Jumbo-Visma, i grandi ex Johan Museeuw e Tom Boonen spronano Wout Van Aert: “Un fenomeno, ma deve vincere le Monumento”

Wout van Aert inizierà la sua stagione di strada con una pressione crescente. Autore di uno splendido inverno, in cui tuttavia ha subito un’altra pesante sconfitta per opera di Mathieu Van Der Poel in un mondiale in cui non ha saputo giocarsi al meglio le sue carte fino ad una sorprendente amnesia nel finale, il leader della Jumbo – Visma esordirà tra poco più di una settimana alle Strade Bianche e sarà chiamato rapidamente a fare risultati pesanti. In particolare in patria non mancano le critiche per quella che viene giudicata una incapacità di capitalizzare il suo enorme potenziale nelle grandi classiche Monumento.

Un parere questo che già nei mesi scorsi aveva espresso Tom Boonen, che è recentemente tornato sull’argomento, criticando anche la sua lunga partecipazione al ciclocross questo inverno.  “Non importa se vince 20 gare di ciclocross in una stagione – ha spiegato l’ex iridato a Het Nieuwsblad – Quest’anno farà 29 anni e per lasciare davvero il segno deve vincere delle classiche su strada. Non voglio mancargli di rispetto perché è un corridore fenomenale che ha vinto in maniera straordinaria e ha raggiunto un livello mai visto. Ma mi chiedo che senso abbia spendere tutte queste energie nel ciclocross a inizio stagione”.

Un parere che sembra essere molto simile a quello di Johan Museeuw, che a sua volta sottolinea le grandi qualità del suo connazionale, ma non manca di notare a sua volta che nel palmarès del fenomeno di Herentaals ci sono delle assenze pesanti. “In termini di Monumento, c’è la Milano-Sanremo e poi si ferma – ha commentato per VTM – Naturalmente non possiamo ignorare il fatto che sia un fenomeno, in grado di vincere a cronometro, in salita e in volata al Tour. Non è una critica a Wout, ma ogni anno che passa non ritorna. È ammirevole quello che dimostra, ma è ora che vinca il Giro delle Fiandre quest’anno o entro due o tre anni”.

Il classe 1994 in carriera ha sinora ottenuto 39 vittorie, tra le quali nove tappe al Tour de France, Amstel Gold Race, strade Bianche, Gand Wevelgem, Omloop Het Nieuwsblad, E3 Classic, ma nelle Monumento, ad eccezione di quel trionfo nella Classicissima, si è dovuto accontentare di quattro podi chiudendo in totale dieci volte nei primi dieci. Numeri eccezionali, ma che per due fenomeni capaci in carriera di conquistare almeno tre volte ciascuno Giro delle Fiandre e Parigi – Roubaix non bastano…

Tra le critiche che gli vengono fatte in particolare quella di essere troppo fissato con il ciclocross, sul quale spenderebbe troppe energie, mentali e fisiche, per poi essere al meglio su strada. Un tema sul quale non si è soffermato il solo Tom Boonen, ma anche il suo ex team manager Patrick Lefevere, che ha peraltro spiegato che questa è stata una delle ragioni per cui non lo ha mai ingaggiato. “Quando era più giovane ci ho provato più di una volta – ha spiegato l’esperto dirigente belga affiancandosi alle parole de suo ex corridore – Però ho rinunciato perché durante le interviste diceva sempre che avrebbe voluto restare un crossista, per cui cercava un team che lo lasciasse libero al riguardo. A questo punto temo che sia stato un crossista troppo a lungo…”

Parole che ovviamente sono arrivate al diretto interessato, il quale ha voluto rispondere in maniera indiretta e ironica, come a volersi scrollare di dosso le polemiche senza entrarci, almeno per il momento. Attualmente in ritiro a Tenerife assieme ad alcuni compagni tra i quali Edoardo Affini, Wout Van Aert ha postato su Strava i numeri di una sua recente uscita (165,0 km, percorsi in 6h06’35” su un dislivello di 4.093 metri) intitolando il suo post con un semplice quanto efficace “l’allenamento del crossista“.

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