BMC, Bettiol: “Qui anche perché amano le crono. Sogno Sanremo e Fiandre, in futuro potrei provare a vincere anche Liegi e Lombardia”

Alberto Bettiol soddisfatto del suo 2017. Dopo un 2016 in cui aveva mostrato grande crescita, il corridore si è confermato anche nella stagione da poco conclusa, dimostrandosi uno degli uomini più preziosi e versatili della Cannondale – Drapac. In salita come in pianura, il 24enne italiano ha convinto con risultati di spessore, concludendo nei primi dieci alla E3 Harelbeke, alla Clasica San Sebastian e al Tour de France, per citare i suoi risultati più importanti, dimostrando dunque grande versatilità. È mancata la vittoria, ma di questo l’azzurro non si preoccupa più di tanto.

La mia stagione è stata buona – spiega a cyclingnews – Il mio unico rimpianto è non aver vinto, che era uno dei miei grandi obiettivi ad inizio stagione, ma sento di essere migliorato, anche nei grandi giri, perché ho finito il Tour che stavo bene, meglio di quanto mi aspettassi, chiudendo in quinta posizione in una tappa, cosa che non mi aspettavo proprio […] Un sesto posto alla San Sebastian o un quinto in una tappa del Tour sono come vincere dieci corse minori, perché è davvero importante. Tutto il mondo ti guarda”.

Effettivamente, anche se “a volte è meglio vincere”, il corridore toscano ha comunque motivo di guardare col sorriso alla stagione appena finita, durante la quale ha saputo essere sempre competitivo, raccogliendo risultati preziosi anche per la squadra. In questa prospettiva dunque i suoi risultati si sono rivelati ancor più preziosi, secondo la sua analisi. “Questo è il mio lavoro – spiega – Ovviamente, mi piacerebbe vincere, perché l’ultima vittoria era cinque anni fa, ma posso capire che le squadre WorldTour sono più felici nel vedermi chiudere nei cinque o sul podio nelle corse importanti, perché per loro è come una vittoria. E io sono pagato per fare il mio lavoro”.

Corridore completo, tra i grandi l’unica specialità nella quale non si è fatto vedere è la cronometro, eppure nelle categorie giovanili era uno dei suoi punti di forza, tanto da conquistare l’oro agli europei juniores del 2011. Anche in questa ottica dunque il suo passaggio alla BMC, formazione che fa proprio dell’esercizio contro il tempo uno dei suoi punti di forza. “Ho scelto questa squadra perché è una delle squadre migliori al mondo e perché amano le cronometro“, aggiunge in merito, sottolineando anche l’importanza nella sua scelta del grande focus del team nelle Classiche del Nord, oltre all’interesse per averlo al via del Tour de France.

“Penso che sia la squadra perfetta per fare quel passo di cui ho bisogno – prosegue – Alla Cannondale non parlavamo mai di cronometro, non era uno dei loro obiettivi. Anche il marchio penso non sia pronto, investono molto sui freni a disco, ma non sulle bici da crono. Alla BMC invece amano le crono, è un obiettivo diverso, con un investimento diverso […] Ci sono persone qui solo per le crono, quindi mi piacerebbe tornare a questa disciplina perché la mia prima vittoria importante è stata così, al campionato europeo. Mi piacerebbe riprovare”.

Passato professionista giovanissimo, poco più che ventenne, Bettiol ha sofferto un po’ più di altri il passaggio nei grandi, ma negli ultimi due anni si è fatto decisamente valere, dimostrando che la scelta potrebbe essere stata vincente anche a lungo andare, ritrovandosi ora, ad appena 24 anni, con un bel bagaglio di esperienza. Ma soprattutto, ancora con grandi margini di progressione potenzialmente. Per il momento è soprattutto un corridore da classiche del nord, ma ha dimostrato di potersela giocare anche in altri obiettivi. “Penso di poter vincere anche San Sebastian e Amstel Gold Race, ma le corse dei miei sogni sono Milano – Sanremo e Giro delle Fiandre“, ammette comunque lui stesso.

Realismo, ma anche ambizione per il toscano, che sa di dover ancora esprimere a fondo il suo potenziale e le sue possibilità. “Forse più tardi nella mia carriera potrei provare a vincere anche la Liegi-Bastogne-Liegi, ma so che è più per i corridori di GT – continua – Anche se quest’anno ho fatto abbastanza bene nelle salite del Tour, restando in un gruppetto di trenta corridori, quindi forse un giorno posso provare la Liegi. Forse anche Il Lombardia, per esempio l’edizione di quest’anno da Bergamo a Como può essere adatta a me, ma se si parte da Como per arrivare a Bergamo è davvero dura, forse anche troppo”.

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