Trek-Segafredo, Vincenzo Nibali torna sulla squalifica alla Vuelta 2015: “Sono tornato arrabbiato e ho vinto le gare successive”

Vincenzo Nibali torna a parlare della squalifica alla Vuelta a España 2015. Il siciliano oggi ha partecipato alla quinta tappa del Digital Swiss 5, competizione virtuale con la partecipazione di diversi professionisti su una parte del percorso del Giro di Svizzera 2020, non riuscendo a piazzarsi nei primi dieci nella frazione vinta da Rohan Dennis. Il corridore della Trek-Segafredo in questi giorni è molto attivo sui social network, che utilizza per parlare con alcuni colleghi e direttamente con i tifosi attraverso interviste. Con l’obiettivo di Tokyo 2020 rinviato all’anno prossimo, lo Squalo punterà realisticamente soltanto al Giro d’Italia 2020, vedendo prima le decisioni sul calendario.

Il vincitore di quattro Grand Tour in carriera in una chiacchierata durante un Instagram live con l’ex ciclista Raffaele Ferrara ha rivissuto uno dei momenti più difficili della sua carriera, appunto quello della classifica dal Grand Tour spagnolo: “Non fu colpa mia, diciamolo. Sheffere venne in camera mia e si scusò, ma io fui comunque messo fuori dalla corsa. Avevo rotto la bici ed ero attardato. Mentre rientravo, su un dosso ho pure perso le borracce e la giuria non voleva che prendessi la scia. Lui mi si affiancò e nel passarmi altre borracce mi trainò talmente forte che rischiai di finire nel burrone. L’elicottero sopra di noi fece la ripresa che andò in mondovisione. Ho saputo della squalifica solo una volta rientrati in albergo, mentre Pallini mi massaggiava“.

Nibali non ha accettato con serenità la decisione e ha lavorato duro per ottenere risultati importanti nelle corse successive, che lo hanno visto trionfare nella Coppa Bernocchi, nella Tre Valli Varesine e al Lombardia: “Mi hanno massacrato per un bel periodo con battute a non finire. Sono rientrato a casa talmente arrabbiato che poi mi sono allenato come una bestia e ho vinto tutte le gare successive, tranne una, in cui mi ha battuto Rebellin. Andavo come un aeroplano“.

La diretta social ha anche permesso di ricordare Michele Scarponi: “Un rivale amico prima, un compagno amico poi. Quando Martinelli mi disse che si poteva prenderlo in Astana, gli dissi che non dovevamo perdere tempo. Lo prendemmo. Che sfide sul Valparola… Sprintavamo anche in cima, davamo tutto noi stessi. Quanti ricordi con Scarpa. Era una sfida continua, uno sprone“.

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