Meridiana-Kamen, Davide Rebellin: “Non voglio che sia il Coronavirus a farmi decidere quando smettere”

Restano alte le motivazioni di Davide Rebellin in questo 2020. L’eterno corridore vicentino quest’anno prosegue la sua avventura con la Meridiana – Kamen, alla quale era approdato lo scorso anno in corso d’opera, sognando ancora un addio alle corse di alto livello, non costretto dalle circostanze. Con la formazione continental italo-croata per lui non ci sono grandissime corse a cui poter prendere parte, lui che ha vinto alcune delle classiche più importanti del panorama internazionale, e specialmente quest’anno c’è grande incertezza su quelle che possono essere le corse a cui essere invitati visto un calendario ristretto in cui le squadre minori potrebbero uscirne ancor più schiacciate.

Spero che anche noi delle squadre più piccole possiamo avere diverse opportunità per poter correre, sia pensando agli sponsor che magari vogliono continuare ad investire il prossimo anno o i vari giovani corridori di queste squadre che hanno bisogno di correre – spiega ai microfoni di Ultimo Chilometro il classe 1971, che pochi giorni dopo la ripresa del calendario italiano compirà 49 anni. Una età che nessun professionista dei tempi moderni aveva neanche minimamente sfiorato, che ovviamente in questo periodo è probabilmente pesata più di altre volte negli ultimi anni: “Come tutti mi sono allenato sui rulli. Ho fatto ogni giorno delle sessioni, ma è stato più un mantenimento della condizione visto che non sappiamo bene quando sarà il momento di essere pronti per correre. Soprattutto alla mia età non posso permettermi di stare completamente fermo un mese altrimenti è ancora più impegnativo poi ripartire. Mi sono comunque allenato bene, facendo anche degli esercizi a corpo libero”.

Nell’incertezza che regna per un calendario non ancora definitivo ma comunque ormai tracciato in una sua forma definita, il 48enne di San Bonifacio traccia comunque un obiettivo importante per questa stagione, proprio una delle corse attualmente più incerte, la cui collocazione rimbalza in una forchetta di quasi due mesi, la prova in linea dei Campionati Italiani. “Ritirarmi vincendo il campionato nazionale – si interroga – No, sinceramente nel caso vorrei correre con la maglia tricolore perché è una maglia che non ho mai indossato e poterla portare sarebbe un sogno”.

E nel suo viaggio onirico, ma si è campioni anche perché si è capaci di trasformare quel che per molti resta illusione in realtà, c’è un’altra grande speranza: “Il mio vero sogno è quello di chiudere con una squadra che mi permetta di fare delle corse importanti e concludere quindi in bellezza. Il massimo sarebbe partecipare a qualche classica e chiudere lì la carriera. Chiaramente non so che risultati potrei ottenere visto che oltre all’età sono diversi anni che non partecipo a questo tipo di gare e non ho un programma di gare molto continuo come quello delle squadre WorldTour”.

Quel che è certo, è che non vuole che sia il covid-19 a decidere. Lui, che in questi anni ha alzato l’asticella stagione dopo stagione, anno dopo anno, arrivando ormai a sfiorare i 50 anni, traguardo che anni fa annunciò quasi come una boutade ma che ormai sembra davvero alla sua portata: “Non voglio che sia il Coronavirus a farmi decidere quando smettere. Vorrei essere io a scegliere il momento e soprattutto vorrei farlo in una gara importante”.

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