Deceuninck-QuickStep, Gilbert: “Voglio vincere la Roubaix. Forti anche senza Terpstra”

Philippe Gilbert si appresta a vivere con grande ambizione la sua diciassettesima stagione tra i professionisti. Reduce da un 2018 in cui ha svolto un ruolo prezioso per i successi dei compagni di squadra nelle classiche del Nord, il portacolori della Deceuninck-Quick Step può approfittare della cessione di Niki Terpstra (approdato alla Direct Energie) per correre da leader indiscusso della formazione belga negli appuntamenti sul pavè. Dopo aver dominato la scena nel 2017, al debutto nella nuova squadra, alla soglia delle 37 primavere l’iridato di Valkenburg 2012 non sembra minimamente intenzionato a ridimensionare i propri obiettivi e, anzi, punta a infilare nel suo sconfinato palmares le uniche due Monumento che ancora gli mancano: Milano-Sanremo (in programma il 23 marzo) e Parigi-Roubaix (14 aprile).

Ospite della fiera della bicicletta di Kortrijk, l’ex Lotto non ne ha fatto segreto: “Non è facile vincere tutte le classiche, ma ci voglio provare. Sono già salito due volte sul podio della Sanremo (fu 3° nel 2008 e nel 2011), mentre a Roubaix (dove il miglior piazzamento corrisponde al 15° posto dello scorso anno) non ancora. Spero che questo sia l’anno giusto. E non intendo certo per salire sul podio, ma per vincere. È quello l’unico piazzamento che mi interessa e che conta davvero”.

Indicato da Patrick Lefevere come un futuro dirigente di primo piano, Gilbert, che punta al rinnovo per la stagione 2020, ha ammesso di non pensare al ritiro: “Sono motivato e continuo ad allenarmi bene. Mi sento bene e adoro questo lavoro. Basta guardare Alejandro Valverde (Movistar) che ha vinto il Mondiale a 38 anni: quindi perché dovrei smettere? Mi piace andare in bici e continuerò a farlo anche al termine della mia carriera agonistica. Probabilmente ho percorso circa 800.000 chilometri in sella durante la mia vita. E poi mi piace il modo in cui questo team interpreta le corse. Siamo aggressivi e non ci accontentiamo, questo è fondamentale per me. Non mi piace stare a ruota e arrivare quinto, perché non significa niente. Voglio sempre vincere”.

Inevitabile anche un commento sulla rinuncia a Niki Terpstra, al quale proprio il vallone ha fornito una valida sponda per ottenere i successi pesanti alla E3 Harelbeke e al Giro delle Fiandre nella passata stagione: “La nostra squadra è forte anche senza di lui o lo sarebbe rimasta se avessi smesso io. Non cambierà nulla nelle classiche, perché quando va via qualcuno arriva sempre un altro corridore di ottimo livello. Questo collettivo è sempre più importante del singolo, non perdiamo mai qualcuno senza avere pronta un’alternativa forte allo stesso modo”.

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