Bahrain-Merida, Cortina analizza la stagione tra buone prestazioni e rimpianti: “Il ritiro al Mondiale è stato il colpo più duro della mia carriera”
Conclusa la stagione su strada, Ivan Garcia Cortina fa un bilancio del proprio 2019 ai microfoni di Radio Marca. Il corridore della Bahrain-Merida è reduce da una buona annata che l’ha visto spesso protagonista con piazzamenti nella top ten, oltre finalmente ad aver trovato la prima vittoria da professionista, nella quinta tappa del Giro della California. Inoltre, il 23enne spagnolo ha avuto anche la possibilità di correre il Tour de France per la prima volta e ha visto migliorare il suo rendimento nelle classiche, come dimostrato dal terzo posto al GP de Montreal alle spalle di Greg van Avermaet e Diego Ulissi. Queste buone prestazioni gli sono valse la convocazione ai Mondiali di Yorkshire 2019 con la nazionale iberica, prima rassegna iridata a cui partecipava, che però non è andata come sperato, dato che per Cortina la gara si è conclusa con un ritiro.
“È stato il colpo più duro nella mia carriera da professionista – esordisce il giovane atleta – Si erano fidati di me come seconda scelta dopo Valverde, e non è che abbia così tante occasioni da sprecarle, ma non potevo fare di più. Ho fatto un controllo antidoping il giorno prima, alle sette del mattino. C’era un sacco di corrente e ho preso freddo e da quel momento non ho fatto colazione, ho iniziato ad andare in bagno… anche a cena, il riso mi dava il vomito. Non so se sia stato un virus o il freddo, ma è stato un peccato. Mi arrabbio perché avevano tolto la parte più difficile del percorso e poi le condizioni, con la pioggia, sono quelle che mi piacciono di più, erano adatte a me. È vero che alla fine il freddo ha preteso il suo pedaggio, ma il problema era la pioggia, che di solito mi piace”.
Lo spagnolo torna indietro ad un altro episodio sfortunato della sua stagione, la foratura alla Parigi-Roubaix: “Mi sentivo molto bene quel giorno, ero riuscito a stare con i migliori. Ho visto arrivare Sagan e gli sono andato dietro per cercare di seguirlo. Guardavo Vanmarcke alle mie spalle e ho visto che perdeva metri, e per non aver guardato la strada, ho preso un ciottolo e addio alla gara“.
Nonostante questi inconvenienti, la stagione per il 23enne non può considerarsi negativa, soprattutto perché è arrivata la prima vittoria da professionista: “Ero sempre lì nella top ten, vincere in California, che è un posto che mi piace molto, è speciale. È stato davvero bello vedere che la squadra ha iniziato a lavorare per me, non sono cose che mi sono accadute spesso. Questo ti dà una spinta”.
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