Giro d’Italia 2018, Aru: “Sono molto deluso. Questo non è il vero Aru”

Altra giornata difficile per Fabio Aru ieri al Giro d’Italia 2018. Lo Zoncolan poteva rappresentare il rilancio delle quotazioni del corridore sardo nella Corsa Rosa, ma ancora una volta Aru non è riuscito a seguire il ritmo dei migliori, arrivando con un notevole ritardo sul traguardo. Il distacco del portacolori della UAE Team Emirates alla fine è stato di 2’23” dal vincitore di tappa Chris Froome (Sky), altro corridore deludente nella prima parte del Giro che ieri si è però riscattato. Il Campione nazionale italiano dopo la frazione di ieri è finito fuori dalla Top10 e ora si trova in tredicesima posizione con un ritardo di 5’33” dal leader della generale Simon Yates (Mitchelton – Scott). Praticamente impossibile che Aru possa quindi sognare di vestire la maglia rosa a Roma, così come a questo punto vederlo sul podio finale.

Lo stesso scalatore sardo non si riesce a dare una spiegazione per la sua ennesima prestazione sottotono, così come confida alla Gazzetta dello Sport: “Sono molto deluso. Ancora una volta. Una bella delusione. Non ho una spiegazione. Non avevo semplicemente forze. Non avevo le gambe per stare con i migliori. È una situazione che verrà valutata con calma insieme ai miei tecnici e alla squadra.Questo non è il vero Fabio Aru“.

“Nel finale mi ritrovo senza forze – aggiunge il vincitore della Vuelta 2015 – Mi ritrovo incapace di lottare con i migliori. Sicuramente ci sarà una spiegazione perché queste non sono le sensazioni che ho di solito. Altrimenti negli anni non sarei riuscito a fare quello che ho fatto”.

Per il corridore della UAE Team Emirates diventa quindi anche difficile pensare a come rilanciarsi in questa Corsa Rosa: “Per come sto interpretarlo è difficile, visto come sono andato sullo Zoncolan. Mi dispiace perché io e la squadra abbiamo fatto tanti sacrifici. Sono stato a casa pochissimi giorni da inizio gennaio. Ho fatto tutto quello che dovevo fare, ma questa è la vita, il ciclismo, lo sport. Non sono una macchina. Sono umano, un ragazzo. Spero che giri come a Froome sullo Zoncolan anche a me”.

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