Glasgow 2023, “ammonizioni” e multa di 285 euro da parte delle autorità scozzesi per i quattro attivisti che si erano incollati alla strada fermando il Mondiale
La prova in linea dei Mondiali di Glasgow 2023 è passata alla storia, non solo per le emozioni agonistiche che hanno portato al successo di Mathieu van der Poel, ma anche per essere stata la prima gara iridata di ciclismo su strada a essere interrotta a lungo per una dimostrazione di protesta, legata a motivi inerenti l’inquinamento e la difesa dell’ambiente. Quattro persone, due uomini e due donne si erano infatti incollati alla strada sulla quale da lì a qualche minuto avrebbero dovuto passare i partecipanti della prova iridata, costringendo gli organizzatori e il servizio di scorta della corsa a fermare gli atleti.
La pausa è durata quasi un’ora, il tempo necessario alle forze dell’ordine scozzesi di staccare i quattro (che si erano legati fra loro a coppie utilizzando catene da bicicletta) dall’asfalto e rendere di nuovo praticabile la strada. I quattro, due ragazze di 21 e 28 anni e due ragazzi di 26 e 29 anni, sono stati citati in giudizio per “disturbo della quiete”, procedimento che si è chiuso con le ammonizioni, da parte delle autorità locali, per tre di loro (che non avevano precedenti) e con una multa di 250 sterline (285 euro, circa) per il 29enne, che era già stato coinvolto in proteste simili in passato.
Così Grant McCulloch, che ha giudicato il caso, ha motivato la sua decisione, rivolgendosi agli attivisti: “C’era un ovvio grande potenziale di disturbo della quiete pubblica – le parole riportate dal Daily Record – Capisco sicuramente che voi quattro abbiate delle idee e crediate in qualcosa, ma le proteste devono essere proporzionate e pacifiche. La vostra era pacifica, ma non era proporzionata. Ma comprendo perché vi siete comportati così. Sicuramente qualcuno penserà che le vostre azioni siano da applaudire e altrettanto sicuramente ci sarà qualcuno che non sarà d’accordo e che pensa che azioni simili non debbano avvenire in una società democratica”.
Dal banco degli imputati, il 29enne, esponente del movimento This is Rigged, aveva dichiarato: “Se la tua casa va a fuoco e tu corri in strada, impaurito, e finisci per bloccare il traffico, non è certo un disturbo della quiete”. All’epoca dei fatti, invece, proprio This is Rigged si era scagliata contro Ineos, azienda petrolchimica inglese attiva nel mondo del ciclismo: “Il fatto che sia stato permesso loro di apparire come sponsor in una corsa che passava nei pressi dell’area di Campsie Fells (interessata da una serie di incendi nelle settimane precedenti – ndr) è stato un insulto alla comunità del ciclismo e al popolo della Scozia”, avevano scritto gli attivisti sulle reti sociali.
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