UAE Team Emirates, la squadra non farà più uso di monossido di carbonio: “Abbiamo condotto un’analisi di 18 mesi e ora si è conclusa, non faremo altri test”
La UAE Team Emirates non utilizzerà più la tecnica del rebreathing di monossido di carbonio. La controversa pratica di respirare piccole quantità del suddetto gas per misurare il livello di emoglobina nel sangue degli atleti in modo da finalizzare al meglio gli allenamenti di preparazione, in particolare quelli in altura, è al centro del dibattito da alcuni mesi, da quando un articolo di Escape Collective ha evidenziato come alcune squadre ne facessero uso. Tra queste anche la formazione emiratina, che durante l’incontro con la stampa avvenuto nella giornata di ieri ha confermato di non adoperare più tale metodo, che negli scorsi giorni l’Unione Ciclistica Internazionale ha chiesto di non utilizzare più, arrivando a chiederne il divieto anche all’Agenzia Mondiale Antidoping.
A parlare della questione monossido di carbonio è stato Jeroen Swart, coordinatore delle performance dell’UAE Team Emirates: “Per fare chiarezza su questo punto, il rebreathing di monossido di carbonio è una tecnica convalidata da 20 anni ed è stata utilizzata da scalatori, sportivi di resistenza e atleti di tutto il mondo per misurare la massa di emoglobina quando vanno in quota”, le parole di Swart, riportate da Cyclingnews.
“Negli ultimi sette anni abbiamo ottenuto ottimi risultati con i nostri ritiri in quota – ha proseguito lo specialista sudafricano – Siamo convinti di aver svolto un ottimo lavoro in termini di benefici, ma non è possibile quantificarlo chiaramente se non misurando la massa di emoglobina. Due anni fa abbiamo quindi deciso di valutare se i nostri corridori stavano migliorando o meno secondo le nostre aspettative. Abbiamo quindi condotto un’analisi di 18 mesi per valutare la massa di emoglobina utilizzando il rebreathing di monossido di carbonio, che è una tecnica altamente standardizzata con attrezzature molto specifiche”.
Tale analisi è ora giunta al termine e ha evidenziato ottimi risultati: “Abbiamo concluso questo processo e i nostri risultati dimostrano che i nostri training camp sono davvero perfetti per l’adattamento massimo dei nostri corridori, cosa che si riflette anche nelle prestazioni – ha aggiunto Swart – Quindi, in realtà non abbiamo bisogno di fare ulteriori test. Non abbiamo intenzione di farne altri”.
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