Zaaf Cycling Team, la disperazione di Audrey Cordon-Ragot: “Nessuna di noi ha ancora visto un euro da inizio anno, ma non è colpa della squadra”

Quella della Zaaf Cycling era una delle belle storie di questa stagione, per quel che riguarda il panorama femminile. Squadra nuova, intitolata a un personaggio quasi leggendario del ciclismo algerino, con ambizioni di alto livello e un organico capace di ottenere risultati convincenti fin dalle prime gare affrontate. L’atmosfera intorno alla formazione spagnola, però, si è fatta pian piano più pesante, fino al momento in cui i nodi sono venuti al pettine: nessun dipendente della Zaaf ha infatti ricevuto ancora uno stipendio, fin dal mese di gennaio. E all’orizzonte non sembrano esserci miglioramenti della situazione.

Fra le atlete che hanno sposato il progetto-Zaaf c’è Audrey Cordon-Ragot, che già era rimasta a piedi dopo il tracollo di un altro progetto dalle grandi ambizioni, quello della realtà francese diretta da Jerome Pineau. “I dirigenti continuano a prometterci che gli stipendi arriveranno, ma è così ogni settimana da quasi tre mesi – le parole della campionessa francese raccolte da OuestFrance – I soldi non si vedono e noi non possiamo vivere senza. È una situazione complicata: se entro la fine di marzo non riceviamo nulla, potremmo far ricorso al fondo di garanzia aperto presso la Federazione spagnola. Ma questo significherebbe la chiusura della squadra. Se invece aspettiamo un altro mese, ma poi non ci pagano, perderemmo quel che faremmo dalla fine di marzo in poi, perché il fondo di garanzia copre solo tre mesi di stipendio”.

Cordon-Ragot rivela: “Io e tutte le mie compagne stiamo iniziando a perdere le speranze. Peraltro, il problema non è che la squadra non ha il denaro, che è la cosa più frustrante di tutte. A quanto pare, il problema è nel conto aperto in una banca spagnola, quello che è stato indicato all’Unione Ciclistica Internazionale come riferimento per le operazioni della squadra: i soldi su quel conto al momento sono bloccati perché non c’è la copertura necessaria da parte della banca”.

L’atleta francese sottolinea: “Se la squadra però non trova una soluzione in fretta, non vedo come sia possibile continuare – le parole di Cordon-Ragot, che prima del naufragio della B&B aveva dovuto fare i conti anche con un grave problema di salute – E non è una situazione che dà problemi solo a noi atlete, ma c’è tutto il personale che non viene pagata. A un certo punto, non si può più andare avanti. Io? È un’altra legnata. Stavolta, però, è diverso: ho di fronte persone oneste che vogliono rimettere in piedi la situazione, non ci sono persone che dicono cose senza senso. Il problema, però, è che a un certo punto, bisogna trovare delle soluzioni concrete”.

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