Pagelle Parigi-Roubaix 2019: Monumentale Gilbert! Nils Politt sorprende, Sagan non basta, sfortunato Van Aert, disastro GVA e Naesen

Philippe Gilbert (Deceuninck-QuickStep), 10 e lode: Non si contano le sue accelerazioni negli ultimi sessanta chilometri, vissuti a grande intensità, con la voglia di un ragazzino e l’esperienza del veterano, che sa quando rialzarsi e aspettare. Il belga realizza una corsa più che perfetta, gestendo alla perfezione ogni momento, attaccando e rifiatando nei momenti giusti. A 37 anni vince l’ennesima scommessa di una carriera straordinaria, nella quale è riuscito a coronare quasi tutti i suoi sogni. Ora ne resta una solo…

Nils Politt (Katusha-Alpecin), 10: Prova eccezionale del corridore tedesco all’attacco sin dalle prime fasi di corsa. Generoso e scaltro, si morde praticamente il manubrio per il mal di gambe quando ci sono le accelerazioni più brutali, ma resta sempre davanti. Nel momento decisivo è la sua accelerazione a decidere la corsa. Purtroppo per lui, nulla può nella morsa dei rivali, battuto anche psicologicamente da Gilbert che nel finale lo costringe a mordere l’amo.

Yves Lampaert (Deceuninck-QuickStep), 9: Si sacrifica per il proprio capitano senza remore, pur dimostrando di avere anche lui una gamba non indifferente quando, facendo anche preoccupare, è sostanzialmente lui a riportarsi sulla testa della corsa. Ma il seguito dimostra che si è trattato della scelta giusta, potendo così offrire più volte un nuovo decisivo contributo alla causa di Gilbert.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 8,5: La controprova non ci sarà mai, ma probabilmente il più forte oggi era lui. Malgrado tutte le energie spese per rincorrere il gruppo dalla Foresta di Arenberg, è lui a promuovere il tentativo tra i big, portandosi appresso buona parte del gruppetto che poi si giocherà la corsa. Ma ne paga il conto nel momento decisivo, non potendo più rispondere alle accelerazioni di Gilbert, finendo per farsi riprendere anche dagli inseguitori concludendo stremato in una 22ª posizione che non rende assolutamente idea della sua grande prova.

Sep Vanmarcke (EF Education First), 8: Arrivato con mille dubbi, il belga parte in sordina, senza proclami e con meno pressione. Corre dunque con molta più parsimonia di quanto faccia solitamente, riuscendo così a risparmiarsi per poter seguire le azioni più interessanti. Pur apparendo spesso in sofferenza, dimostra la sua grandissima grinta lottando con caparbietà e riuscendo anche una prima volta a rientrare quando viene staccato. Alla fine, complice anche un problema meccanico, viene definitivamente staccato, ma il quarto posto stamattina non era così scontato.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe), 8: Per lui il quinto posto è una delusione, dimostrando come questa primavera ci sia davvero qualcosa che non va, ma ancora una volta corre con determinazione e la classe del campione. Senza starci a pensare troppo, dopo aver già speso per sopperire alla sfortuna, è tra i più insistenti nell’azione decisiva, apparendo a lungo come il grande favorito. Si assume dunque le sue responsabilità, rintuzzando gli attacchi dei rivali. Purtroppo per lui, anche oggi la lampadina si spegne troppo presto, dovendo, quasi all’improvviso, alzare bandiera bianca.

Florian Sénéchal (Deceuninck-QuickStep), 7,5: Il francese è tra i primi a muoversi quando le cose si fanno serie, poi resta costantemente nelle prime posizioni del gruppo per fare da stopper a qualsiasi azione. Nel finale trova anche il modo di seguire il disperato forcing dei battuti, beffandoli poi in volata nel velodromo. Un piazzamento prezioso, a conferma di una costante crescita. Simbolo, assieme al generoso Zdenek Stybar (7) di una squadra che ancora una volta domina anche l’ordine d’arrivo.

Evaldas Siskevicius (Delko Marseille Provence): 7,5: Migliore delle squadre professional, regalando a quella meno attesa di tutte un bel piazzamento nei dieci, il lituano riscatta così la delusione dell’anno scorso, quando finì fuori tempo massimo. La determinazione che dimostrò dodici mesi fa per concludere la corsa l’ha pienamente confermata oggi con una bella prova.

Stefan Kung (Groupama-FDJ), 6,5: Lo svizzero ribadisce di avere le carte giuste per poter giocare al tavolo dei grandi. Deve ancora capire del tutto come giocarsele, forse correndo in maniera più aggressiva quando la corsa si è decisa, ma la strada sembra essere quella giusta

Sebastian Langeveld (EF Education First), 6,5: Altro stopper di lusso. Tenendosi costantemente nelle prime posizioni del gruppo degli inseguitori, sempre pronto a farsi vedere alle ruote di chi provava ad organizzare la rimonta, svolge alla perfezione il suo compito. Una presenza fissa fino al velodromo, dove coglie un bel decimo posto.

Hugo Hofstetter (Cofidis), 6,5: Generoso, più volte all’attacco, spende forse troppo in momenti sbagliati, ma è così che le formazioni Professional devono affrontare queste prove. Forse un peccato nell’azione decisiva non ci fosse lui ma un comunque discreto Christophe Laporte (6), tuttavia nel complesso la squadra ha saputo giustificare la sua presenza con la sua condotta di gara.

Davide Ballerini (Astana), 6: Alla sua prima esperienza prova a farsi notare, dimostrando un bel feeling con le pietre. All’attacco nelle prime fasi di corsa, successivamente è fra i pochi a provare con convinzione a rientrare sugli attaccanti quando era ancora possibile andarli a riprendere. Poi si spegne, ma è un buon inizio.

Anthony Turgis (Total Direct Energie), 6: In assenza di Niki Terpstra la formazione transalpina non può far altro che correre d’attacco per giustificare la sua presenza. Il risultato è una corsa generosa, con un piazzamento finale non ridicolo, anche con Adrien Petit (6) che prova a correre da capitano.

Heinrich Haussler (Bahrain-Merida), 6: Costretto spesso a rincorrere dopo essere colpito da sfortuna, l’esperto corridore australiano conclude a ridosso dei primi dieci. Senza quel dispendio di energie avrebbe sicuramente potuto fare meglio, regalando un miglior risultato ad una squadra nel complesso oggi sfortunata, come dimostra la foratura di Matej Mohoric (sv) in un momento decisivo.

Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), 5,5: Ancora una volta è uno dei più attivi e generosi, provando spesso ad attaccare. Non trova purtroppo mai il momento giusto, spendendo così troppe energie a vuoto, finendo per spegnersi in un finale in cui comunque ormai non sarebbe più potuto essere protagonista.

Jens Keukeleire (Lotto Soudal), 5,5: Dopo le buone prestazioni delle scorse settimane, considerando che il suo capitano di giornata era ormai fuori gioco, ci si poteva aspettare qualcosa in più. Corre invece in maniera abbastanza anonima, seppur ordinata, finché ne ha. Ma troppo presto smette di averne.

John Degenkolb (Trek-Segafredo), 5: Difficile capire chi abbia maggiormente responsabilità nel fallimento corale della formazione statunitense che, malgrado sia tra le più rappresentate nel gruppo dei migliori, vede i suoi corridori sparire gradualmente. Il tedesco è la punta di un iceberg in cui non brillano di certo neanche i vari Jasper Stuyven (5), Mads Pedersen (4,5) ed Edward Theuns (4).

Greg Van Avermaet (CCC Team), 4: Una serie di scelte sbagliate portano il belga ad una sconfitta inequivocabile. Al momento dell’attacco decisivo si fa sorprendere troppo indietro in gruppo, decidendo comunque di non inseguire in prima persona perché pensava fosse ancora troppo presto. E pensare che in precedenza era stato lui a mettersi davanti nei tratti di pavé più importanti. Tutto al momento sbagliato, come dimostra anche la sfuriata nel Carrefour de l’Arbre, quando in un colpo solo praticamente dimezza il proprio ritardo dagli attaccanti. Le gambe probabilmente c’erano, ma da sole non bastano.

Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), 4: Malgrado il grande lavoro richiesto a Stjin Vandenbergh (7), l’ex campione belga praticamente non si vede mai, se non per qualche sporadica tirata. Nelle scorse settimane ha avuto qualche problema di salute, ma la defaillance odierna sembra essere stata più tattica che fisica.

Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), sv: Due forature quando l’aria comincia a farsi bollente e la sua corsa finisce lì.

Tiesj Benoot (Lotto Soudal), sv: La sua Roubaix finisce contro il parabrezza dell’ammiraglia della Jumbo-Visma, costretto al ritiro in ambulanza con una gamba insanguinata.

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