UAE Team Emirates, i due grandi obiettivi di Fabio Aru: “Prima il Tour de France e poi i Giochi di Tokyo”

Programma definito e obiettivi ben chiari nella testa di Fabio Aru per la stagione 2020. Come anticipato, il sardo non sarà al via del Giro d’Italia, mentre prenderà parte al prossimo Tour de France. L’agenda del 29enne del UAE Team Emirates prevede anche la Tirreno-Adriatico, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro del Delfinato. Prima di quella che al momento è un’aspirazione, ovvero la partecipazione alla prova in linea dei Giochi olimpici di Tokyo.  Calendario intenso, quindi, per Aru, che ne ha parlato nel dettaglio in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Il 2020 di Aru inizierà con un periodo di allenamento in altura: “Andrò in Colombia – rivela lo scalatore italiano – per la prima volta. E sempre in Sud America ci sarà il mio debutto agonistico ufficiale, al Tour Colombia (corsa a tappe che ha visto la sua prima edizione nel 2019 – ndr)”. Poi, il corridore della UAE farà rotta verso la Tirreno-Adriatico: “Ho visto il percorso, è disegnato bene. Ci sono l’arrivo a Sassotetto e il giorno dopo la tappa dei Muri marchigiani. Inoltre, ci tengo a correre in Italia: nel 2019 l’ho fatto solo al Campionato nazionale”.

La stagione di Aru proseguirà con la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Romandia: “Poi uno stacco dalle gare, prima di tornare al Delfinato e, infine, al Tour de France. Le responsabilità non mi spaventano, ringrazio la squadra che mi supporta e che crede nelle mie possibilità. La convivenza con  Tadei Pogačar? Lui è un talento, il fatto che sia arrivato terzo alla Vuelta a España a 21 anni, al debutto in un grande giro, parla da solo: io vedo una squadra a due punte”.

Tornando alla non partecipazione al Giro, il sardo sottolinea come “devo fare le cose nei tempi giusti, senza strafare. La squadra ha fatto le sue valutazioni, studiando un programma ben calibrato”. Programma in cui potrebbe inserirsi l’appuntamento olimpico: “Forse ci potevano essere percorsi di avvicinamento più calibrati, ma conta soprattutto andare forte. Il Ct Davide Cassani lo sa: nel 2018 fui il primo a chiamarmi fuori dal Mondiale perché non andavo. Ma, se sono il miglior Aru, può contare su di me”.

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