Pagelle Giro delle Fiandre 2022: Mathieu Van Der Poel e Tadej Pogacar regalano spettacolo, Groupama-FDJ e Bahrain-Victorious si fanno notare, Quick-Step ancora flop, delusione Pidcock e Mohoric

Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), 10 e lode: Dopo i problemi fisici che ne avevano condizionato l’inverno, questa vittoria ha dell’incredibile, considerando che si tratta appena dell’ottavo giorno di corsa di questo suo 2022 iniziato col podio alla Milano – Sanremo. In una corsa in cui si muove come nel suo giardino di casa (due vittorie, un secondo ed un quarto posto in quattro partecipazioni), dimostra di aver fatto tesoro di alcuni errori del passato e oggi vince, anche, di astuzia. Resta attaccato con i denti alla ruota di Tadej Pogacar (a cui farà i complimenti nel dopo corsa) quando questi accelera, dimostra nervi saldissimi nella volata finale non perdendo mai il controllo della situazione e dominando, prima di testa e poi di gambe, tutti i rivali.

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 9,5: Il bretone trova un inatteso podio. Un piazzamento di prestigio che, però, non è frutto del caso, ma viene costruito al termine di una corsa solida. Battaglia per tutto il giorno con i migliori ed è l’unico a rimanere a ruota di Van der Poel e Pogacar quando lo sloveno forza il ritmo sul Koppenberg. Forse questo sforzo gli toglie brillantezza nello sprint finale che gli spalanca un’ormai inaspettata chance di vittoria ma il terzo posto odierno lo proietta in una dimensione superiore della propria carriera che ha spesso sfiorato ma mai davvero raggiunto prima di questa giornata che rimarrà memorabile.

Dylan van Baarle (Ineos Grenadiers), 9: Anche lui, come Madouas, si ritrova negli ultimi metri a giocarsi una possibilità di vittoria che, ormai, sembrava sfumata. Bravo a non mollare mai, a tenere duro e a guardare davanti più che dietro in un finale al cardiopalma. In una corsa che aveva già dimostrato di apprezzare in passato, conquista una seconda posizione che completa la giornata memorabile per gli orange.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 8,5: Alla sua prima Ronde mostra, ancora una volta, di essere di una categoria superiore. Che si tratti delle salite del Tour de France, delle strade de Il Lombardia, degli sterrati senesi o del pavé belga, il fenomeno sloveno riesce a imporre sempre la sua legge. Dopo aver fatto anche lavorare la squadra con un prezioso Matteo Trentin (7) a tenere sotto controllo le azioni precedenti, fa una corsa pazzesca, quando accelera frantuma i rivali e solo un altro marziano che risponde al nome di Mathieu van der Poel riesce a resistergli. Peccato solamente per il finale dove gioca col fuoco (e con Van der Poel) e il quasi surplace a cui dà vita insieme al neerlandese consente a Madouas e Van Baarle di rientrare e di trasformare la volata a due in una a quattro, in cui rimane chiuso dagli inaspettati rivali.

Dylan Teuns (Bahrain Victorious), 7,5: Resta inizialmente coperto  lasciando spazio ai suoi compagni Fred Wright (7,5) e Jan Tratnik (7), poi nel finale trova le forze per inserirsi in un inseguimento che poteva sembrare disperato e che invece non stava per dare un risultato clamoroso. Ad ogni modo conclude con un ottimo piazzamento, confermando che in queste corse è uno degli uomini da tenere in considerazione.

Stefan Küng (Groupama-FDJ), 7,5: Lo svizzero conferma anche oggi che al Nord ormai è uno degli uomini di maggiore qualità, con una capacità di soffrire e superare il pavé che hanno pochi eguali in gruppo. Ovviamente, vista la sua mole, soffre nei tratti più duri, riuscendo comunque a difendersi molto bene. Con più collaborazione nel momento decisivo, quando stava provando ad organizzare un inseguimento che tuttavia non spettava a lui visto che aveva un compagno davanti, avrebbe potuto giocarsi anche un risultato migliore.

Christophe Laporte (Jumbo-Visma), 7: Cade in uno dei momenti in cui il gruppo sta viaggiando alla velocità più alta, spendendo molte energie per rientrare. Rientra non molto prima che la bagarre esploda, trovandosi così in debito di ossigeno mentre gli altri stanno lanciando le loro offensive. Costretto a correre sulla difensiva, alla fine chiude con un piazzamento che non salva la spedizione di una Jumbo-Visma in cui anche Tiesj Beenot (6) ci prova, pur senza brillare, ma che ne conferma le qualità.

Luca Mozzato (B&B Hotels – KTM), 7: Dopo una intera giornata in fuga, il 24enne veneto chiude 25°, miglior italiano al traguardo e ultimo dei fuggitivi a mollare la presa dopo essere stato ripreso. Un’altra prova convincente per un corridore che lentamente sta muovendo i suoi passi nel ciclismo che conta, ritagliandosi spazi importanti in squadra.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 6: La testa c’è, le gambe un po’ meno. Nei momenti chiave è al posto giusto, confermandosi corridore dalle grandi doti tattiche, tuttavia la risposta del corpo non basta per poter seguire. Alla fine si gestisce, regolando la volata dei battuti e conquistando comunque un piazzamento che fa sempre comodo di questi tempi.

Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert), 5,5: Corre di rimessa, complice anche un problema meccanico di certo non nel momento migliore. Non si vede così molto, mostrando comunque di non avere la condizione dei giorni migliori, ma alla fine conquista comunque una top10 che per la squadra è utile, migliorando una personale statistica di regolarità tra le migliori del gruppo nelle Monumento.

Michael Matthews (TeamBikeExchange-Jayco), 5,5: Sembra muoversi quasi sempre controtempo, ma almeno non subisce semplicemente la corsa, cercando comunque di ritagliarsi un ruolo e chiudendo undicesimo al traguardo. Con più tempestività poteva essere nel gruppetto che poi si è andato a giocare la top5.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 5: Dopo la splendida prestazione di mercoledì ce lo aspettavamo tutti grande protagonista, invece deve subire la corsa, restando all’ombra dei suoi compagni e sparendo progressivamente. Tutto sommato, aveva avvertito anche lui che i suoi problemi di salute non erano ancora risolti, quindi ce lo si poteva anche aspettare

Quick-Step Alpha Vinyl, 5: La corazzata belga stecca anche oggi, con l’unica scusante che il suo uomo di riferimento viene fermato da un problema meccanico nel momento più importante. Unico che nella azione precedente aveva seguito senza colpo ferire Tadej Pogacar, Kasper Asgreen (6 con il beneficio del dubbio) deve infatti mettere il piede a terra nella seconda esibizione dello sloveno, perdendo moltissimo tempo visto che la sua ammiraglia non poteva essere lì. Provano ad organizzare un inseguimento, ma le energie non erano certo quelle dei giorni migliori.

Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), 5: Corridore che sulle grandi distanze sa emergere, dopo una buona Gand – Wevelgem sembrava conferamre di poter ancora tenere l’ottimo stato di forma mostrato alla Milano – Sanremo, ma la ripetizione di strappi e pavé della Ronde hanno avuto la meglio su di lui, rimasto fuori dalle azioni decisive, spesso troppo indietro nei momenti chiave.

Victor Campenaerts (Lotto Soudal), 5: Arrivato come uno degli outsider più accreditati dopo le ottime prestazioni espresse sinora, oggi il recordman dell’ora si vede poco, quando invece è proprio con una corsa aggressiva e di testa che riesce ad esprimersi al meglio. Conferma di soffrire le pendenze troppo arcigne e le distanze.

Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen), John Degenkolb (Team DSM), 5: Correndo di esperienza fanno corsa nelle posizioni di rincalzo, ma non riescono a pesare sulla corsa, non trovando neanche le forze per inserirsi nelle varie azioni di inseguimento che nascono, fosse anche solo per lottare per un piazzamento.

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