Vuelta a Burgos 2022, Timo Roosen: “Non è così che volevo vincere, spero non ci siano infortuni gravi”

Una festa spezzata per Timo Roosen alla Vuelta a Burgos 2022. Il corridore della Jumbo – Visma si è imposto davanti ai compagni Edoardo Affini e Chris Harper al termine della seconda tappa della corsa spagnola, mostrando ovviamente tutta la sua gioia al momento di tagliare il traguardo. Un comportamento che alcuni hanno anche visto come irrispettoso per quanto successo alle loro spalle, quando un loro compagno è finito a terra a causa di un dosso stradale provocando così una maxi-caduta alla quale praticamente solo i tre corridori del team neerlandese sono riusciti a passare indenni.

Così, mentre alle loro spalle il gruppo implodeva, con corridori che si scontravano fra loro o finivano contro le transenne, i tre hanno proseguito il loro sprint e hanno fatto siglare l’ennesima tripletta stagionale. Una vittoria che tuttavia chiaramente il corridore neerlandese avrebbe voluto arrivasse in modo diverso…

“È stata una volata molto complicata e veloce visto che l’ultima curva era lontana – commenta dopo la cerimonia protocollare in cui il suo sorriso era chiaramente ben diverso da quello che siamo solito osservare sul volto dei vincitori –  Abbiamo preso dunque grandissima velocità, con Affini che spingeva a tutta nell’ultimo chilometro. Poi ad un certo punto c’era un dosso all’improvviso, non l’ho visto perché andavamo a tutta, ma l’ho sentito sotto di me. Non sapevo cosa fosse successo dietro di me, ho solo sentito un rumore. Prima dell’ultima curva ho visto che dietro di me c’era ancora un mio compagno e siamo andati a tutta, avevo capito che a quel punto potevo vincere e ho spinto fino al traguardo”.

Un racconto che ovviamente non manca di rammarico: “Una bella vittoria per me nel palmares visto che proviamo ogni giorno a vincere. Ma chiaramente avrei voluto succedesse in maniera diversa, perché mi hanno detto è stata una brutta caduta e ovviamente non è un bel modo di vincere questo. Spero non ci siano infortuni gravi”.

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