Giro d’Italia 2021, la classifica big: Egan Bernal conquista la Rosa davanti a Damiano Caruso e Simon Yates
Battaglia tra tanti campioni al Giro d’Italia 2021. Il primo Grand Tour della stagione, come da tradizione, vede la sfida tra buona parte dei migliori interpreti delle corse da tre settimane. Visto che, soprattutto nei primi giorni, la graduatoria generale non permette di capire realmente la situazione tra i grandi favoriti della vigilia, vi proponiamo la nostra consueta classifica big. In questo modo sarà possibile avere sott’occhio l’andamento di quegli uomini che all’inizio delle tre settimane erano considerati papabili protagonisti per la lotta per la Maglia Rosa, o almeno per un piazzamento, e capire in che posizioni viaggiano anche coloro ormai finiti lontano dalla top ten.
La cronometro inaugurale di Torino contribuisce a scavare già qualche distacco tra i big della generale. A parte il giovane Tobias Foss (Jumbo-Visma), spalla di George Bennett a questo Giro ma corridore interessante in prospettiva, il corridore che più guadagna sugli altri è João Almeida (Deceuninck-QuickStep), giunto a 17 secondi dal vincitore Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). Bene anche il compagno di squadra Remco Evenepoel e il russo Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech), mentre più in ritardo giungono favoriti quali Hugh Carthy (EF Education-Nippo), Simon Yates (Team BikeExchange) e Egan Bernal (Ineos Grenadiers), che ottengono un tempo quasi identico. Non lontano da loro anche Bennett, Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) e Marc Soler (Movistar), mentre pagano un ritardo già abbastanza consistente Emanuel Buchmann (Bora-hansgrohe) e Daniel Martin (Israel Start-Up Nation).
Come prevedibile, la seconda tappa non cambia gli equilibri creati dalla cronometro, con Filippo Ganna che resta saldamente leader, guadagnando anche tre secondi di abbuono al TV di Vercelli. Ne guadagna invece due Remco Evenepoel, che recupera così qualche piccola posizione, mentre per il resto è tutto invariato. Non cambiano molto le cose nemmeno nella terza frazione, nella quale Felix Großschartner (Bora-hansgrohe) è l’unico dei big a non giungere al traguardo con i migliori. Cambiamenti importanti, invece, al termine della quarta frazione con il simbolo del primato che passa sulle spalle di Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation). Arrivano anche le prime importanti indicazioni da parte degli uomini di classifica con Mikel Landa (Bahrain Victorious), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) e Hugh Carthy (EF Education-Nippo) che guadagnano terreno su tutti gli altri rivali. Mentre perdono decisamente terreno George Bennett (Jumbo-Visma) e Joao Almeida (Deceuninck-QuickStep).
Il finale della quinta tappa, conclusa con la vittoria in volata di Caleb Ewan, purtroppo è funestato dalle cadute. È costretto al ritiro Mikel Landa (Bahrain Victorious), mentre subiscono distacchi pesanti Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), giunto dolorante al traguardo dopo 13’08”, e il vincitore della tappa di ieri Joe Dombrowski (UAE Team Emirates), che ha perso 8’15”. La sesta frazione vede Attila Valter (Groupama-FDJ) balzare in testa alla classifica generale, mentre tra i favoriti al successo finale Bernal, Evenepoel, Ciccone e Martin guadagnano secondi su tutti gli altri. Perdono, invece, terreno Jai Hindley (Team DSM), Bennett e Domenico Pozzovivo (Qhubeka Assos).
Decisamente più tranquilla la settima tappa, che non cambia la situazione, anche grazie alla regola dei tre chilometri che permette a Hugh Carthy (EF Education Nippo) di salvarsi in seguito ad una foratura che avrebbe potuto fargli perdere molto tempo. Non cambiano le cose nemmeno nell’ottava frazione, che vede solo Pello Bilbao (Bahrain Victorious) perdere una trentina di secondi a causa di una caduta avvenuta all’inizio della salita finale verso Guardia Sanframondi.
Gli attesi sconvolgimenti cominciano ad arrivare con la tappa di Campo Felice, che vede il colpo doppio di Egan Bernal. Il colombiano si impone in solitaria con una perentoria azione all’interno dell’ultimo chilometro che lo vede staccare tutti, ma con distacchi ancora una volta piuttosto ridotti, che vanno a confermare le gerarchie emerse sinora. Bene dunque ancora Giulio Ciccone e Aleksandr Vlasov, con Remco Evenepoel che si difende a sua volta bene, mentre fanno fatica nuovamente Vincenzo Nibali, Jai Hindley e Pello Bilbao, che perdono rispettivamente 35″, 53″ e 1’01”. Perde terreno anche l’ormai ex Maglia Rosa Attila Valter, al traguardo 49 secondi dopo il vincitore di giornata. Nessuna variazione al termine della decima tappa, dunque si arriva al primo giorno di riposo con Egan Bernal (Ineos Grenadiers) in Maglia Rosa davanti a Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep), che gli rosicchia un secondo andando a sprintare al traguardo volante di giornata, distanziato di 14″.
Dopo il giorno di riposo, la tappa degli sterrati di Montalcino provoca grandi cambiamenti in classifica tra i big. A guadagnare su tutti è ancora una volta la Maglia Rosa Bernal, mentre perdono minuti e posizioni Evenepoel, Ciccone, Bardet, Dan Martin e Formolo. La dodicesima tappa vede poi uscire di scena a causa di una caduta Marc Soler (Movistar), undicesimo in classifica, mentre non si registrano altri particolari cambiamenti nella generale, con solo Nibali a recuperare sette secondi nel finale. Le cose non cambiano neanche nella tredicesima frazione, che vede i big arrivare tutti assieme nella volata di Verona.
Sullo Zoncolan è ancora Egan Bernal il migliore, ma alle sue spalle sembrano cambiare le gerarchie. mentre si conferma Caruso, si scambiano infatti di posto Simon Yates e Aleksandr Vlasov, che perde posizioni per la prima volta, oltre che molto terreno. Ancora in difficoltà anche Remco Evenepoel, mentre esce ormai definitivamente di classifica Vincenzo Nibali, che taglia il traguardo con oltre 12 minuti di ritardo dai primi, più di dieci dalla Maglia Rosa. Il giorno successivo non si registrano cambiamenti nella classifica generale tranne l’uscita di scena di Emanuel Buchmann, caduto nelle prime fasi della tappa e costretto al ritiro.
Con il ritorno delle salite torna lo show di Egan Bernal, che consolida la Maglia Rosa con un affondo sul Giau. Il colombiano si invola in solitaria e assesta un altro colpo brutale ai suoi rivali, con Damiano Caruso che offre un’ottima prestazione che gli permette di salire in seconda posizione davanti a Hugh Carthy, che capitalizza il lavoro dei compagni pur senza attaccare. Perde molto terreno invece Simon Yates, ora quinto, mentre Aleksandr Vlasov cede soprattutto a causa di un problema con una mantellina. Tra i corridori che perdono terreno soprattutto Remco Evenepoel, ormai fuori classifica, mentre il compagno Joao Almeida rientra in top10 grazie alla fuga del mattino.
Sega di Ala vede la prima crisi di Egan Bernal, che conserva la Maglia Rosa ma per la prima volta paga dazio in salita. Il colombiano conserva comunque un vantaggio quasi invariato al termine della tappa sulla seconda posizione, sempre occupata da Damiano Caruso, mentre a completare ora il podio è un Simon Yates a corrente alternata che oggi stacca praticamente tutti, recuperando due posizioni e mettendo una seria ipoteca quantomeno sul podio visti i cedimenti di Romain Bardet, Aleksandr Vlasov e Hugh Carthy, che ormai sembrano destinati a lottare per le posizioni di rincalzo. Nel giorno del successo di Daniel Martin, che va così a riaffacciarsi in Top10, scivola lontano anche Giulio Ciccone, vittima di una caduta che non gli permette di difendersi al meglio delle sue condizioni. Nessuna variazione nelle posizioni di vertice della generale al termine della diciottesima tappa che vede i big prendersi una giornata di riposo dopo le fatiche dei giorni scorsi e in attesa delle prossime frazioni decisive.
Nella diciannovesima frazione tornano le battaglie tra i big della classifica generale. Simon Yates attacca e vince, guadagnando 29″ più abbuoni a Egan Bernal, il quale conserva la maglia rosa, e poco più su Damiano Caruso, sempre secondo. Non cambiano tuttavia le posizioni nella top ten, anche se con un’ottima prestazione João Almeida si avvicina pericolosamente ai rivali e torna in lotta per la quinta piazza.
La ventesima frazione vede invece lo show di Damiano Caruso, che parte in discesa da lontano per sovvertire i pronostici. Alla fine la Ineos Grenadiers protegge bene un Egan Bernal in buona forma, secondo al traguardo a 23″ dall’azzurro, con il colombiano che si presenta così con due minuti di vantaggio nella crono conclusiva. La giornata fredda condiziona invece nuovamente Simon Yates, stavolta non all’altezza degli assalti precedenti, mentre favorisce un coraggioso Romain Bardet, ideatore dell’azione che coinvolge anche il ragusano. In difficoltà anche Hugh Carthy, che finisce alla mercé di un solido, ma sofferente, Joao Almeida.
La cronometro finale non cambia le posizioni del podio che incorona Egan Bernal che sale sul gradino più alto davanti a Damiano Caruso e a Simon Yates. Guadagna una posizione Daniel Martinez che sale in quinta posizione, mentre scala due posti Joao Almeida che chiude sesto. Perde una posizione Hugh Carthy che retrocede all’ottavo posto, alle spalle di Romain Bardet, che retrocede di due posti.
Classifica Big Giro d’Italia 2021
1 | BERNAL Egan | INEOS Grenadiers |
86:17:28
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2 | CARUSO Damiano | Bahrain – Victorious | 1:29 |
3 | YATES Simon | Team BikeExchange |
4:15
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4 | VLASOV Aleksandr | Astana – Premier Tech | 6:40 |
5 | MARTÍNEZ Daniel Felipe | INEOS Grenadiers |
7:24
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6 | ALMEIDA João | Deceuninck – Quick Step | 7:24 |
7 | BARDET Romain | Team DSM |
8:05
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8 | CARTHY Hugh | EF Education – Nippo | 8:56 |
9 | FOSS Tobias | Team Jumbo-Visma |
11:44
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10 | MARTIN Dan | Israel Start-Up Nation |
18:35
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11 | BENNETT George | Team Jumbo-Visma |
25:35
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12 | BOUWMAN Koen | Team Jumbo-Visma |
30:56
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13 | BILBAO Pello | Bahrain – Victorious |
37:58
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14 | VALTER Attila | Groupama – FDJ |
45:30
|
15 | FORMOLO Davide | UAE Team Emirates |
47:21
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16 | FORTUNATO Lorenzo | EOLO-Kometa |
47:31
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17 | ULISSI Diego | UAE-Team Emirates |
56:32
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18 | NIBALI Vincenzo | Trek – Segafredo |
1:03:59
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19 | IZAGIRRE Gorka | Astana – Premier Tech |
1:04:12
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20 | VERVAEKE Louis | Alpecin-Fenix |
1:05:19
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Che bel GIRO.C’è aria di rinnovamento globale del ciclismo agonistico su strada.Solo l’UCI frena la naturale evoluzione del movimento.Da almeno 15 anni chiedo la riduzione dei chilometri di gara e l’aumento dei traguardi volanti,almeno 4 in 160 km.Nelle corse a tappe,i traguardi volanti devono distribuire soldi ed abbuoni,non certo 3 secondi ma almeno 5 per far ravvivare la corsa.La lotta Bernal,Evenepoel per tre secondi è stata avvincente.