Pagelle Amstel Gold Race 2023: Tadej Pogacar indescrivibile, Ben Healy si rivela, Andrea Bagioli cresce, deludono Mohoric e Cosnefroy

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Gli aggettivi cominciano davvero a scarseggiare per un corridore che continua a vincere e dominare a qualsiasi latidune e tipo di corsa. Una vittoria che lo mette sempre di più nella storia del ciclismo, confermando per l’ennesima volta la sua straordinaria capacità di adattarsi, vincere, divertirsi e divertire, pur senza lasciare agli altri altro che le briciole.

Ben Healy (EF Education – EasyPost), 10: Arrivato in splendida forma, è l’unico a non chiudere a più di due minuti dal fenomeno sloveno. Dopo un primo anno di apprendistato, in questo 2023 sta dimostrando un salto di qualità impressionante, fisico sicuramente, ma anche mentale visto che si gestisce con sapienza, senza strafare e farsi prendere la mano. Non poteva davvero fare di più oggi.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 8: Arrivato con molti dubbi, probabilmente esagera nel voler ogni volta seguire Pogacar, spendendo energie che lo costringono a due fuori giri che poi paga caro nel finale. Reduce comunque da delle prove complicate dopo la commozione cerebrale che lo ha condizionato, oggi indubbiamente mostra notevoli progressi che in questa settimana possono permettergli di andare a caccia di altri risultati importanti.

Andreas Kron (Lotto Dstny), 7,5: Sfiora il terzo posto dopo il crollo di Pidcock, ma se non ci riesce è anche colpa sua, che nell’arco della giornata preferisce spesso un atteggiamento difensivo, innervosendo non poco Lutsenko, che cerca invano la sua collaborazione. E alla fine il kazako gli rende pan per focaccia, consapevole che non ne avrebbe avuto per lo sprint.

Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), 7,5: Reduce dal successo al Giro di Sicilia, vola nei Paesi Bassi e si rende protagonista di una corsa generosa, forse anche troppo visto il risultato. È infatti tra coloro che si spendono maggiormente quando il gruppetto di testa è ancora piuttosto numeroso, finendo così per non riuscire a seguire quando arriva il cambio di ritmo decisivo. Dopo le difficoltà dello scorso anno, il quinto posto è comunque un bel risultato, promettente per questa settimana

Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), 7: Se gli inseguitori ad un certo punto rischiano quasi di riuscire a rientrare, il merito è della sua accelerazione. Compreso probabilmente che ormai era impossibile rimontare, riesce a conservare qualche energia per chiudere con un buon sesto posto finale, regolando lo sprint dei battuti. Peccato non averlo visto all’interno del gruppetto che era uscito assieme a Pogacar.

Maxim Van Gils (Lotto Dstny), 7: Ha due compagni davanti quindi non sta certo a lui muoversi. Quando gli altri lo fanno è pronto a seguire e chiude con un discreto piazzamento.

Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo), 7: Scortato dai compagni che provano a riportarlo davanti, riesce a seguire l’azione dei contrattaccanti per chiudere con un piazzamento tutto sommato incoraggiante.

Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling), 6,5: Dopo il quinto posto dello scorso anno, conferma il buon feeling con la corsa neerlandese con un nono posto che sicuramente sarebbe potuto essere migliore mouovendosi al momento giusto.

Axel Zingle (Cofidis), 6,5: Presente nell’azione decisiva, non riesce a seguire le accelerazioni di Pogacar né dei suoi più immediati inseguitori, ma trova ancora energie per restare con i fuoriusciti dal gruppo e chiudere con una discreta top10.

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 6: Unico dei big ad avere una parziale scusa per l’assenza nel gruppo di testa manda tre compagni, poi rimane vittima della maxi caduta ed è costretto ad inseguire. Alla fine arriva comunque con gli altri, sfiorando un posto nei dieci. La prossima volta però meglio non azzardare e quando i big cominciano a muoversi farsi trovare pronto.

Jai Hindley (Bora-hansgrohe), 6: Non era la prima scelta della formazione tedesca, ma alla fine, in una corsa non proprio ideale per le sue caratteristiche, è comunque l’unico a farsi veramente vedere. Visto il ruolo tattico, avrebbe potuto muoversi prima, ma la prestazione nel complesso è incoraggiante.

Tiesj Benoot (Jumbo-Visma), 5: È una corsa che ama e che conosce molto bene. Per averlo anche affrontato spesso avrebbe dovuto anche conoscere bene Tadej Pogacar e sapere che quando si muove non puoi lasciarlo andare in questo modo. Sbaglia tempi e modi, spendendo poi tanto inutilmente.

Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën), 5: Arrivato come uno dei grandi favoriti, non coglie l’attimo quando parte l’azione che poi si gioca la corsa e il suo unico tentativo di rientrare è un brevissimo e lontano lampo in un giorno di sole: a malapena si nota.

Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), 4,5: Rimasto tagliato fuori dal tentativo decisivo, mette la squadra a tirare in testa e se la corsa rimane tutto sommato aperta per un po’ è merito loro. Ma lui non si vede mai.

Bryan Coquard (Cofidis), 4,5: Senza il finale sul Cauberg, che teneva bloccata la corsa favorendo un velocista leggero come lui, la Amstel diventa ormai troppo ostica per lui e oggi è l’ennesima conferma.

David Gaudu (Groupama-FDJ), sv: Costretto al ritiro a metà gara, il francese oggi affrontava la meno adatta delle tre corse per quanto lo riguarda. Vedremo come starà nel corso della settimana.

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