NTT, Enrico Gasparotto preoccupato per la chiusura delle frontiere avanza un’ipotesi: “Si potrebbe fare il Giro di Svizzera solo con corridori residenti in Svizzera”
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Enrico Gasparotto racconta come sta vivendo il blocco delle corse. Il ciclista italiano, che ha ottenuto la cittadinanza svizzera, vive ormai da dieci anni in terra elvetica e ha raccontato a VeloNews come sta passando le sue giornate in questo periodo senza gare, tutte cancellate a causa della pandemia. Nonostante in Svizzera sia ancora possibile uscire, sia a piedi che in bici, il corridore della NTT ha rivelato di essersi preso una pausa dagli allenamenti, proprio come il vincitore dell’ultimo Tour Egan Bernal, visto che al momento è difficile prevedere una data di ripartenza.
“Qui in Svizzera il governo ci tiene alla libertà delle persone – ha esordito – A differenza della Spagna e dell’Italia, qui si può uscire se si rispettano le distanze. Mentalmente, è molto importante. Qui in Svizzera sono ligi alle regole. Possiamo anche allenarci, ovviamente da soli. Io vivo vicino al lago, sono fortunato a passare qui questi giorni”.
Tuttavia, il classe ’82 al momento non si sta allenando: “A essere sincero, fino allo scorso weekend ero molto concentrato. Facevo un allenamento vero e proprio, con un pieno sforzo, perché volevo mantenere la mia condizione. Poi domenica scorsa era il mio compleanno e ho deciso di prendermi una settimana di riposo”.
L’ex Bahrain ha poi rivelato di vivere con la preoccupazione per i suoi genitori che vivono in Italia e l’impossibilità di raggiungerli a causa delle frontiere chiuse, prima di tornare a parlare di corse, lanciando anche una proposta: “Sembra che non correremo fino a giugno o addirittura luglio. Nessuno lo sa, forse sarà anche di più. Una cosa che mi preoccupa è la libertà di movimento da una nazione a un’altra. Al momento in ogni nazione ci sono regole diverse. Anche se la quarantena dovesse terminare, penso che ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che tutto torni alla normalità. […] Magari si potrebbe fare un Giro di Svizzera solo con i corridori che vivono in Svizzera. Lo sport è importante, ma la salute e l’economia ora vengono prima”.
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