Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2022, Caleb Ewan: “Non dobbiamo aspettare lo sprint. Vincere per me è una dipendenza”

Caleb Ewan pronto a guidare la Lotto Soudal alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2022. Costretto a saltare lo UAE Tour, il corridore australiano è pronto ora a schierarsi al via della gara belga, nonostante il fatto che delle 54 vittorie della sua carriera, solo una sia arrivata in una corsa di un giorno belga. L’australiano ha spiegato che la tattica potrebbe essere anche quella di non attendere lo sprint e provare a giocarsi le proprie carte in altro modo. In ogni modo, l’ex Mitchelton si è preso tutte le responsabilità, spiegando che la pressione deve essere tutta su di lui e non sul giovane compagno Arnaud de Lie.

“Le strade sembrano cambiate rispetto a cinque anni fa – ha esordito ai microfoni di Het Nieuwsblad ricordando la sua ultima partecipazione alla corsa – Ma non chiedetemi i nomi (ride – ndr). All’epoca arrivai nel primo gruppo alle spalle del vincitore, ma non feci un vero e proprio sprint. Nel frattempo sono diventato più forte e penso di poter avere un ruolo importante. Non sono sicuro che sarà volata di gruppo. Che ruolo giocherà il vento? E le strade strette? La QuickStep corre sempre in maniera aggressiva, anche con Jakobsen in squadra. Anche noi dobbiamo correre in maniera aggressiva e non attendere lo sprint. Mi sento abbastanza forte da superare gli strappi senza troppo aiuto, che di conseguenza vuol dire anche più spazio per i miei compagni. Arnaud De Lie? Se qualcosa mi va storto, tocca a lui sprintare. Ma facciamolo prima arrivare a Kuurne, sarebbe già grandioso per un ragazzo di 19 anni. La pressione per la vittoria è su di me, non su di lui”.

Una vittoria che sarebbe importante anche per il ranking UCI della Lotto Soudal al fine di mantenere la categoria WorldTour a fine stagione: “Questa è la migliore Lotto Soudal da quando sono arrivato nel 2019.  I giovani hanno fatto un altro step e ora vincono anche le corse. Tutti sono motivati e fiducioso. Vincere a Kuurne vorrebbe dire tanti punti quanti ne darebbero quattro tappe allo UAE Tour. Questa non è pressione in più, perché sono sempre abituato a lottare per la vittoria e quando sono nel rettilineo finale non penso a quanti punti si potrebbero guadagnare. Per me vincere è una dipendenza. Finché vinco sono felice. Poi non importa se i punti sono pochi o molti, ma per il team fa la differenza”.

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