Un Anno Fa…Volata, uno studio rivela la miglior posizione da tenere nello sprint

Uno studio scientifico ha rivelato la miglior posizione da tenere in volata. Il Centre for Exercise and Sports Science Research della School of Medical and Health Sciences della Cowan University di Joondalup, in Australia, ha pubblicato i risultati di una serie di test compiuti per valutare il miglior posizionamento fisico negli sprint del ciclismo. Le possibilità tenute in considerazione sono tre: da seduto, sui pedali e slanciato in avanti, per intenderci come Caleb Ewan in diverse occasioni (famosa quella alla Milano Sanremo 2018, dove vinse la volata di gruppo alle spalle di Vincenzo Nibali). Lo studio ha analizzato la resistenza all’attrito dell’aria che si verifica nelle tre diverse posizioni.

Per verificare il sistema migliore, undici ciclisti di hanno sprintato per 250 metri in due direzioni a circa 25, 32 e 40 km/h in ognuna delle tre posizioni. In totale quindi ognuno di loro ha effettuato 18 volate, per un campione complessivo di 198. Tutti i dati relativi a watt, velocità, temperatura, vento, pendenza, umidità e pressione sono stati misurati con gli strumenti dell’università, per garantire la loro precisione.

Il risultato finale ha visto trionfare la posizione “in avanti”, in stile Ewan e Mareczko. Il suo attrito medio all’aria è stato di 0,295 (con un margine d’errore di 0,059), contro lo 0,363 dei ciclisti seduti sulla sella (con un margine di 0,071) e lo 0,372 di quelli sui pedali (con margine d’errore di 0,077). In sostanza, le differenze tra i corridori seduti e quelli in piedi sono minime, giustificabili con la piccola percentuale di errore di rilevazione insita nell’esperimento. Ben diverso il discorso sulla posizione sbilanciata in avanti, probabilmente più pericolosa ma sicuramente più efficace. Con una riduzione dell’attrito compresa tra il 23 e il 26%, può permettere di aumentare la velocità di punta di circa 4-5 km/h. I velocisti sono avvisati: la volata del futuro è un esercizio per acrobati in equilibrio precario, ancora più pericolosa della situazione attuale.

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