Vuelta a España 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2020.

TOP

Magnus Cort (EF): Giornata perfetta per il corridore danese. Riesce a resistere in salita, mentre gli altri uomini veloci uno via l’altro perdono contatto, e poi è bravo a nascondersi nella parte finale dove sono altri team a guidare l’inseguimento. In volata, poi, è magistrale, lanciandosi al momento giusto e proseguendo senza mai scomporsi, nemmeno quando Rui Costa lo costringe ad allargarsi, centrando così il suo terzo successo in carriera alla Vuelta.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma): Guadagna sei secondi in una tappa in cui in qualche modo provano a metterlo in difficoltà. Lui invece ribalta la situazione a suo vantaggio e alla fine sfrutta il lavoro di Movistar e Ineos per guadagnare secondi di abbuono, sfiorando persino il successo di tappa. Domani ci sarà la tappa decisiva e lui ci arriva con sei secondi di vantaggio in più rispetto a quelli che aveva stamattina e che potrebbero anche tornargli utili.

Remi Cavagna (Deceuninck-QuickStep): Per il secondo giorno di fila un uomo della compagine di Patrick Lefevere viene ripreso a una manciata di chilometri dal traguardo. Per Cavagna si potrebbe fare copia e incolla di tutto quanto detto ieri per Cattaneo, aggiungendo che la fuga di oggi sembrava avere ancora meno speranze. In discesa il gruppo si avvicina fino a 5”, ma lui si stacca dalla ruota Stannard e insiste nella sua azione, sognando a lungo il colpaccio. Alla fine viene ripreso ma almeno, rispetto al suo compagno italiano, può consolarsi con il premio di corridore più combattivo di giornata.

FLOP

Alejandro Valverde (Movistar): Gli anni passano per tutti. Il murciano fa lavorare a lungo il suo team, convinto di potersi giocare il successo di tappa in volata. Al momento dello sprint sbaglia i tempi partendo troppo lungo, o semplicemente non ha le gambe che credeva, e finisce con il piantarsi negli ultimi metri andando a cogliere il podio di tappa solo dopo la squalifica di Rui Costa. Non vince da più di un anno (gli resta solo domani per cercare un successo nel 2020) e in questa Vuelta è finito più di una volta tra i nostri flop. Si dice che la vita cominci a quarant’anni, se il detto vale anche per lui, con le sue qualità, ha ancora tempo per rifarsi.

Ineos Grenadiers: Anticipano di un mese e mezzo il Natale e impacchettano un regalo che Roglic è ben felice di scartare sul traguardo trovandoci sei secondi di abbuono. Sono loro che fanno il lavoro maggiore per riprendere la fuga iniziale, ma poi alla fine si trovano con il loro capitano che perde 6” in classifica, eppure Carapaz fa tutto quello che può, lanciandosi anche nella volata finale, un esercizio in cui però l’atleta della Jumbo-Visma è più abile di lui. Apprezziamo lo spirito battagliero, ma forse hanno scelto la giornata sbagliata, ci attendiamo (e speriamo per lo spettacolo) che ci riprovino domani su un tipo di terreno a loro più favorevole.

 Burgos BH: Mandare quattro uomini in fuga per un team come quello spagnolo è di solito già sintomo di una giornata positiva, loro invece riescono a sbagliare quasi tutto quello che c’è da sbagliare. Ne mandano in fuga quattro in quattro momenti diversi, senza mai aspettarsi, sprecando tante energie già nei primi chilometri. Willie Smit poi addirittura si muove troppo tardi e non riesce mai a ricongiungersi con i tre compagni davanti. Ma nemmeno agli altri va molto meglio, visto che Osorio si stacca poco prima dell’inizio della prima salita e Esquerra poco dopo. Madrazo resiste un po’ per poi spegnersi sul primo attacco di Cavagna e così, dalla superiorità numerica in fuga (tre su sette), diventano i primi a staccarsi mettendo ancora più in risalto lo sperpero d’energie iniziale.

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