Caso Froome, quando anche chi ha scritto le regole pensa vadano cambiate: “Ho commesso un terribile errore”

“Ho commesso un terribile errore, la regola va cambiata”. Parola di chi la regola l’ha sostanzialmente scritta. Stiamo parlando del regolamento dell’Agenzia Mondiale Antidoping riguardo il Salbutamolo e ad esprimersi al riguardo è Kenneth Fitch, uno degli esperti maggiori quando si parla di asma e sport, membro del comitato olimpico per 28 anni e uno degli scienzati dai cui studi si è partiti per scrivere il regolamento in materia. Ricercatore e docente australiano, è l’uomo a cui si riferisce Alessandro Petacchi nella sua intervista quando dice che la sua tesi era simile a quella di Chris Froome.

E anche in questo nuovo caso, che dopo una lunga attesa non priva di polemiche ha visto l’UCI scagionare il capitano del Team Sky, lo scienziato responsabile per l’attuale regolamentazione del salbutamolo era tra i membri della difesa del corridore, quindi contro quel regolamento. Per sua stessa ammissione, un regolamento che va rivisto a causa del rischio di falsa positività (come le istanze hanno stabilito essere quello del Keniano Bianco, ammettendo la possibilità di un falso positivo, dunque sovvertendo il tradizionale presupposto dell’ordinamento giuridico sportivo introducendo la presunzione di innocenza).

Per questo Fitch ritiene che il risultato di questa battaglia sia “senza precedenti“, tanto da rappresentare un vero e proprio “terremoto” in quella che è la normativa attuale. “Non è rilevante solo per Froome, ma per tutti gli atleti asmatici e per il regolamento dell’AMA – spiega al Times – Concretamente, hanno accettato che il salbutamolo che prendi e il livello nelle urine non sono necessariamente correlati… Avrebbero dovuto accettarlo anni fa”.

Il regolamento attuale, basato su ricerche degli anni novanta dello stesso Fitch, prevede che la dose massima consentita (senza richiedere una TUE per specifiche ragioni) sia di 1600 microgrammi/giorno, senza eccedere gli 800 microgrammi in 12 ore. Questo consentirebbe all’atleta di restare nella soglia di 1000 nanogrammi/millilitro (aumentati successivamente a 1200 per una soglia di errore considerata tollerabile) nelle urine.

Ho commesso un terribile errore – ammette – Lo sport con la maggiore incidenza all’epoca era il nuoto, quindi è qui che abbiamo effettuato i nostri test. Ma cosa succede dopo un’ora di nuoto? La vescica è piena. Ma pedalare per cinque ore è completamente diverso, avrai poca urina, ma molto concentrata. Uno degli errori principali dei nostri studi è inoltre che non abbiamo misurato il peso specifico dell’urina. La soglia è arrivata da questi studi, ma era basata su una falsa premessa. Gli studi non erano mai stati fatti con l’obiettivo di trovare la quantità i salbutamolo nelle urine dopo aver inalato la dose consentita. Avendo avuto un ruolo principale in queste decisioni, devo riconoscere il mio errore… Mi sento responsabile per i casi come quello di Chris Froome“.

Gli studi sarebbero dovuti dunque essere ben diversi: “Se avessi voluto individuare i livelli di salbutamolo nelle urine degli atleti dopo aver assunto la dose consentita avrei fatto molteplici test, somministrando dosi diverse e raccogliendo urine in un periodo prolungato di tempo, non solo un’ora dopo. Ne è stato fatto un certo numero, ma hanno dimostrato il problema che la metabolizzazione e l’escrezione del salbutamolo sono capricciosi“.

A conferma che la questione sarebbe dovuta essere affrontata già da tempo, Fitch cita il caso in cui fu coinvolto già dieci anni fa, quello appunto di Alessandro Petacchi, che fu squalificato un anno per una positività al Giro d’Italia 2007 riconoscendo dunque la buona fede del corridore, ma contestandogli comunque una assunzione oltre il limite consentito, il che portò a quella che l’australiano vede come una condanna ingiusta. “Già nel 2007 ne discutemmo – conclude – Petacchi era innocente… Devono accettare che le regole vanno cambiate“.

Un commento

  1. Questo articolo chiarisce,finalmente,l’affaire Froome.Dovrebbero leggerlo diverse persone,tra gli addetti ai lavori.
    Penso a Hinault,Dumoulin,Ivano Fanini,Prudhomme e tanti altri che hanno parlato e preso decisioni senza cognizione di causa o in mala fede.
    Grazie Spazio Ciclismo.

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