Giro d’Italia 2018, Fonzi si ripete in Maglia Nera: “Mi sento un po’ come il corridore del popolo”

Seconda Maglia Nera per Giuseppe Fonzi. Ultimo classificato del Giro 2017, il corridore della Wilier – Selle Italia si ripete ancora al Giro d’italia 2018. È quasi scontato, andando a leggere la classifica generale del Giro d’Italia, partire dall’alto: dal primo posto, dalla Maglia Rosa, da un campione solitamente importante, affermato, mentre per trovare Fonzi conviene partire dal basso invece, da quella 149esima ed ultima posizione occupata (a cinque ore e quarantotto minuti da Froome), dopo il traguardo di Roma. Ventisette anni ad agosto, abruzzese di Pescara e gregario di una formazione Professional italiana, Fonzi è il simbolo di un ciclismo che non è fatto solo di vincitori, ma anche di gregari, che lavorano e faticano a portare la bicicletta fino al traguardo, che non compaiono mai nelle prime posizioni degli ordini d’arrivo lungo le strade della penisola.

Giuseppe è partito da Gerusalemme con il compito di scortare il proprio capitano, Jakub Mareczko, per aiutarlo a vincere almeno una volata. Non ce l’ha fatta il velocista italo-polacco, apparso ancora troppo acerbo per una corsa così dura (costretto al ritiro durante la nona tappa, proprio sulle strade abruzzesi del compagno Fonzi), nonostante un secondo posto a Tel Aviv.

Un dominio, quello di Fonzi in questa speciale classifica al contrario (in realtà inesistente, ricordo di un passato lontano in cui il simbolo era una maglia nera reale, indossata e tangibile) iniziato prestissimo, già alla seconda tappa in terra israeliana e protratto per ben venti frazioni su ventuno! Portando a termine questo giro durissimo, dopo l’impresa dello scorso anno eccolo quindi ripetersi in un bis eccezionale.

Il corridore classe ’91 parla così, ad Eurosport, di questa sua esperienza, che l’ha portato ad avere una certa popolarità, come evidenzia il calore del pubblico nei suoi confronti: “Mi sento un po’ come il corridore del popolo, quello che è acclamato da tutti, anche se è ultimo in classifica. Passare per le strade italiane ed essere riconosciuto appunto perché ultimo per me è bellissimo. Vedo che viene apprezzato lo sforzo e il sacrificio che faccio per arrivare all’arrivo anche se sono l’ultimo”.

Non disdegna però di sognare per il futuro, con la speranza di potersi quantomeno giocare un successo parziale, per il quale lo abbiamo visto già quest’anno operarsi all’attacco: “Il sogno che ho fin da bambino sarebbe di vincere una tappa. Se non arriva mi piacerebbe comunque lottare per questo, poi si vedrà…”

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