Soudal-QuickStep, i numeri dell’era-Lefevere: dal 2003 a oggi 981 vittorie – È mancato solo il Tour de France

Con l’uscita di scena, almeno dal punto di vista operativo, di Patrick Lefevere è davvero finita un’era per il ciclismo internazionale. Da dirigente, il belga, oggi 69enne, apparve per la prima volta sulla scena nel 1979, con la formazione Marc Zeepcentrale-Superia. Da lì, la sua parabola sportiva lo ha visto toccare la Capri Sonne-Campagnolo-Merckx, la Lotto, la TVM, la Weinmann e l’italiana GB-Mg Maglificio. Nel 1995, poi, Lefevere passò a quella che divenne Mapei-GB, che successivamente è sempre rimasta la sua casa, al cambiare dei nomi, fino all’attuale Soudal-QuickStep (il cambio di licenza, da italiana a belga, avvenne nel 2001). È di pochi giorni fa l’annuncio del passo indietro operato da Lefevere, che rimarrà membro onorario del Consiglio di amministrazione della formazione di licenza belga.

Alle spalle del belga rimangono numeri incredibili, sia sul piano della longevità sportiva sia per quel che concerne il raccolto, in termini di risultati. Con la gestione Lefevere, negli anni compresi fra il 2003 e il 2024, quella che oggi è la Soudal-QuickStep ha conquistato 981 vittorie (dati di ProCyclingStats), toccando una cifra che nessun altra formazione ha raggiunto. Sul piano individuale, il corridore che ha più volte fatto felice Lefevere è stato Tom Boonen, con 120 vittorie; a seguire ci sono Mark Cavendish (59), Remco Evenepoel (57) e Fabio Jakobsen (47). Fra i più “produttivi” c’è anche Paolo Bettini, che sotto la direzione del belga ha esultato per 42 volte. In tema successi è clamoroso il dato che vuole la squadra diretta da Patrick Lefevere come quella più vincente, a livello mondiale, per nove stagioni consecutive, fra il 2013 e il 2021

Nell’arco degli anni, le squadre di Lefevere hanno dimostrato particolare predilezione per le Classiche, soprattutto per la Parigi-Roubaix, che per ben 4 volte si è chiusa con il podio interamente occupato da suoi corridori: successe nel 1996 (primo Johann Museeuw, secondo Gianluca Bortolami, terzo Andrea Tafi), nel 1998 (primo Franco Ballerini, secondo Tafi e terzo Wilfried Peeters), nel 1999 (primo Tafi, secondo Peeters e terzo Tom Steels) e infine nel 2001, quando vinse Servais Knaven, davanti a Museeuw ed a Romāns Vainšteins. I gruppi diretti da Lefevere hanno poi avuto molto spesso dei campioni del mondo nelle loro fila, tanto che sono 15 le maglie iridate portate a casa nell’arco degli anni: tre ciascuno le hanno vinte Michael Rogers e Tony Martin, a cronometro, e al conto si aggiungono quelle conquistate da Julian Alaphilippe (due), Paolo Bettini (due), Tom Boonen e Michał Kwiatkowski, oltre che dal recente prodigio  Evenepoel, che ne ha già conquistate tre, fra cronometro e linea.

Là dove gli uomini di Lefevere sono mancati negli anni è il podio delle grandi corse a tappe, in particolare sul primo gradino. Il dirigente belga non ha mai potuto godersi il successo di un suo pupillo al Tour de France, mentre ha portato a casa i trofei del Giro d’Italia e della Vuelta a España solo per una volta, rispettivamente con Tony Rominger nel 1995 e con il “solito” Evenepoel nel 2022. Ben diverso il discorso relativo alle vittorie di tappa: negli anni, al Tour sono state complessivamente 76, alla Vuelta 61 e al Giro 58.

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