Giro d’Italia 2023, a distanza di un anno Patrick Lefevere torna sul ritiro di Remco Evenepoel: “Gli italiani lo hanno considerato come un ladro nella notte, non volevano neanche pagarci il premio-presenza”

A distanza di un anno, il ritiro di Remco Evenepoel dal Giro d’Italia 2023 fa ancora discutere. Il belga era in Maglia Rosa e aveva appena vinto la cronometro di Cesena, ma fu contagiato dal Covid e decise, d’accordo con la sua squadra, di non ripartire dopo il giorno di riposo che seguì la suddetta cronometro. In quel frangente ci furono molte polemiche e la Soudal-QuickStep, attraverso le parole del suo direttore generale, Patrick Lefevere, fece notare di non aver gradito il trattamento che era stato riservato al suo corridore, mentre RCS Sport, che organizza il Giro, sottolineò la mancanza di comunicazione da parte della squadra in un momento così delicato.

Lefevere è tornato, proprio in queste ore, a parlare della vicenda. “Per Remco, il Giro è un discorso non concluso, dopo quello che è successo lo scorso anno – le parole del dirigente belga affidate a Het Nieuwsblad – Poi, all’epoca ci fu una reazione molto emotiva e molto italiana da parte degli organizzatori. Secondo, il direttore di RCS Sport, Mauro Vegni, la Maglia Rosa avrebbe lasciato la corsa come ‘un ladro nella notte’ (Lefevere usa proprio le parole italiane – ndr)”.

Il belga aggiunge: “Fino a qualche mese fa, avevamo in piedi una disputa economica con RCS – racconta Lefevere – Dato che Evenepoel non aveva finito il Giro, loro non volevano pagare il ‘premio presenza’ che era stato concordato inizialmente. Per me era una cosa senza senso. Non voglio essere troppo cinico, ma nessuno può sostenere che Remco non abbia fatto il suo come uomo immagine di quel Giro, fra video e interviste, prima e durante la gara”.

“Inoltre – le considerazioni di Lefevere – Remco era stato semplicemente sensazionale nella prima cronometro. Ritenevo fosse disdicevole stare lì a lesinare sul prezzo per via di un ritiro forzato. Non è che Evenepoel ha preso e ha lasciato il Giro. I premi presenza non sono somme enormi, ma non credo di rivelare un segreto dicendo che, per una squadra ciclistica, tutto aiuta. Per dare un ordine di grandezza, quel denaro ci assicura la possibilità di avere fondi per mettere sotto contratto un corridore in più“.

Sempre secondo quel che racconta Lefevere, le tensioni con RCS si sarebbero risolte: “Lo scorso inverno, quando sul tavolo avevamo ancora sia l’opzione Giro che quella del Tour, loro ci hanno proposto un accordo amichevole: se Remco fosse tornato al Giro, loro avrebbero corrisposto la somma del 2023 e anche quella dell’edizione 2024. Anche per quello, avevamo pensato alla possibilità di fare la ‘doppietta’ Giro-Tour”.

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