Jumbo-Visma, Primoz Roglic ripensa al Tour: “Sconfitta devastante, avrei dovuto guadagnare di più prima”

Primoz Roglic torna per la prima volta a parlare del Tour de France 2020. Lo sloveno è stato grande protagonista della corsa, di cui è stato leader a lungo prima di cedere clamorosamente la maglia gialla al connazionale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) proprio durante la cronometro della penultima tappa, giorno che ha di fatto delineato la classifica finale. Una sorpresa enorme per il capitano della Jumbo-Visma, che fino a quel momento era considerato anche superiore al rivale nelle corse contro il tempo e ha invece accusato un passivo di circa due minuti. Il secondo posto finale è stato una delusione, ma ha fatto da trampolino di lancio per le successive vittorie alla Liegi-Bastogne-Liegi 2020 e alla Vuelta a España 2020.

L’ex saltatore con gli sci ha ripercorso le sensazioni derivate dal secondo posto in una lunga intervista concessa a L’Equipe: “La sconfitta è stata terribile, devastante. Ma più per le persone intorno a me che per me. Sono uno a cui piace continuare ad andare avanti, non mi piace restare agganciato a un risultato. Se riguardo al Tour, anche se il secondo posto è stato frustrante in quel momento, è comunque un grande risultato. Non ho vinto, ma a volte vinci e a volte perdi. Quando hai fatto tutto ciò che potevi, devi accettarlo”.

Avrei dovuto guadagnare qualche secondo in diversi momenti durante la corsa – è il mea culpa di Roglic, che è stato più volte accusato di avere una tattica troppo attendista – ma non sarebbe mai stato abbastanza per guadagnare quasi due minuti su Pogacar. Preferisco ricordare che ho lottato per ogni metro della corsa. La performance di Pogacar nella cronometro non è stata strana, ma sorprendente. Non aveva mai mostrato che fosse possibile ciò che ha fatto fino alla cronometro. In certe tappe, prima, era al limite. Nessuno poteva immaginare che avesse ancora tutte quelle energie. Se non fossi caduto duramente al Delfinato e non fossi stato infortunato prima del Tour, forse sarei stato in grado di vincere. Ma cosa posso fare? Non posso cambiare tutto”.

Infine lo sloveno rivela di non aver mai avuto dubbi sulla propria volontà di continuare con questo sport: “Non ho mai pensato di lasciare il ciclismo dopo il Tour. Amo quello che faccio, ho 31 anni e so che non durerà per sempre. Voglio avvantaggiarmi al massimo del momento in cui sono in forma, non voglio lasciarmi andare. Quando il Tour è finito, mi sono detto che avevo lavorato troppo duramente per fermarmi lì. Volevo di più”.

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