputazione della competizione – scrive Ciro Scognamiglio sul quotidiano rosa in edicola oggi – Ma sarà effettivamente possibile? Non è facile. Nove anni fa, la Boucle non voleva alla partenza Tom Boonen: il belga della Quick-Step aveva 28 anni e già un curriculum straordinario, tra trionfi a Mondiale, Fiandre, Roubaix… A fine aprile però era stato trovato positivo alla cocaina in un controllo fuori competizione e giudicato non gradito dal Tour. Ma la squadra aveva fatto ricorso alla Camera arbitrale dello sport del Comitato Olimpico Francese, e Boonen era stato riammesso: in extremis, nel vero senso della parola, visto che la decisione era arrivata alla vigilia del via. Uno scenario verosimile potrebbe essere proprio questo: il Tour ‘ricusa’ Froome, quest’ultimo fa ricorso e lo vince. Ma il Tour avrebbe comunque dimostrato di avere percorso ogni strada per impedirgli di essere alla partenza. E dunque di essere al di sopra di ogni sospetto, dal suo punto di vista, sul fronte etico”.

NOTIZIA PUBBLICATA IL 22 MARZO: ASO pronta ad impedire la partecipazione di Chris Froome al Tour de France 2018? Ufficialmente, Christian Prudhomme, direttore della Grande Boucle, ha sempre mostrato fiducia nell’UCI e nelle sue tempistiche, ma più il tempo passa meno la decisione riguardo la positività al salbutamolo del britannico sembra vicina. Recentemente il presidente David Lappartient ha ribadito che non crede arriverà prima del Giro d’Italia, con il dubbio che rimane a questo punto anche riguardo la Grande Boucle.

Se RCS Sport ha già fatto sapere di non aver intenzione (né l’autorità giuridica per farlo) di opporsi alla partecipazione del Keniano Bianco, che appare comunque, in questo momento, di certo non più così gradita, dalla Francia ci sarebbe invece intenzione di provare ad impedirne la presenza se il suo caso non dovesse essere risolto prima. Secondo alcuni esperti contattati dalla Press Association Sport, infatti, ASO avrebbe delle clausole più rigide riguardo i partecipanti, in particolare legate alla salvaguardia dell’immagine della corsa.

Facendo dunque leva su queste, ASO potrebbe dunque cercare di impedire la partecipazione di Froome alla prossima edizione, nella quale andrebbe a caccia del suo quinto successo (dal 2013 ad oggi ha perso solo nel 2014, ad opera di Vincenzo Nibali). Gli organizzatori non avrebbero infatti alcuna intenzione di lasciar prendere il via un corridore che potrebbe essere sospeso da un momento all’altro e sarebbe fiduciosa di poter superare una eventuale controversia legale da parte del Team Sky.

L’UCI, che ha potenzialmente il potere di escludere il Keniano Bianco (come fu, ad esempio, nel 2006 con i corridori coinvolti nell’Operacion Puerto), ma ha più volte ribadito di non volerlo fare visto che il regolamento in auge prevede un iter abbastanza preciso (in base al quale non vogliono neanche loro essere potenzialmente citati in giudizio successivamente), sarebbe pronta in tal caso a schierarsi con ASO. Ma d’altro canto anche loro in questo caso sarebbero soggetti a eventuali ripercussioni legali, che invece vogliono accuratamente evitare.

Resta dunque una situazione abbastanza incerta, anche per gli stessi organizzatori del Tour de France che in passato hanno anche loro provato a percorrere questa strada (ad esempio impedendo a Tom Boonen di partecipare ai tempi della sua triplice positività fuori competizione alla cocaina), ma non riuscirono nel loro intento, con il tribunale civile che si dichiarò non competente per poter agire. Se fino a prima dell’avvento del ProTour, poi diventato WorldTour, la pratica era abbastanza comune vista la completa discrezionalità degli organizzatori riguardo squadre e corridori, dal 2005 ad oggi la situazione è molto cambiata, con il ruolo centrale dell’UCI in questi casi.

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