Giro d’Italia 2019, non si placa il dibattito sulla posizione delle moto in corsa: la Giuria sospende una moto Rai

Continuano le polemiche riguardo le MotoTV in questo Giro d’Italia 2019. Passate abbastanza in silenzione le richieste del CPA già durante i primi giorni di corsa, la questione è esplosa nei giorni scorsi dopo che Bauke Mollema si è lamentato della vicinanza della moto riprese al gruppo, permettendo così una maggiore scia rispetto ai fuggitivi. Il corridore della Trek – Segafredo denunciava dunque la mancanza di Fair Play e i rischi per la sicurezza di quella che riteneva essere una eccessiva vicinanza. Come spesso accade l’ambiente si è diviso, con molti commenti sia a favore che contro quanto dichiarato dal ciclista neerlandese, oltre ad alcuni dibattiti nel merito stesso del guadagno potenziale ad avere le moto davanti o dietro, con citazioni di studi al riguardo in entrambe le soluzioni.

Ad ogni modo, ieri è intervenuta in maniera decisa anche la giuria dei corsa, invitando al rispetto della distanza. Già durante le prime fasi di corsa, nelle frequenze interne di RadioCorsa, è stato fatto infatti un invito da parte dell’organizzazione al rispettare le distanze. Una richiesta ben precisa che tuttavia non sempre è stata perfettamente assecondata dagli operatori, con la giuria che ha dunque deciso per una sanzione importante nella giornata di ieri, squalificando per una tappa pilota e operatore di una moto ripresa della RAI. A destare particolare stupore ieri è stato il distacco tra i gruppetti Nibali-Carapaz e Roglic-Yates, che nel finale hanno subito oscillazioni apparentemente importanti, con le telecamere di ripresa che mostravano chiaramente come la moto fosse davanti nel gruppo Maglia Rosa mentre fosse dietro gli inseguitori.

Oscillazioni che comunque sono state molto più accentuate dalle rilevazioni GPS, mentre i distacchi manuali comunicati da RadioCorsa sono stati più costanti. Roglic è infatti transitato sul GPM del Mortirolo con un ritardo di 1’16”. A fine discesa, a 15 km dal traguardo, il vantaggio del gruppo Maglia Rosa era invece sceso a 40″, riprendendo ad aumentare con il ritorno in salita, seppure decisamente più lieve. Arrivato così sino a 1’28”, a tre chilometri dalla conclusione, il gap finale è stato al traguardo di 1’22”. Una linearità che potrebbe far stare più tranquilli, anche se chiaramente non dissipare ogni dubbio visto che se la moto fosse stata regolarmente davanti implicherebbe un guadagno/perdita costante.

Tuttavia, appare evidente come in alcuni frangenti il traffico fosse eccessivo, specialmente davanti al gruppo Maglia Rosa (d’altro canto in quel frangente il più interessante da seguire anche per i fotografi). Il problema delle moto è qualcosa di ben più ampio di un dibattito nazionalistico sulla voglia di favorire un corridore piuttosto che un altro, peraltro così sminuendo anche la professionalità di singoli operatori del settore. È una questione prima di tutto di sicurezza che va al di là dei confini (soprattutto considerando che la questione viene fuori ciclicamente in quasi ogni corsa dovunque ci si trovi, sempre rivolta ad un presunto favoritismo ai corridori locali).

La regolazione del traffico, specialmente per le moto (che per costruzione sono mezzi più agili e che possono dunque più facilmente sgusciare nel traffico), resta comunque chiaramente un aspetto su cui l’UCI deve trovare una soluzione al più presto, prima di tutto pensando alla sicurezza dei corridori.

 

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