Ag2r La Mondiale, Pierre Latour sarà il capitano al Tour 2020: “Non ci sarà un vero obiettivo, solo quello di fare meglio possibile”

Pierre Latour non vede l’ora di poter sfruttare la sua occasione al Tour de France 2020. L’assenza di Romain Bardet, che si concentrerà sul Giro d’Italia, a ha lasciato un posto da capitano da occupare in casa Ag2r in vista del prossimo Luglio. Un posto che sarà affidato proprio al transalpino capace di chiudere in tredicesima posizione il Tour del 2018, che ha ricevuto anche l’endorsment di Vincent Lavanu e dello stesso Romain Bardet dalla conferenza stampa tenuta dall’Ag2r nel ritiro di Vaujany, dove la compagine transalpina ha cominciato a preparare il 2020.

“Ho solo sorriso e detto ok – ha rivelato il francese a Cyclingnews raccontando la sua reazione quando ha scoperto che sarebbe stato capitano al prossimo Tour – È bello che il team abbia così tanta fiducia in me. Non vedo l’ora di essere lì e fare il meglio possibile. Penso che quando saremo più vicini sentirò lo stress, ma per adesso va tutto bene”.

Il ruolo di capitano non sarà comunque una novità per Latour che l’ha già provato, con molte meno pressioni e più attenuanti date dal brutto infortunio che ne ha condizionato la stagione, alla scorsa Vuelta con risultati altalenanti: “È stata una cosa buona avere quel tipo di responsabilità alla Vuelta, anche se non ho ottenuto un grande risultato. È andata bene e ho imparato un po’ di cose, soprattutto riguardo a quello che ci vuole per resistere tre settimane. So che la strada da fare è ancora lunga”.

Tuttavia, il classe ’93 non ha voluto illudere nessuno sulle sue reali possibilità alla Grande Boucle: “Non ci sarà un vero obiettivo al Tour, se non quello di fare meglio possibile. Darò tutto quello che ho, ma non mi sono prefissato un obiettivo. Al Tour ci sono così tante variabili che è impossibile immaginare un risultato. Penso di poter migliorare il tredicesimo posto del 2018. Quello dipende dalla stagione, dagli avversari, da tante cose. L’anno scorso ero riuscito a essere consistente per tutte e tre le settimane, mentre in tutti gli altri grandi giri che ho fatto ho avuto sia giornate negative che positive”.

Una situazione che porta il ventitreenne a preferire le corse di un giorno ai grandi giri: “Quello che mi piace delle corse di un giorno è che puoi dare tutto, perché il giorno dopo non devi correre. Nelle corse di tre settimane ci sono volte in cui potresti guadagnare dieci secondi, ma non scatti, perché pensi che per guadagnare quei dieci secondi, il giorno dopo potresti perdere tre minuti”.

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