Movistar, Roson pronto a difendersi: “Estraneo al doping”

Jaime Roson si proclama subito innocente. Sospeso in maniera cautelare dall’UCI per anomalie riscontrate nel suo passaporto biologico risalenti al gennaio 2017, il corridore della Movistar vuole difendersi per riabilitare al più presto il suo nome. Arrivata con quasi 18 mesi di ritardo, la segnalazione sembra cogliere completamente di sorpresa il corridore della Movistar, che invece all’epoca dei fatti correva nella Caja Rural – RGA, con il cambio di squadra avvenuto durante l’ultima finestra di CicloMercato, con un biennale firmato lo scorso agosto.

“In riferimento alla comunicazione ricevuta oggi dall’UCI riguardo un procedimento nei miei confronti per una supposta violazione del regolamento antidoping, mi dichiaro completamente estraneo all’uso di qualsiasi sostanza e/o metodo dopante – scrive dunque il corridore spagnolo in una nota stampa emessa in reazione  – Mi occuperò di difendermi in qualsiasi luogo per provare la mia innocenza”.

Classe 1993, Roson è passato professionista nel 2016 con la Caja Rural dopo aver corso con loro l’estate precedente come stagista. L’anno precedente invece alcuni mesi con la sfortunata esperienza con il Team Ecuador, formazione giovanile della Movistar con la quale interruppe il rapporto a fine luglio. In carriera ha ottenuto tre vittorie sinora, una per stagione: nel 2016 una tappa al Giro di Tuchia, l’anno successivo al Giro di Croazia, nel quale ha battagliato con Vincenzo Nibali anche per la generale, chiudendo poi la corsa in seconda posizione, e pochi mesi fa alla Vuelta Aragon, dopo aver chiuso in ottava posizione la Tirreno-Adriatico. Considerato tra gli astri nascenti del ciclismo spagnolo, ha preso parte anche due volte alla Vuelta a España, conquistando alcuni buoni piazzamenti correndo spesso all’attacco (26° lo scorso anno nella generale).

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