Davide Cassani: “In Italia il ciclismo non è su giornali e TV, difficile trovare le risorse per una squadra WorldTour”

Davide Cassani affida ai social un suo pensiero riguardo la differenza fra Tour de France e Giro d’Italia. Uno spunto iniziale che poi va ben oltre, portando l’ex commissario tecnico della nazionale azzurra, ormai da anni uomo simbolo del ciclismo italiano, a riflettere anche sulle conseguenze che la mancanza di presenza del ciclismo sulla stampa generalista, che siano giornali e tv, ha sul nostro movimento. Una differenza enorme con quanto succede in Francia, ad esempio, che in questi giorni esalta il suo prodotto sportivo più famoso al mondo in ogni momento e su ogni piattaforma, creando un interesse trasversale che si riflette sull’intero movimento. Innanzitutto in termini di sponsorizzazioni, quelle che Cassani cerca con grande costanza in questi anni per riportare l’Italia nel WorldTour…

Ma a pensarci bene, cos’ha in più il Tour de France rispetto al Giro d’Italia? Si, è vero, loro sono nati 6 anni prima ma perché è la corsa più importante al Mondo? Leggendo l’Equipe, mi sono venute le lacrime agli occhi. Si, sto esagerando ma sinceramente ho nutrito un sentimento di sana invidia per quello che riescono a fare i francesi. Parlavo dell’Equipe perché oggi, al Tour de France, erano dedicate ben 13 pagine più la foto gigante in prima. Ho partecipato a 9 Tour de France, ne ho commentati altri 18 e posso assicurarvi che un po’ lo conosco.

In Francia, durante il Tour, i giornali, sportivi e non, mettono la loro corsa in prima pagina, i telegiornali aprono con il Tour de France, il presidente della repubblica, almeno un giorno, si reca in visita , e milioni di stranieri prendono le vacanze per seguirlo. Quest’anno sono andato a vedere la partenza a Copenhagen, ho incontrato l’ex campione australiano Stuart O’Grady che era in Danimarca per accompagnare 200 australiani arrivati per vedere il Tour de France. E tutto questo interesse cosa porta? Che loro, i francesi, hanno 3 squadre world Tour, 3 super squadre Professional quindi 6 squadre che partecipano alla corsa di casa. Noi non abbiamo una squadra world tour da diversi anni e difficilmente riusciremo a metterne insieme una. Lo sapete , io ci sto provando ma è davvero difficile trovare le risorse. Per loro, parlo dei francesi, è molto più facile.

Altra questione, per 5 anni mi sono sbattuto insieme a Marco Selleri e Marco Pavarini per riportare nel nostro calendario il Giro d’Italia giovani. Qualcuno si è fatto avanti? Anche solo per dire: bravi, vi diamo una mano. Nessuno. Quelli del Tour organizzano da anni il Tour de l’Avenir, quest’anno ripropongono il Tour al femminile. In pratica aiutano e sostengono il ciclismo francese.

In Italia abbiamo il più alto numero di cicloturisti al mondo, una delle corse a tappe più belle (il Giro d’Italia) dirette televisive che richiamano milioni di spettatori, appassionati che si muovono da casa per seguire da vicino le corse e poi? Telegiornali che neanche si accorgono delle nostre corse e giornali che non mettono una riga su gare di interesse internazionale.

Abbiamo delle ragazze fantastiche, che vincono su strada, su pista, ma perché non dare loro la giusta ribalta?
Scusate ma ora continuo a leggere l’Equipe e quelle meravigliose 13 pagine che mi danno la possibilità di vivere il Tour de Franche anche se sdraiato sul mio divano di casa. Devo finire in tempo per la diretta televisiva”.

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