Bora-Hansgrohe, Sagan ammette che tra i suoi nuovi obiettivi “uno sarà la Sanremo” e nega un futuro da ds: “Non fa per me”

Peter Sagan fa rumore anche nel silenzio. Il corridore più rappresentativo della Bora-Hansgrohe, icona del movimento ciclistico anche per il suo carattere istrionico, non ha rilasciato molte dichiarazioni durante la sospensione delle corse a causa del coronavirus. Come spiegato attraverso il proprio canale Instagram, la decisione di non comparire sui social dipende dalla volontà di rispettare il dolore dei familiari delle persone colpite dalla malattia: una scelta diversa da quella di tanti altri personaggi famosi, e che ben si sposa con la personalità del diretto interessato. Di certo lo slovacco non ha apprezzato la necessità di allenarsi sui rulli e non all’aperto, rinunciando anche a prendere parte alle corse virtuali.

In un’interessante intervista concessa al Corriere della Sera, l’eclettico corridore ha ammesso di sentire la mancanza de “la bici, la strada, l’aria fresca nelle narici” ma soprattutto “il profumo della primavera e delle Classiche“. Una situazione del tutto particolare, che ha stravolto anche il programma delle corse dello slovacco, il quale non ha ancora comunicato il suo nuovo programma dopo la sospensione. Inizialmente previsto alla partenza del Giro d’Italia 2020, il tre volte iridato potrebbe rivedere le proprie strategie e rimandare il debutto in carriera alla corsa rosa, a cui non ha mai preso parte. Anche se non sono ancora chiari i nuovi obiettivi stagionali, il velocista riconosce che “uno sarà di certo la Sanremo“: una classica speciale e contemporaneamente maledetta per un corridore del suo talento, che non è mai stato in grado di trionfare nella Classicissima.

Con la speranza che “alla ripresa avremo tutti lo stesso tempo per allenarci“, Peter Sagan ha poi ammesso di non essere più nella migliore condizione, avendo dovuto di fatto interrompere i propri allenamenti all’aperto. Il corridore della Bora-Hansgrohe alla presentazione del Giro d’Italia 2020 aveva scherzato sulla possibilità di ritirarsi a fine stagione, avendo più volte dichiarato che prima di lasciare il mondo del ciclismo professionistico avrebbe voluto correre in Italia. L’ipotesi, naturalmente, non è nemmeno presa in considerazione, almeno “non a breve”. Né tuttavia sembra plausibile vederlo nei panni di direttore sportivi: “Sette ore seduto in auto? Per carità, non fa per me. Ridatemi la bici“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio