UCI, Martigny chiede il rimborso dei milioni versati per il Mondiale poi disputato a Imola

Martigny alza la voce con l’UCI per riavere indietro il proprio denaro. La città svizzera, insieme ad Aigle, aveva ricevuto la designazione per ospitare i Mondiali 2020, venendo scelta come sede proprio dalla massima organizzazione ciclistica internazionale. La crisi sanitaria mondiale tuttavia aveva costretto le autorità svizzere a prendere la drastica decisione di vietare lo svolgimento dell’evento, in ottemperanza a quanto era stato stabilito dallo Stato per contenere la diffusione della pandemia. L’UCI ha quindi dovuto trovare un’alternativa, scegliendo poi Imola come sede e teatro di battaglia di una bellissima prova iridata, nella quale Julian Alaphilippe ha avuto la meglio sui rivali. Tutto finito quindi? Pare di no.

Secondo quanto riportano i media svizzeri, i Cantoni Vaud e vallese e i due Comuni coinvolti hanno chiesto all’UCI di restituire il denaro anticipato per l’organizzazione dell’evento, il quale poi di fatto non si è mai svolto in Svizzera. In totale il governo dei due cantoni aveva messo a disposizione circa 11,8 milioni di franchi svizzeri, corrispondenti grosso modo a 10,9 milioni di euro. Cinque di questi erano già stati versati nelle casse dell’UCI, ma nessuno è stato restituito a seguito della cancellazione dell’evento, dettata appunto da motivi di sicurezza imposti dall’emergenza coronavirus.

Come riportato da Wielerflits, Aline Trede ha chiesto a nome del Consiglio nazionale svizzero la restituzione del denaro: “Sarebbe assurdo guadagnare milioni di dollari di denaro pubblico per un Mondiale annullato. Chiediamo all’UCI di rimborsare immediatamente il denaro ricevuto, meno i costi sostenuti, al governo federale, ai cantoni e ai Comuni”. Ora spetta all’Unione Ciclistica Internazionale decidere come agire sulla questione economica di una stagione decisamente travagliata per lo sport.

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