Nel 2020 esistono ancora i fuoriclasse?
È finalmente giunta l’ora del ritorno dei fuoriclasse? Con una sempre maggiore tendenza alla multidisciplinarietà, di cui Mathieu Van Der Poel è attualmente il portabandiera, e una propensione negli ultimi anni a non focalizzarsi più esclusivamente su un solo obiettivo, la domanda torna di moda dopo che la risposta dieci anni fa era facilmente liquidabile con un no. Riprendendo quindi un nostro precedente articolo di fine 2010, proviamo ad analizzare la situazione attuale, confrontando i risultati nelle grandi classiche dei vincitori dei grandi giri. Il quadro che ne emerge è che ci sono un paio di corridori che hanno dimostrato di poter essere campioni praticamente a tutto tondo: resta tuttavia da comprendere se si tratta di mosche bianche oppure se sono dei precursori di un ritorno al passato.
Ma intanto partiamo dall’inizio: chi sono i fuoriclasse assoluti? Per tradizione, fino a diventarne definizione, sono coloro in grado di primeggiare, se non in tutte, in buona parte delle corse del calendario mondiale. Andando a considerare anche solo gli ultimi 50 anni rimangono tanti esempi, uno su tutti: il Cannibale, Eddy Merckx, vincitore di tutti i GT e di tutte le classiche monumento (tra le corse più prestigiose in carriera gli sfuggiranno solo Parigi-Tours e Campionato di Zurigo). Ma come lui tanti altri corridori, a partire dal suo eterno rivale Felice Gimondi, passando per Joop Zoetemelk, Bernard Hinault e Francesco Moser, solo per citarne alcuni, e per finire con Gianni Bugno e Laurent Jalabert, tra gli ultimi interpreti di un ciclismo globale.
Il fenomeno ha iniziato chiaramente il suo declino proprio negli anni ’90, con quel Miguel Indurain, cinque volte vincitore del Tour de France e due volte al Giro d’Italia ma che ha, se non introdotto, perlomeno stigmatizzato un sistema di preparazione Tourcentrico, poi seguito dal destituito Lance Armstrong (nel cui palmarès ormai restano “solamente” un mondiale e una Freccia Vallone vinte prima di trasformarsi in una macchina da grandi giri). Non un caso dunque che fino a pochi anni fa, l’ultimo vincitore della Grande Boucle ad aver vinto una classica maggiore era Bjarne Riis, vincitore della corsa francese nel 1996 e della Amstel Gold Race l’anno seguente.
Primo a prenderne il posto, 15 anni dopo il contestato danese, è stato Cadel Evans (un vero esempio di multidisciplinarietà visto che arrivava dalla MTB), che nel 2011 conquistò il Tour de France dopo aver vinto Freccia Vallone e Mondiale. Dopo di lui è arrivato Vincenzo Nibali, che dopo il successo a Parigi del 2014, ha anche conquistato due diverse classiche Monumento (Il Lombardia e Milano-Sanremo). Il caso del siciliano risulta unico nel panorama attuale, con il siciliano che appare decisamente il più titolato in questa prospettiva visto che è l’unico dei corridori che possiamo prendere in considerazione ad aver vinto più di una monumento e più di un grande giro.
Oltre ai due citati, negli ultimi venti anni (ovvero nel nuovo millennio) troviamo solo altri quattro corridori, di cui nessuno ha conquistato il Tour e nessuno più di un GT in carriera (solo lo Squalo ne ha vinto più di uno). Si tratta infatti di due vincitori del Giro d’Italia, Damiano Cunego e Danilo Di Luca, e altrettanti della Vuelta a España, Alejandro Valverde e Alexandre Vinokourov. Da notare che di questi l’unico ancora in attività è il murciano, che è anche l’ultimo ad aver vinto in ordine temporale visto che trionfò nel 2009. Rispetto al 2010 le uniche due novità, almeno guardando i grandi giri, sono dunque i due vincitori della Grande Boucle, che hanno portato il totale a sei.
Un numero ancora molto esiguo (senza voler entrare in considerazioni sul doping che ha visto protagonisti tre dei sei atleti appena citati), che dieci anni fa (quando i successori di Riis ancora non c’erano e restavano solo gli altri quattro) permetteva di rispondere facilmente come come la tendenza fosse sempre più alla specializzazione e che sembrava indicare che dovevamo rinunciare – personalmente con grande rammarico – a questi fuoriclasse assoluti in grado di competere su tutti i terreni come era anche solo 30 anni fa (quando chi scrive iniziava ad appassionarsi a questo sport). Una considerazione che la tabella in fondo all’articolo mostrava in maniera ancora più impietosa visto che alcune classiche non venivano (e alcune non vengono tuttora) vinte da un vincitore di GT da oltre 30 anni.
Un raggio di speranza viene tuttavia dalla linea maestra che potrebbe essere stata solcata in questo decennio da Nibali e Valverde. È grazie a loro infatti che la tabella che segue è potuta essere profondamente rinfrescata: assieme hanno ritoccato i palmarès di sei delle undici corse di un giorno che abbiamo tenuto in considerazione (oltre ovviamente dei grandi giri di riferimento). Considerati dei veri e propri modelli e punti di riferimento in gruppo, in questi anni hanno dimostrato che è possibile essere competitivi sia nei grandi giri che nelle classiche, trovando peraltro entrambi un feeling sorprendente – soprattutto perché tardivo – con il pavé, che attualmente resta il terreno più ostico. Qualcuno seguirà il loro esempio? O meglio, qualcuno sarà in grado di farlo? Nella nuovissima generazione, dopo aver vissuto da questo punto di vista una ottima annata 2019, qualche esempio viene in mente…
NB Oltre alle tradizionali 5 classiche monumento (Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia), nel corso di questa analisi sono state tenute in considerazione anche Gand-Wevelgem, Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Clasica de San Sebastian, Parigi-Tours e Mondiale in Linea. Nella tabella che segue è indicato l’ultimo vincitore al 2010, anno della prima analisi, e l’ultimo vincitore corrente di una classica ad aver anche vinto almeno un GT.
Corsa | Vincitore | 2010 | Vincitore | 2020 |
Milano-Sanremo | Laurent Jalabert | 1995 | Vincenzo Nibali | 2018 |
Giro delle Fiandre | Gianni Bugno | 1994 | Gianni Bugno | 1994 |
Gand-Wevelgem | Sean Kelly | 1988 | Sean Kelly | 1988 |
Parigi-Roubaix | Sean Kelly | 1986 | Sean Kelly | 1986 |
Amstel Gold Race | Damiano Cunego | 2008 | Damiano Cunego | 2008 |
Freccia Vallone | Alejandro Valverde | 2006 | Alejandro Valverde | 2017 |
Liegi-Bastogne-Liegi | Alexandre Vinokourov | 2010 | Alejandro Valverde | 2017 |
Clasica San Sebastian | Alejandro Valverde | 2008 | Alejandro Valverde | 2014 |
Parigi-Tours | Sean Kelly | 1984 | Sean Kelly | 1984 |
Giro di Lombardia | Damiano Cunego | 2008 | Vincenzo Nibali | 2017 |
Mondiale in Linea | Abraham Olano | 1995 | Alejandro Valverde | 2018 |
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