Pagelle prova in linea uomini élite Mondiali Fiandre 2021: Altro capolavoro di Julian Alaphilippe, Italia generosa e sfortunata, flop Wout Van Aert
Julian Alaphilippe (Francia), 10 e lode: Il Moschettiere vince piazzando le sue stoccate e i suoi affondi che sfiancano i rivali, che prima lo seguono, poi lo inseguono e infine si perdono. Un capolavoro di tenacia, grinta e spettacolo a coronare un corsa di grandissima intensità su un percorso non durissimo, ma che ha saputo regalare spettacolo grazie soprattutto a lui, iniziatore e animatore dell’azione decisiva e di praticamente tutti gli scatti fino a quello finale.
Dylan Van Baarle (Paesi Bassi), 9: Partito dalla lunga distanza, il neerlandese corre con intelligenza, gestendo gli sforzi nei momenti chiave e dosando le energie con grande sapienza. Nel finale è stremato, ma riesce ancora a gestirsi con grande esperienza per poi regolare allo sprint gli inseguitori dell’imprendibile folletto francese. Un secondo posto di grande prestigio per uno dei gregari più affidabili e completi che ci siano in gruppo, ma che sa anche colpire e lasciare il segno.
Michael Valgren (Danimarca), 8,5: Rischia di restare fuori dall’azione decisiva, invece è l’unico ad avere le forze per rientrarci da dietro, per poi controllare e gestire il suo recupero. Poi è nuovamente lui a rientrare da dietro sugli inseguitori, nei quali sembra il più forte, ma non abbastanza per rimanere da solo. Essendo lui il più atteso, spende tanto in quella fase, dovendosi poi accontentare del bronzo, che resta comunque un gran bel risultato per un corridore fino a due settimane fa considerato in misterioso declino.
Jasper Stuyven (Belgio), 8: Il podio gli sfugge, malgrado abbia una ottima punta di velocità, non fallendo così il salvataggio in extremis della spedizione belga. Non era tuttavia questo il suo compito, che invece ha svolto con grande attenzione fino al penultimo giro, al servizio del suo capitano, del quale si era messo a pieno servizio. Quando arriva il suo momento prova dunque a giocarsi le sue carte con le energie rimaste.
Neilson Powless (USA), 8: L’americano continua a stupire, dimostrandosi corridore capace di brillare su più terreni, con una progressione costante in questi ultimi due anni. Anche lui già presente nel tentativo dalla lunga distanza, quando i big rientrano stringe i denti, ma non esita a cogliere le occasioni quando gli capitano, infilandosi nel tentativo giusto. Soffre, ma non molla, andando poi a concludere con un quinto posto generoso.
Florian Sénéchal (Francia), 8: Tra le ruote veloci è l’unico ad arrivare fino in fondo, correndo anche in protezione dell’azione di Alaphilippe, dopo essere riuscito in precedenza a reggere gli scatti degli uomini più attesi. Assieme al grintoso Valentin Madouas (8), faticatore e lanciatore, sono la coppia perfetta per supportare il leader di giornata.
Remco Evenepoel (Belgio), 8: Dopo tante polemiche, oggi svolge alla perfezione il suo ruolo da gregario, senza battere ciglio malgrado fosse chiaramente tra i corridori più in forma. È lui l’uomo che porta via tutte le azioni più importanti di giornata, mettendosi pancia a terra e rinunciando a qualsiasi velleità personale. Forse la grande distanza gli sarebbe potuta anche essere indigesta nel finale, ma con il senno di poi qualche rimpianto in Belgio lo avranno di sicuro…
Andrea Bagioli (Italia), 8: L’emblema del sacrificio degli azzurri oggi, con una corsa di sacrificio votata alla squadra. Una giornata all’attacco, pronto poi a mettersi al servizio dei capitani al momento giusto, tagliando fuori in maniera definitiva gli inseguitori prima di lasciare il suo ruolo ad un Giacomo Nizzolo (7,5) più generoso che efficace, ma non per demeriti suoi. In precedenza, da applausi Davide Ballerini e Matteo Trentin, che compreso di essere fuori dai giochi sparano le loro ultime cartucce per la nazionale azzurra.
Tom Pidcock (Gran Bretagna), 7,5: Il sesto posto in una corsa così lunga al primo anno da prof ne conferma l’enorme talento. Poteva tuttavia probabilmente osare qualcosa in più visto che per lunghi tratti si accontenta di rispondere agli attacchi, senza prendere l’iniziativa. Quando lo fa è ormai evidentemente troppo tardi, ma il fatto che da solo rischi di rientrare nella lotta per il podio dimostra che con una gestione migliore poteva sicuramente ottenere qualcosa di più. Tutta esperienza per il futuro.
Sonny Colbrelli (Italia), 7: Rimane chiuso nella morsa degli avversari, nel dubbio di chi seguire e nella sfortuna di essere l’unico ad avere una compagno da mettere davanti per inseguire. Dopo aver seguito i primi scatti di Alaphilippe, lo lascia andare proprio nell’unico decisivo, forse non rendendosi conto che invece era lui a dover chiudere perché gli altri big non ne avevano quanto lui. Sonny, sei tra i migliori al mondo, non sei tu a dover guardare gli altri, ma sono loro che guardano te ormai…
Zdenek Stybar (Repubblica Ceca), 7: Segue ogni mossa con puntualità, ma non ha le gambe per fare di più. Nel finale è comunque poi bravo a cogliere l’attimo e sfruttare la sorveglianza altrui per anticipare un gruppo di corridori ben più veloci di lui, andando così a chiudere la corsa con un settimo posto che per la sua nazione è comunque un piazzamento di rilievo.
Markus Hoelgaard (Norvegia), 6,5: Ripete la bella prova degli europei con una corsa di grande precisione, facendosi trovare pronto nei momenti importanti, seguendo le azioni dei big fino a provare anche lui a giocarsi le sue carte. Perde l’attimo quando parte l’inseguimento alle spalle di Alaphilippe, provando poi in contropiede, ma ormai le energie sono quelle che sono. Si conferma comunque un outsider su cui bisognerà sempre più fare i conti nei grandi appuntamenti.
Nils Politt (Germania), 6,5: Ci mette l’anima, con una generosa corsa di attacco che tuttavia non lo ripaga, facendolo chiudere lontanissimo dai primi, braccato dai loro gregari. Un percorso non proprio adatto a lui, ma la forma è buona e tra una settimana l’esito potrebbe essere diverso.
Mathieu Van Der Poel (Paesi Bassi), 6: Non è il solito fenomeno, ma si sapeva. Corre dunque di rimessa, testando corpo e condizione in vista della Roubaix, pronto eventualmente, se lo scenario tattico gliene avesse regalato la possibilità, a lasciare la zampata. La vittoria dello sprint del suo gruppetto, che gli vale l’ottavo posto, è un segnale di come abbia comunque chiuso con una buona gamba. La presenza di Van Baarle davanti è peraltro per lui una buona scusante.
Matej Mohoric (Slovenia), 5: Riesce ad entrare nell’azione giusta, dopo essere stato scortato e protetto da due gregari di eccezione come Tadej Pogacar e Primoz Roglic, ai quali su questo percorso chiedere di più sarebbe stato decisamente ingiusto. Tuttavia si spegne nel momento in cui serve il cambio di passo decisivo.
Alexander Kristoff (Norvegia), 5: Non era un percorso per lui, con troppi scatti e rilanci per un corridore con le sue caratteristiche. Fa dunque quel che deve, tenendosi pronto se la corsa dovesse poi addormentarsi e giocarsi in volata. Uno scenario che non si realizza, ma non stava a lui lavorare per concretizzarlo, avendo peraltro anche un compagno davanti.
Wout Van Aert (Belgio), 4,5: La squadra è tutta per lui e i suoi compagni fanno il loro lavoro nel modo migliore fino ad entrare nelle ultime due tornate del circuito finale. A quel punto è lui a dover prendere in mano la situazione in prima persona, ma lui sa già che non ne ha abbastanza. In salita come al passo le energie non gli bastano più e anche mentalmente si spegne qualcosa, avendo ormai ben compreso di non poter più lottare per la vittoria.
Michael Matthews (Australia), 4: Nel giorno del suo compleanno cerca un regalo speciale. Tuttavia, quando la corsa si decide, lui si fa sorprendere e poi dimostra di non avere le forze per rientrare, dovendo mestamente lasciar andare gli attaccanti.
Peter Sagan (Slovacchia), 4: Anche per lui, la corsa finisce quando per gli altri entra nel vivo. Inizialmente cerca come può di organizzare un inseguimento, ma le sue speranze durano poco visto che malgrado il suo contributo gli attaccanti continuano a guadagnare. Perde anche l’attimo, non avendo probabilmente le forze per una azione così decisa, quando Valgren riesce a riportarsi sotto, ultima occasione per salvare la situazione.
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