Pagelle Milano-Sanremo 2021: Jasper Stuyven fa il colpaccio, Caleb Ewan quasi perfetto – Alaphilippe e Van Aert ci provano ma non incidono

Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), 10: Il 28enne è perfetto nel cogliere il momento giusto per andare a prendersi la vittoria più importante della sua carriera. Fatica (come molti altri) sullo scatto di Alaphilippe sul Poggio, ma al termine della salita è già lì con i migliori; poi, appena prima di terminare la discesa, sfrutta un momento di stallo per piazzare la sparata giusta, che gli permette di prendere qualche secondo di vantaggio sui favoriti. Una volta rientrato Kragh Andersen su di lui, il belga è anche astuto nel mettersi alla sua ruota, lanciando la volata a 150 metri dall’arrivo e resistendo al ritorno degli inseguitori. Una giornata da incorniciare.

Caleb Ewan (Lotto Soudal), 9,5: Un altro secondo posto per lui nella Classicissima dopo quello ottenuto tre anni fa. Ben diverso, però, è il modo nel quale questo podio è arrivato rispetto a quello del 2018: se allora il 26enne si era infatti dovuto accontentare di vedere Vincenzo Nibali andarsene sul Poggio e non essere più ripreso, questa volta l’australiano riesce a resistere ai vari scatti dei favoriti principali, scollinando assieme ai migliori. Una volta partito Stuyven, poi, sono altri quelli che devono andare chiudere, e dunque decide di puntare tutto sulla volata finale, che solo per poco non è vincente. Ci riproverà sicuramente.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 8,5: Non è mai facile presentarsi al via di una gara come la Milano-Sanremo da campione uscente, avendo addosso gli occhi di tutti. Il belga, tuttavia, fa la sua corsa, ed è il primo a seguire Alaphilippe quando questi attacca sul Poggio, provando poi a scattare in prima persona poco prima dello scollinamento. Al termine della discesa va a chiudere anche su un paio di allunghi, ma per timore di sprecare troppe energie si rialza, sentendosi forte allo sprint, che infatti chiude solamente alle spalle di Ewan per questione di centimetri.

Soren Kragh Andersen (Team DSM), 8,5: Sempre più solide le prestazioni di questo 26enne, che non ha paura di provarci in prima persona. Cosa che fa a circa due chilometri dal traguardo, quando riesce a sorprendere gli altri componenti del gruppetto che inseguiva Stuyven e a riportarsi sul belga (unico a riuscirci) in prossimità della Flamme Rouge. Nonostante lo sforzo, non si mette a ruota ma si porta davanti per fare in modo che il tentativo giunga all’arrivo, tirando in pratica la volata al corridore della Trek-Segafredo. Alla fine arriva ‘solo’ un nono posto, suo miglior piazzamento in una Monumento, che dimostra quelle che sono le sue qualità.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe), 8: Per la terza volta consecutiva, la quinta in totale, conclude la corsa in quarta posizione. Questa volta, però, sono pochi i rimpianti per l’ex campione del mondo, che si presentava al via quest’oggi dopo un inverno complicato dal Covid-19 e con solo la Tirreno-Adriatico nelle gambe. Lo slovacco non riesce a seguire Alaphilippe, il compagno di squadra Maximilian Schachmann (voto 8 anche per lui) e gli altri al momento dello scatto del francese sul Poggio, ma rientra in discesa e alla fine viene battuto solo da Ewan e Van Aert nella volata alle spalle di Stuyven.

Michael Matthews (Team BikeExchange), 7,5: Vale lo stesso discorso fatto per il connazionale Ewan. L’obiettivo era resistere agli attacchi sul Poggio e scollinare con i migliori, cosa che gli riesce. Nel finale, giustamente, attende la volata, conquistando un altro buon piazzamento nei dieci.

Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), 7: Come accaduto negli ultimi due anni, è sempre lui a far esplodere la corsa e ad accendere la bagarre sul Poggio. Questa volta, tuttavia, lo scatto non provoca la selezione auspicata, dunque decide di non forzare ulteriormente, nemmeno in discesa. Nel finale, poi, è anche fin troppo generoso nel tentativo di andare a chiudere su Stuyven e Kragh Andersen e alla fine non ha più energie per la volata, chiudendo al sedicesimo posto.

Alex Aranburu (Astana), 7: Ripete esattamente la Sanremo dello scorso agosto, concludendo anche in questo caso al settimo posto. Rientra nella discesa del Poggio dopo essersi staccato sulle accelerazioni di Alaphilippe e Van Aert e, come altri uomini veloci presenti davanti nel finale, decide di attendere lo sprint, dove appunto coglie un bel piazzamento.

Anthony Turgis (Total Direct Energie), 7: Se non fosse per Stuyven, sarebbe lui la vera sorpresa di questa Sanremo. Il 26enne chiude con un ottimo decimo posto, tentando anche un allungo sul finire della discesa, poco prima dell’attacco decisivo del belga della Trek-Segafredo. Spesso sottovalutato, il transalpino è già al secondo piazzamento consecutivo di prestigio in una Monumento dopo il quarto posto all’ultimo Fiandre, risultati che dimostrano le sue qualità.

Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious), 7: Con il suo ottavo posto, è il migliore degli italiani al traguardo. Arrivato alla Classicissima in sordina, non partecipando né alla Parigi-Nizza né alla Tirreno-Adriatico, il 30enne ottiene il massimo, conquistando la sua quarta top ten qui in Via Roma.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 7: Mette in fila tutto il gruppo sia nel tratto appena precedente al Poggio, sia per quasi metà della salita, dimostrando ancora una volta di avere un motore pazzesco. Un gran lavoro che, però, ci chiediamo ancora a cosa è servito, dato che alla fine i compagni di squadra (vedi sotto) non riescono a concretizzarlo.

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), 6,5: Probabilmente ci si aspettava di più dal fenomeno neerlandese, che si limita a seguire gli altri nei momenti decisivi. Commette un errore di inesperienza affrontando il Poggio nelle posizioni di coda del gruppo ed è costretto dunque a rimontare, spendendo energie preziose. Nel finale, poi, decide di non andare a chiudere in prima persona su Stuyven, giocandosi tutto allo sprint, concluso al quinto posto. Alla fine, è umano anche lui…

Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 6,5: Riesce quasi a resistere sullo scatto di Alaphilippe, rientrando comunque poco dopo. Nel finale lo si vede anche nelle prime posizioni nel tentativo di chiudere su Stuyven e Kragh Andersen. Alla fine conclude dodicesimo, dimostrando che in un modo o nell’altro c’è sempre.

Greg Van Avermaet (Ag2r Citroën), 6: Non si vede praticamente mai, ma alla fine chiude appena fuori dai dieci. Un piazzamento che non aggiunge nulla al suo palmares, ma che tutto sommato fa morale in vista dei prossimi appuntamenti al Nord.

Ineos Grenadiers, 5: Negli ultimi 30 chilometri sono praticamente la formazione migliore, sempre attenta davanti, nelle prime posizioni. Eppure, nonostante facciano lavorare Luke Rowe sulla Cipressa e poi un generosissimo Filippo Ganna sul Poggio, alla fine ottengono solo un quindicesimo e un diciassettesimo posto con Tom Pidcock (6,5, non poteva fare di più considerando che è alle primissime esperienze su strada) e Michal Kwiatkowski (5, non pervenuto).

Nicola Conci, Matthias Norsgaard, Andrea Peron, Charles Planet, Filippo Tagliani, Alessandro Tonelli, Mattia Viel e Taco Van Der Hoorn ovvero i fuggitivi, 10: Andare in fuga sapendo che le possibilità di successo sono quasi nulle è già di per sé coraggioso, farlo alla Sanremo è quasi da eroi. Chi più, chi meno, trascorrono 250 chilometri col vento in faccia, consapevoli che le loro chances di giungere al traguardo sono meno di zero. Bravissimi.

Paul Martens, Tim Declerq, Senne Leysen, 10: Anche loro, come i sopracitati fuggitivi, si fanno 250 chilometri col vento in faccia portando a spasso il gruppo per tre quarti di gara, aiutando a contenere il ritardo dagli attaccanti. Onore anche ai gregari.

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Un commento

  1. il vento in faccia non lo ha preso nessuno! Tutta la corsa si è svolta con il vento favore ed è semplicemente per questo che sono andati tutti molto veloce.
    La vittoria di Stuyven, che, sia ben chiaro non ha rubato assolutamente nulla, è in buona parte da attribuirsi al comportamento anomalo di Andersen che invece di accodarsi o saltarlo dal lato opposto lo ha sopravanzato tirandogli la volata; lo stesso dichiara infatti: “Ho chiuso il gap su Stuyven, ma stavo già soffrendo e ho commesso qualche errore”

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