Bilancio Squadre 2022: Jumbo-Visma

La Jumbo-Visma è finalmente riuscita a centrare l’obiettivo più desiderato. Tra le 48 vittorie stagionali, infatti, spicca ovviamente la conquista del Tour de France da parte di Jonas Vingegaard al termine di tre settimane perfette. Nel bilancio stagionale , poi, ci sono anche nove vittorie di tappa nei GT, la maglia verde della Grande Boucle, la maglia di miglior scalatore del Giro d’Italia e della stessa Grande Boucle. Il covid ha invece rallentato la corsa del team nelle gare di un giorno, dove sono comunque arrivati piazzamenti importanti, mentre la crescita di Olav Kooij, che ha portato a casa ben 12 successi (più di chiunque altro nel team) non ha fatto rimpiangere Dylan Groenewegen nel reparto volate.

TOP

Jonas Vingegaard è il primo corridore a battere Tadej Pogacar al Tour de France. Negli ultimi due anni lo sloveno aveva avuto sempre la meglio sugli uomini del team neerlandese, battendo il connazionale Roglic nel 2020 e lo stesso danese nel 2021. I due capitani della Jumbo, però, quest’anno uniscono le forze nella tappa del Col du Granon, anche grazie alla disponibilità al sacrificio di Roglic, e mandano in crisi Pogacar, accumulando un vantaggio decisivo per Vingegaard. Il classe ’96 amministra il vantaggio e chiude con un bottino di due vittorie di tappa (una delle quali in maglia gialla in cima all’Hautacam) e la maglia a pois oltre alla vittoria della generale. Storica anche l’immagine del danese in maglia gialla che attende lo sloveno dopo una caduta in discesa. Basta ovviamente la vittoria del Tour per rendere straordinaria la stagione dello scandinavo, ma nel resto dell’anno ci sono comunque altri successi: la vittoria della Drome Classic, una vittoria di tappa al Giro del Delfinato arrivando in parata con il compagno Primoz Roglic (in ordine inverso rispetto a come si chiuderà la generale) facendo capire che probabilmente ne ha più del compagno e candidandosi a primo capitano per il Tour, e a fine stagione due successi di tappa alla CRO Race, dove torna in gara a oltre due mesi di distanza dalla vittoria del Tour (che l’ha privato di energie fisiche e mentali) e in classifica generale deve cedere solo a Matej Mohoric per via degli abbuoni.

Difficile trovare nuovi aggettivi per Wout van Aert, che continua a vincere ovunque e in tutti i modi. Il belga apre l’anno con la vittoria della Omloop Het Nieuwsblad e con la crono della Parigi-Nizza, di cui conquista anche la classifica a punti, piazzandosi sul podio di giornata in quasi tutte le tappe. Dopo la vittoria ad Harelbeke, il covid lo ferma poco prima del Giro delle Fiandre, costringendolo a guardare dalla tv la vittoria del rivale van der Poel. Il classe ’94 recupera in tempo per la Roubaix, che chiude secondo pur non essendo ovviamente al massimo della condizione, e sale poi sul podio anche della Liegi-Bastogne-Liegi. Al Giro del Delfinato è di nuovo in gran forma e vince due tappe, che sarebbero potute essere tre se non avesse festeggiato troppo presto sull’arrivo della terza tappa, beffato da David Gaudu. Dopo la vittoria della classifica a punti anche al Delfinato, l’obiettivo è ovviamente la maglia verde del Tour. Alla Grande Boucle, anche grazie a tre successi di tappa (gli stessi del 2021), l’impresa riesce anche con un vantaggio abissale su tutti gli altri concorrenti e anche per questo il ventottenne può lavorare per Vingegaard, come nella tappa dell’Hautacam, quando, dopo essere stato in fuga, con il suo forcing permette a Vingegaard di liberarsi di Pogacar e poi riesce anche a ottenere il terzo posto di giornata. Nel finale di stagione è ancora grande protagonista vincendo la Bretagne Classic e sfiorando il successo in Canada, mentre ai mondiali deve accontentarsi di festeggiare (?) la vittoria del connazionale Evenepoel, chiudendo ai piedi del podio.

Sul podio iridato ci è invece salito Christophe Laporte. Il francese, arrivato quest’anno dalla Cofidis, capisce in che squadrone sia arrivato nella prima tappa della Parigi-Nizza, quando lui e i compagni Primoz Roglic  e Wout van Aert vanno via a tutti gli altri a qualche chilometro dal traguardo e gli altri due decidono di lasciargli la vittoria. Ad Harelbeke ricambia il favore lasciando vincere Van Aert in un altro arrivo in parata della Jumbo-Visma, mentre in assenza del belga centra la top 10 del Giro delle Fiandre, dopo aver chiuso al secondo posto la Gand-Wevelgem, formando così con un altrettanto brillante Tiesj Benoot una coppia di gregari di extra-lusso. Il francese torna protagonista sulle strade di casa, al Tour de France, quando vince la diciannovesima tappa anticipando gli sprinter puri e diventando il terzo corridore della Jumbo a vincere una tappa nell’edizione 2022 della Grande Boucle. Al Giro di Danimarca si toglie la soddisfazione di vincere la generale, dopo aver tirato anche una volata vincente all’astro nascente Olav Kooij i giorni precedenti, vincendo l’ultima frazione. Al mondiale vince la volata dei battuti laureandosi vicecampione del mondo e, infine, chiude la miglior stagione della sua carriera vincendo la Binche-Chimay-Binche.

Stagione altalenante invece per Primoz Roglic che parte molto bene vincendo la Parigi-Nizza e il Giro del Delfinato, scontrandosi però ancora una volta con il Tour de France. Caduto nella tappa del pavé, finisce ben presto fuori classifica, lasciando il palcoscenico al compagno Vingegaard non prima di averlo aiutato il più possibile. La sfortuna colpisce poi lo sloveno anche alla Vuelta a España, quando appariva in crescita di condizione e probabilmente l’unico in grado quantomeno di impensierire Remco Evenepoel.

+++ Jonas Vingegaard
++ Wout Van Aert
+ Christophe Laporte

FLOP

Per l’ennesimo anno di fila, il salto di qualità di Sepp Kuss è rinviato all’anno prossimo. Ogni stagione si apre con dichiarazioni del team e del corridore stesso che fanno intendere che ci saranno per lui occasioni da capitano, ma poi ogni anno i fatti smentiscono le dichiarazioni. Lo statunitense opta per un calendario alternativo che lo porta in Italia a inizio stagione, ma non lo si vede tra i protagonisti. Al Tour dà un contributo alla causa di Vingegaard, ma comunque non è quel fenomenale scudiero in grado di traghettare Primoz Roglic fino agli ultimissimi chilometri nelle salite delle passate edizioni della Vuelta, né quel fortissimo scalatore che l’anno scorso aveva vinto una tappa del Tour e chiuso in ottava posizione il GT iberico. Proprio alla Vuelta si chiude la sua anonima stagione con un ritiro per febbre prima della partenza della nona tappa.

Anche Rohan Dennis non ha confermato le premesse di inizio stagione. Alla prima gara con la nuova maglia, il corridore australiano si laurea campione nazionale a cronometro e nella prima parte di stagione ottiene risultati tutto sommato in linea con le aspettative. La svolta in negativo è al Giro di Romandia, quando dopo essere stato in maglia di leader fino all’ultimo giorno, viene rallentato da problemi intestinali proprio il giorno della crono decisiva e finisce ottavo nella generale. Il classe ’90 fa fatica a riprendersi e viene escluso dalla selezione per il Tour, tornando in gara solo ai Giochi del Commonwealth, dove vince la crono, ma poi viene ricoverato in ospedale per una forma di malessere prima della prova in linea. Partecipa alla Vuelta, ma non riesce a dare un grande apporto, e così decide di chiudere la sua stagione andando al matrimonio del fratello e rinunciando ai mondiali di casa.

Nella selezione scelta per il Giro ci sono stati vari corridori che hanno avuto difficoltà, con il solo Koen Bouwman a salvare la spedizione con due vittorie di tappa e la conquista della maglia di miglior scalatore, mentre Tobias Foss ha reso comunque positiva la sua stagione diventando campione del mondo a cronometro dopo un anno privo di acuti. Per motivi diversi, invece, è impossibile giudicare positiva la stagione dei neerlandesi Tom Dumuolin Sam Oomen. Il primo ha deciso di fare un passo indietro e chiudere la carriera giudicando ormai impossibile reggere lo stress e la pressione che già da oltre un anno si portava dietro e che erano diventati un fardello troppo grande. Per il classe ’95, invece, l’apice della carriera deve ancora arrivare, ma il 2022 non sembra portarlo nella giusta direzione. L’annata del ventisettenne scalatore è infatti priva di piazzamenti, viste che le uniche top 10 stagionali sono il quinto posto ai campionati nazionali e il decimo posto nella generale del Giro di Catalogna. Partecipa a Giro e Vuelta, ma anche lì i risultati non sono sufficienti, soprattutto nel GT spagnolo, dove fa davvero tanta fatica.

– Sam Oomen
— Rohan Dennis
— Sepp Kuss

Miglior Momento

Nonostante i successi di prestigio siano tantissimi, quest’anno è davvero facile individuare il momento migliore della stagione della Jumbo-Visma. Jonas Vingegaard che sale sul gradino più alto del podio del Tour de France a Parigi è un momento che ripaga i sacrifici, lo studio, gli allenamenti e il lavoro di squadra degli ultimi anni per riuscire finalmente ad avere la meglio di Tadej Pogacar, che aveva infranto il sogno del team neerlandese nelle due stagioni precedente. In gara, il momento preciso in cui questo è accade ai piedi del Col du Galibier nel corso dell’undicesima frazione con il corridore della UAE Emirates nella morsa di Vingegaard e Roglic che lo attaccano a turno in una scena che sembra presa da un videogioco, con Geraint Thomas poco dietro a fare da spettatore privilegiato di uno spettacolo che ha regalato emozioni a tutti gli appassionati. Alla fine Pogacar pagherà le fatiche sul Col du Granon, dove il danese si lancia verso il successo in solitaria, strappando la maglia gialla allo sloveno e mettendo la prima base per strappargli anche lo scettro di re del Tour.

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