Wanty-Groupe Gobert, Guillaume Martin: “Abbiamo meritato l’invito al Tour, e il percorso mi si addice”

Guillaume Martin festeggia la partecipazione della Wanty-Groupe Gobert al Tour de France 2019. Il corridore francese potrà correre per il terzo anno consecutivo la Grande Boucle, essendo quasi certo del suo posto in squadra. Le sue qualità di scalatore, in un team che non può contare su molti grimpeur esperti, gli dovrebbero permettere di far parte della selezione, quest’anno probabilmente con il solo obiettivo di vincere una tappa. Nel 2018 una serie di cadute gli ha impedito di rendere al meglio, impedendogli di lottare per la maglia bianca di miglior giovane. Senza questo possibile stimolo, la rincorsa al primo successo in un Grand Tour può essere una speranza concreta.

Il francese ha commentato la notizia con entusiasmo: “Questo terzo invito dimostra che non abbiamo rubato il nostro posto al Tour de France negli ultimi due anni. Ringrazio ASO per la fiducia in noi e per aver annunciato la nostra selezione come una delle prime due invitate. In questo modo possiamo correre con serenità in questa stagione”.

Guillaume Martin ha poi aggiunto il suo rammarico per la passata edizione: “Sento che non sono stato in grado di lasciare al 100% il mio marchio al Tour del 2018. Anche se la mia prima partecipazione è stata soddisfacente, molti dettagli hanno scombinato i miei piani l’anno scorso. Sono arrivato vicino alla maglia bianca, ma non l’ho mai potuta indossare. Nelle ultime tappe ho perso terreno in classifica. Non mi sentivo bene e una costola rotta non mi ha aiutato”.

Maggiore ottimismo invece trapela quando l’argomento si sposta sul percorso di quest’anno: “L’edizione del 2019 dovrebbe calzarmi a pennello. È simile a quella del 2017. L’ho già guardata, ma con l’annuncio di quest’invito di certo la studierò meglio nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Siccome ora vivo a Pau conosco piuttosto bene il percorso della cronometro, che non sarà semplice. Ho già scalato il Soulor e il Tourmalet nei Pirenei. Conosco bene l’Alsazia perché ho vissuto a Strasburgo”.

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