Tour de France 2022, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2022.

TOP

Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco): Capolavoro dell’australiano, che dopo tanti piazzamenti torna ad alzare le braccia al cielo alla Grande Boucle, a cinque anni di distanza dall’ultimo successo e in una tappa con un dislivello importante. Bravo a inserirsi nella fuga buona, cosa non facile visti i tanti attacchi nei primi chilometri, il 31enne decide poi di accelerare solitario a più di 50 chilometri dalla conclusione. Raggiunto da altri tre uomini, collabora fino alla dura salita finale, dove stacca tutti venendo però a sua volta raggiunto e superato da Bettiol; è qui, però, che esce tutta la sua voglia di vincere, che gli permette di rientrare sul toscano, staccarlo a meno di due chilometri dall’arrivo e di andarsi a prendere una meritata vittoria.

Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost): Purtroppo, alla fine può esserci solo uno il vincitore, ma anche il toscano avrebbe sicuramente meritato il successo dopo una tappa corsa a tutta sin dall’inizio. Tra i più attivi a cercare la fuga, il 28enne fa poi corsa di grande sacrificio negli ultimi 40 chilometri, dove spende tante energie per non consentire a Matthews e agli altri tre attaccanti di guadagnare troppo terreno. Nonostante questo, quando inizia la salita finale la sua accelerazione è devastante e gli permette non solo di staccare gli altri fuggitivi, ma anche di riportarsi sull’australiano. A quel punto, sembra avere ancora energie per staccarlo, tuttavia Matthews ribatte e va a prendersi la vittoria. La speranza è che l’appuntamento con il successo per lui sia quindi solo rimandato.

Geraint Thomas (Ineos Grenadiers): Anche lungo la salita finale verso Mende, le cui pendenze non si addicono molto alle sue caratteristiche, il gallese decide (volente o nolente) di salire del proprio passo al momento dell’accelerazione di Pogacar, come accaduto già altre volte in questo Tour. Grazie anche all’aiuto del compagno di squadra Adam Yates, il 36enne riesce così a contenere i danni cedendo solo 17 secondi ai primi due della classifica, guadagnando qualcosina su Bardet e consolidando un terzo posto di tutto rispetto.

FLOP

Bora-hansgrohe: La formazione tedesca riesce a inserire tre uomini nella fuga buona e tutti e tre riescono a chiudere nella top ten, ma nessuno sul gradino più alto del podio. E dire che le cose si erano messe bene per loro, con Großschartner che era riuscito a rientrare su Matthews a 40 chilometri dalla conclusione e Konrad e Kämna che, di conseguenza, sono potuti restare a ruota nel drappello degli inseguitori. Sulla salita finale, però, il campione austriaco si stacca dall’australiano, mentre gli altri due non riescono a seguire le accelerazioni di Bettiol e, in seguito, di Pinot e Soler. Altra occasione persa per loro.

Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech): Tra i corridori di maggiore esperienza nella fuga di giornata, il danese spende molte energie in attacchi che non portano a nulla nel tentativo di rientrare sul drappello di Matthews negli ultimi 40 chilometri. Poi, all’inizio della salita finale fa tirare il compagno di squadra Woods, ma nel momento decisivo non riesce a seguire Bettiol e nemmeno gli altri scalatori del gruppetto inseguitore, chiudendo sesto a quasi un minuto dal vincitore.

Thibaut Pinot (Groupama-FDJ): Mende non sembra portare particolarmente bene al corridore transalpino, che nel 2015 qui chiuse secondo dopo essere stato beffato (assieme a Bardet) da Cummings. Questa volta il 32enne chiude terzo e, pur con qualche rimpianto in meno rispetto a sette anni fa, il risultato non può soddisfarlo appieno, considerando anche che conosceva bene la salita e che il compagno di squadra Küng ha lavorato molto per lui in fuga. Come a Châtel una settimana fa, inoltre, anche questa volta lo scalatore francese probabilmente si muove con i tempi sbagliati, dovendosi quindi accontentare di un altro piazzamento.

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