Giro dei Paesi Baschi 2024, il punto di vista degli organizzatori sulla caduta di ieri: “La discesa era facile, una svista il frenare nel momento sbagliato”

Secondo gli organizzatori del Giro dei Paesi Baschi 2024 la caduta di ieri è stata frutto di una svista e dell’eccessiva velocità. A dirlo ai nostri microfoni in un’intervista alla partenza della quinta tappa è stato Julian Eraso, presidente di OCETA, l’ente che dà vita alla corsa basca. Il punto della discesa in cui sono caduti tra gli altri Jonas Vingegaard, Primoz Roglic, Remco Evenepoel e Jay Vine era, stando alle sue parole, una curva segnalata in una discesa semplice. Il problema principale, secondo Eraso, sta nel fatto che i corridori scendevano a una velocità eccessiva, riprendendo così in parte quanto affermato anche da Pello Bilbao (Bahrain Victorious) dopo l’arrivo, e che hanno forse sbagliato i tempi della frenata.

Qual è il punto di vista dell’organizzazione di corsa riguardo a quello che è successo ieri?
Quello di ieri possiamo definirlo un incidente di gara perché in fin dei conti questo fa parte del ciclismo. Il problema è che è stato un incidente spiacevole, noi stessi siamo costernati per questa storia. Andava tutto perfettamente, la corsa si stava svolgendo molto bene, la strada era buona e ampia. Quest’anno abbiamo strade molto più sicure rispetto agli anni passati. Però a volte la sicurezza gioca a sfavore perché più la strada è sicura più i corridori vanno veloce. Quindi si ricollega tutto, però nel punto del percorso in cui c’è stato l’incidente era una discesa facile con curva a destra segnalata. La sfortuna sta nel fatto che tutti i corridori, meno i 10 che sono caduti, sono passati perfettamente da quella curva. Il passare dalla parte sinistra di una curva a destra può essere una svista, ma sicuramente anche il frenare nel momento sbagliato.

La caduta ha avuto ripercussioni gravi per i corridori che sono caduti, tra cui il leader e tutti gli altri favoriti. Questo va anche a sfavore di voi organizzatori…
Tutti gli 11 che sono caduti erano importanti per noi. La mala sorte sta che i tre leader della corsa, che aveva una delle migliori startlist del WorldTour di quest’anno, sono caduti uno dopo l’altro perché stavano gareggiando al massimo. Quando qualcuno gli è andato a terra davanti sono caduti pure loro, con conseguenze nefaste. Per noi la cosa più importante è la salute dei corridori. Per questo abbiamo fermato la corsa in quel momento, abbiamo raccolto le tre ambulanze che arrivavano da dietro e, cosa più importante, abbiamo trasportato i corridori feriti. Il passo successivo è stato ripartire dalla seconda salita per far concludere la tappa. Un segno di rispetto per il pubblico che stava sull’ultima salita e per i tifosi che stavano aspettando il passaggio della corsa a Legutio. Per lo meno hanno potuto vedere i loro beniamini arrivare al traguardo. Una cosa che ha fatto piacere a tutti, sponsor, tifosi e alla città di arrivo.

La maggior parte dei corridori che han parlato della caduta di ieri han detto che è stato più un problema di velocità, che quella fosse una curva normale come tantissime altre e non un punto particolarmente pericoloso. Come si possono migliorare le cose in futuro?
Noi quest’anno e negli anni precedenti abbiamo sempre tenuto tutto super controllato. Non capisco da dove nasca il problema. Gli stessi ciclisti stanno riconoscendo che corrono a velocità troppo alte. E questo è difficile da risolvere perché nessuno vuole frenare per poi farsi superare dagli altri. Dove possiamo trovare la soluzione a questo problema? In questo momento tutti i ciclisti sono atleti super preparati che possono andare fortissimo però a volte bisogna ricordare loro che la bicicletta ha una componente che si chiama freno. Anche in altri sport, come il motociclismo, chi sbaglia la frenata perde la posizione, e anche nel ciclismo sta accadendo lo stesso. Non so quale sia la soluzione, però la velocità è eccessiva, come riconoscono tutti i corridori, e a me questa cosa fa paura. Negli ultimi anni la velocità dei corridori mi spaventa.

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