Analisi Favoriti Giro d’Italia 2019: Sfida Dumoulin-Roglic-Yates con Nibali quarto incomodo
Non c’è un grande favorito per il Giro d’Italia 2019. Se nelle scorse edizioni c’era sempre un uomo di riferimento a cui il gruppo necessariamente guardava, per varie ragioni, quest’anno l’equilibrio sembra decisamente maggiore alla partenza. In assenza del campione uscente, troviamo comunque al via gli altri due ad essere saliti sul podio lo scorso anno a Roma, così come i vincitori delle due precedenti edizioni. Il nome che ritorna in entrambi i casi è quello di Tom Dumoulin (Team Sunweb), mentre gli altri due son quelli di Miguel Angel Lopez (Astana) e Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), vincitore del Trofeo Senza Fine anche nel 2013 (unico corridore in attività ad aver vinto due volte la Corsa Rosa).
Favoriti Giro d’Italia 2019
La regolarità mostrata nelle ultime due stagioni alla Corsa Rosa, e più in generale nei grandi giri a cui ha preso parte, permette comunque a Tom Dumoulin di arrivare con i favori, seppur lievi, del pronostico. Il capitano del Team Sunweb ha dimostrato di avere le qualità, non solo fisiche, per primeggiare in una corsa di tre settimane, palesando anche solidità mentale e la capacità di reggere la pressione nelle situazioni più complesse. Una componente essenziale dei suoi successi visto che sinora si è trovato troppo spesso isolato in salita rispetto ai rivali. Cronoman tra i migliori al mondo, ma corridore comunque capace di primeggiare anche in salita, il suo punto debole è dunque soprattutto la squadra, che comunque quest’anno sembra leggermente rinforzata e non limitata al solo Sam Oomen (peraltro convocato all’ultimo in sostituzione dello sfortunato Wilco Kelderman).
Il primo rivale, anche in ragione di un percorso in cui le cronometro avranno un ruolo presumibilmente determinante, è quel Primoz Roglic reduce da un inizio di stagione impressionante. Lo sloveno negli ultimi due anni ha vissuto una crescita esponenziale, passando da outsider a leader assoluto, con prestazioni di primissimo piano in salita come a cronometro. Il suo ruolino di marcia è eccezionale, tanto che da aprile 2018 ha vinto tutte le corse a tappe WorldTour a cui ha partecipato ad eccezione del Tour de France, dove si è comunque consacrato con un ottimo quarto posto, in piena lotta con i migliori. Scalatore regolare e cronoman possente, sa tuttavia anche essere agile e scattante, apparendo praticamente impossibile da scalfire. La squadra è al suo completo servizio e, pur non essendo la più forte, è di buon livello. Per quanto sinora non abbia mai mostrato cedimenti in tal senso, da vedere la tenuta mentale sotto la pressione di un eventuale Maglia Rosa.
L’altro pretendente che viene considerato sostanzialmente sullo stesso livello anche dai bookmaker internazionali è Simon Yates. Dominatore delle prime due settimane lo scorso anno, il suo sogno si infranse con la memorabile cavalcata di Chris Froome sul Colle delle Finestre, ma nel frattempo il giovane britannico ha vinto la Vuelta a España, dimostrando di aver imparato la lezione. Scalatore esplosivo, si difende anche bene nelle cronometro mosse come quelle che caratterizzano questa edizione, con la possibilità di sfruttare a suo vantaggio le tappe con brevi muri, nei quali far valere il suo ormai riconosciuto cambio di ritmo. La Mitchelton – Scott gli ha costruito intorno una squadra molto solida, in cui spiccano Esteban Chaves, un luogotenente di lusso se dovesse ritrovare le sensazione che in passato lo hanno portato a sfiorare il successo nel 2016, e Mikel Nieve, tra i migliori gregari in circolazione per le salite.
Se sulla carta parte leggermente sotto questo trittico che appare più quotato, Vincenzo Nibali è tuttavia corridore ancora pienamente capace di giocarsela. Il siciliano trova nel complesso un tracciato molto adatto alle sue caratteristiche, con tappe lunghe e ripetizioni di salite in cui esaltare le sue doti di resistenza e recupero, a discapito di uno scatto ormai meno incisivo. La sua preparazione si è svolta con regolarità e nelle sue ultime apparizioni ha mostrato una crescita promettente, che gli permette di arrivare alla Corsa Rosa con la giusta fiducia. Nelle crono non sarà chiaramente favorito, ma la presenza di salite anche nei giorni di esercizio solitario può comunque sorridergli, consentendogli di quantomeno limitare i danni. La sua Bahrain – Merida non è certo la squadra più temibile, ma in salita ci sono elementi di spessore come Domenico Pozzovivo, negli ultimi anni regolarmente in lotta a sua volta per il podio, e Damiano Caruso, gregario di lusso e corridore già capace di entrare nei dieci. Dal 2010 ad oggi, lo Squalo dello Stretto è sempre salito sul podio nelle sue cinque partecipazioni alla Corsa Rosa e farlo scendere non sarà certo semplice, così come staccarlo in salita.
Le montagne saranno inoltre il terreno dove cercheranno di fare la differenza uomini come Mikel Landa (Movistar) e Miguel Angel Lopez (Astana). Capitani di due squadre di altissimo livello, con due seconde punte di eccezione come Richard Carapaz e Ion Izagirre (e il lusso di un terzo possibile capitano con Andrey Amador e Pello Bilbao), potrebbero essere gli uomini in grado di cambiare gli equilibri in salita visto che dovranno necessariamente attaccare se vorranno migliorarsi (per entrambi il terzo posto è il miglior risultato raggiunto: il basco nel 2015, il colombiano lo scorso anno). Lo spagnolo è indubbiamente più esperto e comprovato, pur arrivando da un periodo difficile, mentre il corridore sudamericano è tra coloro che possono ancora crescere e dopo un 2018 di altissimo livello vuole dimostrare di poter compiere l’ultimo passo in avanti che gli manca (vincere). Lo stesso che si augura anche Landa, sinora costretto in una spirale di sfortuna e gerarchie interne che non gli hanno permesso di esprimersi pienamente.
Altri scalatori che avranno terreno per esprimersi saranno indubbiamente uomini come Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), Davide Formolo e Rafal Majka (Bora-hansgrohe). In salita possono giocarsela con i grandi pretendenti al titolo, dai quali pagheranno presumibilmente tuttavia dazio a cronometro, con il russo che comunque ha più volte mostrato di potersi difendere più che bene. In questa stagione non ha brillato, ma è apparso in crescendo e potrebbe riuscire ad essere pronto al momento giusto, quantomeno per un buon piazzamento ed eventualmente un successo parziale. Il veronese è invece reduce da una ottima primavera e c’è molta curiosità per vedere se la sua crescita sarà confermata anche nei grandi giri. Decimo nelle due edizioni passate, cercherà di migliorarsi, anche se con questo tracciato non sarà facile. Il percorso gli offre ampie possibilità di farsi vedere, ma le tre cronometro sembrano destinarlo a posizioni di rincalzo. Discorso simile per il polacco, che come il russo in carriera è salito sul podio della Vuelta (2015 Majka, 2017 Zakarin). Reduce da due anni difficili, spera di poter comunque riavvicinare il quinto posto del 2016, suo miglior risultato alla Corsa Rosa.
Le tre giornate contro il tempo rafforzano invece le speranze di un corridore come Bob Jungels (Deceuninck-QuickStep). Il lussemburghese è già entrato due volte nei primi dieci della generale, conquistando entrambe le volte la Maglia Bianca, e quest’anno ambisce quantomeno a ripetersi, segretamente sperando di poter fare ancora meglio. Non sarà certo impresa semplice, ma nella sua atipica carriera è abituato a stupire. Bologna, San Marino e Verona sono anche nel mirino di Tony Gallopin, che in quelle giornate spera di costruire la sua top ten, solo sfiorata alla scorsa Vuelta. In una Ag2r La Mondiale come sempre incentrata sulle salite ci sarà anche Alexis Vuillermoz, con il quale forma una coppia ambiziosa e perfettamente complementare.
Ambizioni di classifica alla partenza anche per due corridori di esperienza come Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Tanel Kangert (EF Education First). Profili e ambizioni tutto sommato simili per entrambi, che hanno più volte dimostrato di poter ottenere risultati prestigiosi, senza tuttavia una reale soluzione di continuità. In salita come in questo tipo di cronometro possono ottenere risultati importanti, che li possono issare nelle posizioni di vertice. Sembra tuttavia sempre mancargli qualcosa per poter fare il salto di qualità, con l’estone comunque che dopo il cambio di squadra e le nuove responsabilità potrebbe stupire.
Nutrita poi la pattuglia di giovani che vogliono provare a ritagliarsi uno spazio. Tra questi spiccano sicuramente gli uomini del Team Ineos, che sulla carta si presentano con Tao Geoghegan Hart e Pavel Sivakov, reduci da un ottimo Tour of the Alps, come uomini di riferimento. In una squadra in cui le gerarchie si faranno soprattutto con le gambe, attenzione potenzialmente anche a Ivan Sosa e Jhonatan Narvaez, oppure al giovane vecchio Sebastian Henao, tutti corridori che in salita hanno già mostrato grandi cose. Per un risultato di classifica sembra difficile, ma tra i giovani le liete sorprese ci sono sempre. Da non sottovalutare anche Ben O’Connor (Dimension Data), corridore che lo scorso anno aveva mostrato di poter competere per posizioni importanti lottando per un posto nei dieci al suo esordio in un GT. Una caduta lo costrinse al ritiro, ma arriva con una esperienza importante alle spalle e una forte voglia di riscatto.
Borsino dei Favoriti Giro d’Italia 2019
***** Tom Dumoulin
**** Primoz Roglic, Simon Yates
*** Mikel Landa, Miguel Angel Lopez, Vincenzo Nibali
** Richard Carapaz, Bob Jungels, Rafal Majka, Ilnur Zakarin
* Davide Formolo, Ion Izagirre, Tanel Kangert, Bauke Mollema, Domenico Pozzovivo
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