Tour de France 2019, allarme doping: una squadra somministra Aicar nelle borracce ai corridori?

L’Aicar circola nuovamente in gruppo? Secondo De Telegraaf, addirittura corridori di una squadra ne avrebbero ricevuto una dose in corsa, sciolto in acqua o altre bevande. Alcune fonti avrebbero inoltre riportato al quotidiano neerlandese che ci sono corridori che ne farebbero uso in questi giorni per il Tour de France 2019. Un allarme che è già stato dato ad alcuni laboratori antidoping affinché intensifichino i controlli per questa sostanza, che sarebbe dunque attualmente somministrata in polvere, facilitandone dunque l’assunzione anche durante le competizione. Sostanza non di semplicissima individuazione, in quanto anche possibilmente endogena, tramite l’attivazione della proteina AMPK permette l’incremento dei muscoli e brucia i grassi portando inoltre ad un aumento dei globuli rossi.

Usata per la prima volta nello sporto ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, venne usata nel ciclismo nel 2012 e, specialmente se combinata con il GW1516, si dice possa avere grandissimi effetti sulle prestazioni degli atleti, specialmente sulle loro capacità di resistenza. Per questo risulta particolarmente efficace per i ciclisti o per tutti gli sport di grande fatica. Nel 2013 era stato annunciato un test per rintracciarne nel sangue la presenza e la provenienza, distinguendo dalla parte endogena, portando così gradualmente alla scomparsa di questa forma di doping, ma il noto quotidiano ne denuncia ora una nuova ondata di utilizzo.

Essendo una sostanza naturale è difficile da scoprire – spiega l’esperto Douwe de Boer – C’è la possibilità di rintracciarlo tramite l’HDL nel passaporto biologico, ma può essere una opzione complicata. Il pericolo è che i ciclisti sono costantemente alla ricerca dei limiti, il che fa parte dello sport di alto livello. Alcuni possono arrivarci restando nelle regole, mentre per altri le ricerche sono al di fuori di queste regole”.

Altra possibilità è un test delle urine, come per il testosterone, ma come spiega Peter van Eenoo, direttore del DoCoLab di Gand, “il valore dell’Aicar nel corpo può variare molto” e “anche persone che non usano la sostanza possono avere valori alti, il che spiega perché la soglia consentita è abbastanza alta”. Attualmente i laboratori possono dunque dare indicazioni di massima e “solo se i valori oscillano molto possiamo investigare ulteriormente”.

Da segnalare che perfino i benefici della sostanza sono dubbi secondo questi esperti, visto che non esiste una letteratura scientifica riguardo gli effetti sugli umani, ma solamente sui gatti (portando al miglioramento della capacità di resistenza sino al 68%). “Non ci sono prove che questo prodotto abbia un diretto effetto sulle prestazioni sportive“, aggiunge Van Eenoo, secondo il quale bisogna prenderne grandi quantità affinché possa avere un qualsiasi effetto”. Tuttavia, ammette di temere che “esperimenti con l’Aicar siano attualmente in corso”.

Prodotto piuttosto caro (70€ per 5mg), ma facile da trovare, è inoltre ancora in fase sperimentale. Il che significa che non se ne conoscono ancora bene i rischi potenziali e gli effetti collaterali, che potrebbero essere anche molto importanti. Da segnalare che la sostanza associata ad esso, il GW1516 che negli anni passati era stato usato, soprattutto in paesi emergenti, portava alla formazione di tumori al fegato, vescica e reni.

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