Saluti a…Matteo Tosatto: il mestiere del gregario

Matteo Tosatto rappresenta nel ciclismo degli ultimi vent’anni la figura del gregario perfetto. La bellezza e la peculiarità del ciclismo sta nell’essere sport individuale e di squadra: ecco perché in questo sport conta tanto il grande campione quanto il gregario, e le vittorie di un grande campione hanno sempre alle spalle la fatica e il sudore di fidati compagni di squadra. Non è un caso che spesso gli appassionati preferiscano e addirittura idolatrino i grandi gregari più che i campioni stessi, apprezzando qualità non solo sportive, ma in primis umane, che forse permettono agli appassionati di immedesimarsi nella fatica quotidiana del gregario. Tanti sono i gregari del passato entrati nella leggenda: da “Sandrino” Carrea per Fausto Coppi, a Giancarlo Bellini per Eddy Merckx, sino a Roberto Conti per Marco Pantani ed ora si può affermare che anche Tosatto meriti di entrare a pieni diritti i diritti in questo Olimpo del gregario.

Matteo Tosatto lascia il ciclismo professionista dopo vent’anni di attività. Si tratta di una carriera costellata di record: sono 34 i Grandi Giri cui ha preso parte in carriera, 8 i Campionati del Mondo su strada (e 4 vincenti con i suoi capitani, ndr), sino alle vittorie di Grandi Giri o Classiche cui ha contributo, oltre a un dignitoso palmares di sei successi personali. Ad ogni suo cambio di maglia corrisponde un nuovo passaggio alla corte di un altro capitano, e la sua presenza diventa quasi sinonimo di vittoria. Il primo contratto da professionista fu firmato dal veneto nel 1997, quando divenne corridore per la Mg Maglificio – Technogym, sotto la guida di Giancarlo Ferretti, nel team di capitan Michele Bartoli.

Proprio al suo primo anno da professionista partecipa al suo primo Grande Giro della carriera: il Tour de France, che conclude in 132 posizione. In carriera Tosatto parteciperà a ben 12 edizione della Grande Boucle, avendo il merito di arrivare sino a Parigi in tutte le occasioni. Nel 1998 passa alla Ballan con cui milita per due stagioni, mentre nel 2000 fa ritorno alla corte di Ferretti in un nuovo team: la Fassa Bartolo. Con la formazione italiana disputerà ben sei stagioni, di nuovo al servizio di Bartoli prima e poi del treno di Alessandro Petacchi in compagnia, fra gli altri, di Fabian Cancellara, Alberto Ongarato, Fabio Baldato e Marco Velo, componendo uno dei treni più competitivi che il ciclismo moderno ricordi.

Nel 2006 il trasferimento in una squadra belga: la Quickstep – Innergetic. Tosatto indosserà per cinque stagioni la divisa biancoblù della formazione di Patrick Lefevere, lavorando nel corso degli anni per vari capitani: da Gabriele Colombo a Paolo Bettini, sino a Tom Boonen e Filippo Pozzato. Nel 2010 il passaggio al Team Saxo Bank, poi nelle annate successive ribattezzata Saxo – Tinkoff, fino a Tinkoff nell’ultima stagione 2016. Con la formazione di Bjarne Riis e poi di Oleg Tinkov, Tosatto disputerà ben sei stagioni, entrando nel gruppo di fedelissimi per i Grandi Giri di Alberto Contador e nelle ultime due stagioni accompagnando anche Peter Sagan nei suoi più recenti successi al Tour.


LE GIOIE

Ci sono anche gioie personali nella carriera di Tosatto, non solo lavoro e dedizione per il capitano di turno. Sono quindi sei le affermazioni personale dell’atleta di Castelfranco Veneto. La prima vittoria arriva nel 2000, alla Parigi-Nizza, nella tappa di Sisteron davanti a Tristan Hoffmann e Salvatore Commesso. Le vittorie più importanti di Tosatto arrivano nel Giro d’Italia 2001 e al Tour de France 2006. Il successo nella Corsa Rosa giunge nella tappa di Montebelluna con un colpo di mano negli ultimi chilometri, mentre quella di Macon alla Grande Boucle arriva a seguito di una maxifuga, battendo poi sul traguardo in uno sprint a due l’altro azzurro Cristian Moreni. Altro successo arriva alla Coppa Placci del 2002, quando Tosatto riesce a sfruttare le sue doti di velocità battendo in volata Gianluca Bortolami. La vittoria nella semiclassica italiana fu un toccasana per carriera del veneto, che gli consentì di mettersi alle spalle la paura dovuta a un incidente d’auto in cui era incorso nel settembre del 2001. Ulteriori vittorie arrivano nel 2004: al Giro della Toscana davanti al compagno Alberto Ongarato e al GP du Canton d’Argovie-Gippingen davanti a Markus Zberg.

Come detto, nella carriera di Tosatto spiccano i successi dei suoi capitani, per molti dei quali spesso il suo contributo si è rivelato fondamentale. Sono davvero tante le vittorie di squadra che Tosatto ha colto in carriera: su tutte spiccano quelle di Michele Bartoli al Giro di Lombardi del 2002 e del 2003, ad Alessandro Petacchi nella Milano-Sanremo 2005, ma anche nelle vittorie allo sprint di Giro, Tour e Vuelta. In seguito, anche le vittorie di Boonen alla Roubaix nel 2008 e nel 2009 hanno il marchio del corridore veneto, così come le affermazioni di Contador al Giro 2011, alla Vuelta del 2012 e del 2014 e ancora al Giro 2015, di cui si ricorda soprattutto il decisivo passaggio di bici da parte di Tosatto a Contador dopo la caduta nella tappa sul lungomare di Jesolo, dove non se non fosse ci fosse stata la tempestività dell’italiano, il campione spagnolo avrebbe potuto perdere molti più secondi da Fabio Aru, compromettendo così il suo Giro. Brillano inoltre le sue 8 partecipazioni ai Campionati Mondiali su strada. Di queste, ben 4 hanno portato all’Italia il trionfo iridato: si parte da Zolder 2002, in cui Tosatto fece parte del treno perfetto per Mario Cipollini, sino a Salisburgo 2006 per Bettini, così come a Stoccarda 2007, quando Tosatto venne chiamato da Franco Ballerini a pochi giorni dalla gara a causa della sospensione di Danilo Di Luca: ultimo mondiale vincente cui ha preso parte è stato Varese 2008, quando contribuì al successo dell’amico e concittadino Alessanro Ballan.

In conclusione, nel palmares del corridore veneto, oltre alle sei vittorie succitate, spicca il record di 34 partecipazioni ai Grandi Giri, le 17 partecipazioni alla Milano-Sanremo, le 14 alla Parigi-Roubaix, gli 11 Giri di Lombardia e gli 8 Campionati del Mondo su strada, in 20 stagioni tra i professionismo. Infine, per Tosatto anche l’onore l’aver vestito la maglia rosa per tre giorni nell’edizione 2000 del Giro.


I DOLORI

Nella carriera di Tosatto non è facile trovare dei momenti bui. In negativo possiamo notare ben tre secondi posti al Giro d’Italia: nel 1999 conclude secondo dietro a Cipollini nello spinti della tappa che si concludeva proprio a casa sua, a Castelfranco Veneto. Nell’edizione 2000, in cui vestì la maglia rosa, nella tappa Terracina-Maddaloni finì dietro a Moreni (poi battuto al Tour qualche anno dopo). Nel 2005 non riuscì a imporsi nel prologo di 1,5 km del Giro a Reggio Calabria, dove Brett Lancaster lo battè per solo un secondo. Altra delusione arriva nel Mondiale di  Madrid del 2005, l’ultima occasione in cui Tosatto e Petacchi corsero assieme: purtroppo Alejet non riuscì a imporsi sul percorso del mondiale iberico e la vittoria andò, ironia della sorte, a quel Tom Boonen di cui qualche mese dopo Tosatto sarebbe divenuto gregario alla Quickstep-Innergetic.

L’amarezza più forte è quella più recente, e proviene dal ritiro “forzato” a fine 2016: nell’addio alle due ruote pesano forse le mancate promesse di Alberto Contador, che sembrava volesse Tosatto ancora nella sua equipe alla Trek-Segafredo. Il finale sarebbe probabilmente dovuto essere diverso, ma quel che è certo è che il ciclismo italiano, ma non solo, tutto il gruppo di corridori, gli appassionati e gli addetti ai lavori, perdono un punto di riferimento prezioso, per esperienza e umanità, di cui certamente si sentirà la mancanza.


IL PALMARES

2000
5ª tappa Parigi-Nizza (Berre-l’Étang – Sisteron)
2001
12ª tappa Giro d’Italia (Gradisca d’Isonzo – Montebelluna)
2002
Coppa Placci
2004
Gran Premio del Canton Argovia
Giro di Toscana
2006
18ª tappa Tour de France (Morzine – Mâcon)

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