Mondiali Zurigo 2024, le riflessioni di Daniele Bennati: “Chiedo scusa per la rabbia mancata, ora è tempo di seminare”
Daniele Bennati torna a mente fredda a fare una analisi della prova in linea dei Mondiali di Zurigo 2024. Il CT azzurro aveva già mostrato la sua delusione per il risultato di una corsa in cui l’Italia si era vista poco, pur con qualche singolo che ha provato comunque a dire la sua, ma ora affida ai social una riflessione aggiuntiva, in cui non si sottrae dalle sue responsabilità, sottolineando comunque che sarebbe stato ben difficile poter sperare in qualcosa di meglio in una giornata come quella che domenica scorsa ha visto Tadej Pogacar lasciale un’altra indelebile traccia nella storia del ciclismo.
“Qualche riflessione dopo il mondiale – scrive il tecnico toscano – Ancora non ho smaltito l’amarezza del mondiale. E quando si torna a casa a mani vuote da certe competizioni, occorre chiedersi cosa si sarebbe dovuto fare per raggiungere i risultati che non sono arrivati. La domanda è diversa da quella se si sarebbe potuto fare cose differenti. Infatti, la risposta a questa seconda domanda è sempre affermativa, ma il punto centrale del problema rimane il primo quesito. Infatti, anche ad aver operato scelte diverse resterebbe poi da rispondere allo stesso interrogativo: avrebbero queste ultime condotto ad un risultato diverso? Nel nostro caso, avrebbero portato almeno una medaglia all’Italia? Se Evenepoel non è riuscito a salire sul podio, credo di poter dire con certezza che la regola della proprietà commutativa è applicabile anche al ciclismo: cambiando l’ordine degli addendi o dei fattori, il risultato non sarebbe cambiato”.
Bennati aggiunge una riflessione amara, con una assunzione di responsabilità che nulla toglie alla realtà dei fatti: “Domenica, oltre alle gambe, è sicuramente mancata una giusta dose di rabbia agonistica. E di questo mi sento in dovere di chiedere scusa, anche a nome di tutta la squadra, ai numerosi sportivi italiani che a Zurigo ci hanno fatto sentire il loro calore e a tutti quelli che ci hanno seguito alla tv. Ma la verità vera è sotto gli occhi di tutti: 3 o 4 nazionali e tra queste, purtroppo, non c’é l’Italia, possono contare su alcuni ciclisti che definirli fenomeni straordinari forse sarebbe riduttivo. E contro costoro, anche corridori eccellenti sono inevitabilmente destinati ad andare incontro a brutte figure”.
Per il momento dunque bisogna fare quel che si può con i mezzi a disposizione, con un pensiero al futuro (lo sguardo ovviamente è a Lorenzo Mark Finn, ad esempio, fresco vincitore dell’iride jrs): “Quindi che fare in questi casi? I marinai dicono ‘prua al vento e che passi la tempesta’. E poiché le tempeste distruggono fiori e piante ma non i semi, in questo periodo credo che ci si debba preoccupare soprattutto di seminare“.
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