Tour de France 2022, Tadej Pogacar: “Non mi sento un Cannibale, ma chi è che non vorrebbe sempre vincere?”

Tadej Pogacar pronto alla battaglia della seconda settimana del Tour de France 2022. Già Maglia Gialla e vincitore di due tappe, il bicampione uscente si presenta alla vigilia delle grandi tappe alpine con la consapevolezza di essere in ottima condizione, supportato da una UAE Team Emirates che quest’anno ha saputo rispondere presente al fianco del proprio leader. Apparso in splendida forma sin dal primo giorno, attento e reattivo come suo solito in ogni circostanza, il fenomeno sloveno appare lanciato verso il suo terzo successo consecutivo. Pur consapevole che le difficoltà da affrontare sono ancora tante, il classe 1998 è pronto al confronto, soprattutto con Jonas Vingegaard, unico sinora ad essere riuscito a metterlo in difficoltà, pur finendogli sempre dietro.

In questi giorni hai mostrato di voler sempre vincere, ti vedi come un cannibale alla Merckx?
Chi non vuole sempre vincere? (sorride, ndr) Ma non per questo mi vedo come un cannibale. La tappa di ieri abbiamo soprattutto impostato un ritmo buono per noi, restando in controllo. Forse è sembrato che a un certo punto abbiamo provato per la tappa, ma davanti erano fortissimi. Nel finale abbiamo poi allungato, con solo Jonas riuscito a restare alla mia ruota e abbiamo guadagnato tre secondi, che comunque è un buon risultato.

Si dice, e lo dice anche lui, che Jonas Vingegaard sia più forte nelle salite lunghe, pensi di poterlo staccare nelle salite lunghe?
Non lo so, lo vedremo quando ci arriveremo questa settimana. Sinora sono state salite abbastanza brevi. Domani sarà un primo antipasto, poi Granon e Alpe d’Huez saranno due grandi tappe. Vedremo chi sarà il più forte in queste due tappe. Sono molto fiducioso nella mia condizione e spero di avere grandi gambe questa settimana e in queste tappe.

Il meteo dice che farà molto caldo, specialmente nell’ultima settimana. Pensi sarà un problema?
Per tutti sarà lo stesso. Bisogna tenere il corpo fresco, non penso che nessuno ami pedalare cinque ore a 40°. Non è facile per nessuno. Sarà ancora dura, ma penso che se facciamo quel che bisogna fare per restare freschi possiamo fare una buona corsa.

Come senti di esserti ripreso dopo gli sforzi nella prima settimana e come pensi di aver gestito la tua squadra?
Per tutti noi leader è stata una settimana dura e stressante con salite e pavé. Oggi quindi siamo tutti felici di avere questo giorno di riposo. Non sono io a gestire gli sforzi della squadra, sono loro che si gestiscono. Sono esseri umani e si gestiscono, sanno quel che fanno e hanno la loro esperienza. Hanno fatto una ottima corsa sinora e siamo tutti molto motivati per queste settimane.

Come reagiresti se dovessi essere positivo al covid?
Se dovessi essere positivo sopra la soglia per cui sei infettivo, non sarebbe rispettoso per compagni, staff e resto del gruppo continuare. Non importa se sei in maglia gialla o meno, per rispetto di tutti non sarebbe salutare continuare. Se hai il virus devi smettere.

Cosa ti aspetti dalla tappa dell’Alpe d’Huez?
È una salita iconica e molto dura. Sarà una giornata molto interessante, che arriva dopo un’altra giornata difficile. Sarà una tappa mitica, che sarà stupenda da vedere in tv, anche se ovviamente per noi un po’ meno. Ma non vedo l’ora di correrla.

Hai preso la maglia molto presto, hai pensato di lasciarla per salvare energie, oppure che sarebbe stato meglio prenderla in seconda settimana, come in passato?
Ieri ad un certo punto ci ho pensato, ma i miei compagni amano la maglia gialla quanto me. Non è qualcosa che cedi solo perché gli altri pensano sia una buona idea farlo. Per tutto l’anno ci prepariamo per questo obiettivo. Inoltre, anche con il virus che può farti andare a casa all’improvviso, magari poi hai più modo di riprenderla, quindi meglio non lasciarla.

Vingegaard pensa di essere più forte di te con il caldo, tu che ne pensi?
Non lo so. Non penso di essere così male quando fa caldo. Mi sono allenato molto, anche prima del Tour, in condizioni di grande caldo. Magari è un po’ più forte quando fa molto caldo, ma è qualcosa che penso dobbiamo testare ancora.

Come passi questa giornata di riposo?
Ho dormito un po’ e ho preso le cose con più calma. In seguito ho fatto colazione e un giro veloce di un’oretta e mezzo. Abbiamo preso un po’ di sole e ci siamo rilassati, facendo un pranzo senza carboidrati. Ora sono qui, poi farò un massaggio, mi taglio i capelli e andrò a  cena. Poi si ricomincia a ballare.

Si parla tanto del possibile caldo, ti sei allenato nelle tende speciali che simulano il caldo e l’umidità?
Non mi sono mai allenato in questo tipo di camere sinceramente. Non ci ho mai pensato. Penso che il nostro lavoro sia correre all’aperto e mi sono allenato all’aperto. Abbiamo avuto giornate molto calde in Slovenia e anche quando siamo stati in altura faceva molto caldo. Ho anche effettuato due volte la ricognizione dell’Alpe d’Huez ed entrambe le volte facevano circa 37°. So cosa aspettarmi e non mi spaventa.

Avresti preferito prendere la maglia gialla subito come successo o prenderla nel corso della seconda settimana?
Non si dice di no alla Maglia Gialla, è qualcosa di speciale. In corsa do sempre il massimo perché è sempre meglio essere un passo avanti che un passo dietro. In questo modo possiamo anche controllare maggiormente le cose e per me va bene avere la maglia. Ora spero di tenerla fino alla fine.

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